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OSPITERiforma fiscale-sociale, un buon accordo per tutti

27.04.18 - 06:53
Luca Bolzani, copresidente del Comitato “Sì al lavoro e alle famiglie”
Riforma fiscale-sociale, un buon accordo per tutti
Luca Bolzani, copresidente del Comitato “Sì al lavoro e alle famiglie”

La Riforma fiscale e sociale è un buon accordo: a dirlo non sono solamente io, imprenditore, già membro della direzione PS cantonale e copresidente del comitato a favore della Riforma fiscale e sociale, ma sono 37 personalità socialiste, che hanno redatto un interessante documento con questo titolo presentato lo scorso dicembre: consigliere di Stato, granconsiglieri, municipali, consiglieri comunali e membri del Partito socialista. La loro tesi di fondo è che è meglio contrattare gli sgravi fiscali che subirli, come avvenuto per un decennio senza che nessuno facesse referendum, perché si “sparpagliavano” gli sgravi su varie categorie in modo da avere un largo sostegno, con pesanti effetti negativi sulle finanze. Essi ricordano anche che i 20,6 milioni di franchi annui pagati dalle aziende per le misure sociali (e che le aziende non vogliono farsi restituire dal fondo assegni famigliari in esubero negli scorsi anni), se uscissero dalle casse cantonali, avrebbero praticamente lo stesso impatto sulle finanze cantonali degli sgravi netti della manovra (22,1 milioni) a carico del Cantone. Per chi sa far di conto, è chiaro: minori entrate e maggiori entrate danno lo stesso risultato su saldo finale dei conti. Non vi è quindi nessun “imbroglio” nella riforma fiscale e sociale, come urla la propaganda del comitato avverso, ma si tratta di un buon accordo. E il fatto che nessun Comune si sia lamentato per il carico netto di 16,2 milioni dovuto alle minori entrate, vuole pure dire qualcosa. Per rientrare in media svizzera i Comuni approvano la manovra sulle sostanze elevate e sulle aziende, perché sanno bene che queste hanno una forte mobilità fiscale.

L’elenco dei nomi dei socialisti che hanno giudicato equilibrata la riforma fiscale-sociale va ricordato, a costo di essere un po’ noiosi: Manuele Bertoli, Milena Garobbio, Raoul Ghisletta e Pelin Kandemir Bordoli, che sono gli autori del documento. E i co-firmatari sono: Henrik Bang, Antonio Bassi, Andrea Bordoli, Ennio Caroli, Francesco “Cick” Cavalli, Giampaolo Cereghetti, Giorgio Comi, Pepita Vera Conforti, Gianrico Corti, Ettore Delorenzi, Davide Dosi, Mario Ferrari, Sonia Fontana, Danilo Forini, Alberto Inderbitzin, Marco Jermini, Gina La Mantia, Monica Lupi, Tatiana Lurati Grassi, Raffaella Martinelli Peter, Roberto Martinotti, Ronnie Moretti, Chiara Orelli Vassere, Erto Paglia, Raoul Paglia, Daniela Pugno Ghirlanda, Marilena Ranzi Antognoli, Francesca Remy Lauria, Graziana Rigamonti-Villa, Evaristo Roncelli, Pietro Snider, Bruno Storni e Cristina Zanini Barzaghi.

A loro si aggiungono otto associazioni della società civile, che sostengono la Riforma fiscale-sociale, rappresentando realtà che dovrebbero essere tenute in debito conto da chi è un paladino della socialità: Associazione ticinese delle strutture d’accoglienza per l’infanzia, Conferenza cantonale genitori, Federazione ticinese famiglie diurne, Pro Infirmis Ticino e Moesano, Federazione associazioni femminili ticinesi, Associazione Dialogare-Incontri, Gruppi di operatrici asilo nido dei Sindacati OCST e VPOD.

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