Elena Aglaja Amadò, nota al pubblico per il ruolo di Stefy in "Affari di famiglia", è ora in America, nella scuola di James Franco, pronta per spiccare il volo
LUGANO - Anche se da noi sono solo le 10 del mattino, a Los Angeles, dove contattiamo Elena Aglaja Amadò, è l'una di notte. Ad Hollywood, per vedere le stelle, non è necessario volgere lo sguardo al cielo, basta guardarsi attorno. E qui la giovane attrice, classe 1985, cresciuta a Bedigliora, è giunta per coronare un sogno iniziato alcuni anni fa: quello, appunto, di diventare una di loro. "A 19 anni sono partita dal Ticino per trasferirmi a Londra e finire la mia maturità commerciale - ci racconta -, ma in realtà volevo fare l'attrice, quindi studiare recitazione. Solo che prima dovevo imparare bene l'inglese".
Da Londra sei poi finita negli States, che sono diventati un po' una tua seconda casa...
"Sì, anche se mi sono prima dovuta ambientare. Poi ho iniziato le audizioni per entrare nei conservatori d'arte drammatica e, finalmente, sono riuscita ad accedere all'American Academy of Dramatic Art of New York. Infine mi sono trasferita a Los Angeles, dove mi sono diplomata nel 2009. Ho aspettato che il visto scadesse, e sono tornata a casa".
Saresti voluta rimanere in America?
"In realtà tornare in Ticino si è rivelata una scelta proficua. È qui che ho iniziato a costruire la mia rete di contatti, a lavorare e creare la mia troupe. Ho partecipato a "Jump!", "Tutti Giù", ho interpretato Stefy in "Affari di famiglia", lavorato con i ragazzi della REC... Insomma, il mio curriculum ha iniziato a prendere forma".
Paradossalmente, in un luogo in cui la realtà cinematografica è comunque piccola, tu non hai faticato a trovare lavoro...
"Spesso mi trovo a confrontare le mie esperienze con quelle dei miei colleghi, qui negli States. E devo dire che ho lavorato molto di più io in Ticino che loro qui. Anche perché da noi c'è pochissima competizione in questo settore. Siamo poche e tutte molto diverse. Se c'è un ruolo che può funzionare per me è molto più facile che sia mio. Ad Hollywood è una vera e propria giungla. O sei 'figlia di', o per farti notare devi almeno avere un curriculum. È per quello che sono tornata. Ora ce l'ho".
Ma tu non sei solo un'attrice...
"Dopo aver fatto le mie esperienze davanti alla macchina da presa mi mancava ancora qualcosa. Mi sentivo insoddisfatta. Quindi ho tirato fuori la proverbiale "storia dal cassetto" e ho deciso di buttarmi nella produzione. Ho chiesto a Luca Marcionelli se voleva lavorare a questo progetto come regista ed è nato un corto: 'Carvina'".
Come lo avete finanziato?
"Con un crowdfunding (un finanziamento collettivo che trova i fondi grazie a una colletta su internet n.d.r.). Un'idea che negli Stati Uniti funziona. Visto che in Ticino conosco tanta gente, siamo una grande famiglia, ho voluto provare. Ci siamo preposti un obiettivo, 10 mila franchi, e siamo partiti. È stato un vero lavoro a tempo pieno. Significa alzarsi ogni mattina e pensare a come trovare i fondi. Ma ce l'abbiamo fatta".
Quindi adesso è pronto, è online anche il teaser... Quando potremo vedere anche il film?
"Innanzitutto voglio dire che l'attore che appare nel teaser è Salvatore Esposito, il Genny di 'Gomorra – La serie' che, assieme ad Andrea Carpinteri ha lavorato al film. Poi... Stiamo aspettando le risposte dei festival. La priorità va a loro".
Anche Locarno?
"Anche, ma non solo. Puntiamo, essendoci una partecipazione italiana, anche a quel mercato. Quindi Roma, Venezia... E i festival americani. Tra l'altro, notizia fresca, sono riuscita a portare 'Cast Me', corto di Klaudia Reynike del quale sono protagonista, al Laiff Awards qui a Los Angeles".
Insomma, per vedere 'Carvina' ci toccherà ancora aspettare...
"Lo prometto, entro la fine dell'anno faremo una premiere al Cinestar. Anche per ringraziare le 500 persone (per il 90% ticinesi) che hanno partecipato con i loro fondi".
Arriviamo infine al tuo nuovo progetto. Ancora un corto. Ancora finanziato con questa, evidentemente vincente, formula del crowdfunding
"E in una settimana abbiamo già raggiunto e superato il budget che volevamo ottenere. Quindi si gira".
Di cosa si tratta?
"Il mio è uno dei sei corti che finiranno in un progetto realizzato dallo 'Studio 4', la scuola di James Franco per intenderci. Ci hanno dato 10 settimane di tempo per produrre 6 cortometraggi. Siamo sei gruppi da 4 persone che collaborano, ma ognuno con un progetto principale. io sono la protagonista di uno dei cortometraggi. Giriamo settimana prossima e la premiere sarà qui a Los Angeles, credo, in giugno".
Quindi hai conosciuto Franco, è davvero così bello?
"È una delle persone che lavorano di più al mondo. Oltre a recitare insegna qui, a New York, e poi è attivo in progetti diversissimi tra di loro, non necessariamente affini al cinema. Non riesco a capire come faccia ad avere tanta energia. È una persona che ti motiva tantissimo".
Non mi hai risposto...
"Ok... È un bell'uomo e molto carismatico, semplicissimo, 'super easy'. Un po' come te lo immagini".
Insomma, com'è questa tanto osannata Hollywood?
"A Los Angeles mi sento a casa, qui ho studiato e ho tanti amici. Adoro di Hollywood il fatto di poter respirare cinema. A lungo andare magari si rivelerà pesante, ma al momento è eccitante. Mi piace meno, invece, il troppo entusiasmo. È tutto un 'bellissimo', 'grandissima', 'geniale'. Mancano le critiche. Quelle che, alla fine, servono per crescere".