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CANTONECàvea Festival, solo un sogno? Vedremo...

15.06.18 - 06:01
Un gruppo di amici sta tentando di dare dare vita alla prima edizione del Càvea Festival alle Cave di Arzo. La realizzazione del progetto è però vincolata da una raccolta fondi lanciata su wemakeit.ch
Càvea Festival, solo un sogno? Vedremo...
Un gruppo di amici sta tentando di dare dare vita alla prima edizione del Càvea Festival alle Cave di Arzo. La realizzazione del progetto è però vincolata da una raccolta fondi lanciata su wemakeit.ch

ARZO - Ci troviamo al cospetto di un progetto straordinario. Già a partire dall'area destinata a ospitarlo. Parliamo di una rassegna che intende portare nel cuore del Monte San Giorgio «il meglio della scena musicale della Svizzera italiana, e non solo», spiegano i ragazzi del comitato. La grande passione e gli sforzi del gruppo di giovani però non bastano. Soprattutto a livello finanziario. Per questo motivo è stata attivata una campagna di crowdfunding. Ne abbiamo parlato con Luca Ruggeri, colui alla guida del comitato.

Luca, raccontami la nascita e lo sviluppo di questo nuovo progetto…

«L’idea nasce da un gruppo di amici del Mendrisiotto. Abbiamo iniziato a discuterne già nel 2015, ma senza una reale intenzione. Il progetto di recupero delle Cave di Arzo, ultimato nel 2017, ci ha dato lo slancio necessario. Abbiamo formato così la nostra “squadra” di lavoro: alcuni sono musicisti, altri nella vita quotidiana si occupano di tutt’altro. Ma è bello poter condividere un’intenzione comune che al momento sembra piacere molto alla gente».

Il cartellone è già stato allestito, giusto? 

«Esatto. Abbiamo voluto dare al programma un’impronta folk e cantautorale, in grado di adattarsi all’atmosfera del luogo. Daremo spazio alla scena locale, ovvero alla musica d’autore del giovane Terry Blue, all’esuberanza di Sebalter e al duo momò a km 0 dei Make Plain. Ci sarà anche un ospite speciale, il cantautore milanese Jack Jaselli, una sorta di Ben Harper italiano…».

Spiegami della campagna di crowdfunding. Di quale cifra parliamo? Da raccogliere entro quale data? Quanto è stato raccolto finora?

«Da quasi un anno siamo alla ricerca di sponsor. Non è facile ottenere sostegni per un evento nuovo, soprattutto dalle grandi aziende. Le Cave di Arzo sono però un luogo a cui la popolazione della regione è molto affezionata, e abbiamo pensato che chiunque, dallo studente al pensionato, potesse essere interessato ad aiutarci per valorizzarle. L’obiettivo da raggiungere entro il 3 luglio è pari a 7'500 franchi. Al momento (ieri pomeriggio alle 16.10, ndr) siamo a 2’930».

Cosa viene riservato ai sostenitori?

«Le offerte possono partire 1 franco, ma dai 50 si ottiene il biglietto d’entrata (del valore di 15 franchi), dai 150 dei buoni omaggio, mentre con 250 ci si aggiudica il pacchetto vip, con la possibilità di accedere al festival prima dell’apertura dei cancelli e partecipare a un aperitivo con staff e artisti».

A quanto ammontano i costi complessivi previsti? In particolare, i 7'500 franchi quali spese andrebbero a coprire?

«Essendo in mezzo alla natura e ai piedi di una parete rocciosa, dobbiamo “investire” in illuminazione e sicurezza. Queste due sono voci importanti e non possiamo farne assolutamente a meno. I costi complessivi si aggirano attorno ai 45'000 franchi. Questi 7'500 sono i soldi che, sommati a sponsor ed entrate, ci mancavano per far quadrare i bilanci.

Se l'obiettivo venisse mancato, cosa accadrebbe?

«Se i 7'500 franchi non dovessero venire raggiunti, i soldi tornerebbero automaticamente nei conti di chi ha effettuato una donazione, e noi non riceveremmo nulla. In quanto all’evento… Beh, per il momento meglio non pensarci!».

 

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