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Lugano's Plan ₿

Il P2P per affrontare "i tempi bui" della democrazia

Al Plan ₿ Forum 2025, l'esperto Jeff Gardner, co-fondatore di White Noise, ha spiegato perché abbiamo bisogno di sistemi di comunicazione che siano in grado di proteggere la libertà di parola in un mondo in cui proliferano le autocrazie.
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Al Plan ₿ Forum 2025, l'esperto Jeff Gardner, co-fondatore di White Noise, ha spiegato perché abbiamo bisogno di sistemi di comunicazione che siano in grado di proteggere la libertà di parola in un mondo in cui proliferano le autocrazie.

Quando è salito sul palco del P2P Stage del Plan ₿ Forum di Lugano - sabato 25 ottobre 2025, nella seconda giornata della rassegna - il titolo del suo talk già non lasciava spazio a fraintendimenti: "White Noise for Dark Times". Rumore bianco per tempi bui. Jeff Gardner, sviluppatore americano trasferitosi in Italia, lavora full-time su Nostr da diversi anni ed è il co-founder di White Noise, un'app di messaggistica cifrata che punta a essere completamente decentralizzata. Ma prima di focalizzarsi sui dettagli delle soluzioni, l'esperto ha avvertito il pubblico: «Partiremo con notizie cupe, ma abbiate pazienza. Arriveremo a una conclusione molto positiva». A quel punto, ha presentato una serie di dati allarmanti: «Il 72% della popolazione mondiale, composto da 5,7 miliardi di persone, vive oggi sotto regimi autocratici. E nel 2024, oltre centocinquantamila persone sono morte in conflitti armati, tra cui decine di migliaia di civili. Anche nelle democrazie occidentali, peraltro, la libertà di espressione è al punto più basso degli ultimi venticinque anni. Il declino delle democrazie liberali è un trend costante da diciotto anni consecutivi: oggi, non a caso, ci sono più autocrazie che democrazie nel mondo», ha detto l'americano, sottolineando che persino in Europa alcuni governi - in Spagna, Polonia, Ungheria, Grecia e Slovacchia e Italia - hanno usato Pegasus (e altri spyware commerciali) contro i propri cittadini, inclusi giornalisti che indagavano su abusi governativi. «I nostri politici non solo non sono con noi, sono contro di noi. E sappiamo che stanno attivamente cercando di spiarci». Peraltro, nello stesso giorno e sullo stesso palco, a far emergere questo panorama fosco - nello specifico quello di una rete internet nelle mani di poche aziende in una sorta di “regime orwelliano” in cui vige una sorveglianza strutturale - è stato anche Andrew Osheroff, che ha mostrato l'anatomia tecnica di Keet, l'app peer-to-peer che non raccoglie dati e non si appoggia a server centrali e che aspira ad un “ritorno alle origini della Rete”. Gardner, a sua volta, ha spiegato perché strumenti come questi - decentralizzati, resistenti alla censura, impossibili da spegnere - non sono solo interessanti esperimenti tecnologici, ma questione di sopravvivenza per milioni di persone. Ma il quadro si fa ancora più cupo, stando alla sua ricostruzione, da cui è emerso uno scenario in cui le istituzioni democratiche si starebbero letteralmente sgretolando, tra sistemi sanitari smantellati, pensioni tagliate, elezioni manipolate in alcuni paesi, parlamenti così polarizzati da non riuscire nemmeno a discutere i problemi sociali fondamentali. La libertà di espressione è calata in quasi un quarto dei paesi del mondo - siamo al punto più basso degli ultimi 25 anni, e l'anno scorso ha registrato il singolo declino più grande della storia. «Anche nelle nostre democrazie liberali occidentali», ha proseguito Gardner, «stiamo vedendo leggi sull'hate speech, leggi per il controllo delle chat, per la "sicurezza online", KYC per tutto ciò che accade online. Ovviamente è tutto fatto per la nostra protezione», ha affermato sarcastico.

Da protocolli aperti a piattaforme chiuse

Gardner individua un punto di svolta preciso: il 15 agosto 1971, quando Richard Nixon scollegò il dollaro dalla parità con l'oro (gold standard). «Se guardate il sito wtfhappenedin1971.com, vedrete centinaia di grafici che si spezzano proprio in quel momento». Il denaro, ha spiegato, è nato come protocollo aperto: chiunque poteva usare oro, monete, metalli preziosi. Ma nel tempo è diventato una "piattaforma" chiusa, caratterizzata da una partecipazione altamente regolata. «Provate a non pagare le tasse e vedrete cosa succede», ha commentato con sarcasmo. Il denaro, però, non è stata l'unica cosa a subire questa trasformazione. Negli ultimi quarant'anni, internet ha seguito la stessa traiettoria: da ARPANET e Tim Berners-Lee, che al CERN creava il World Wide Web come protocollo aperto, siamo arrivati a un sistema chiuso di piattaforme possedute da pochissime persone. «Per gran parte del pianeta, internet significa cinque o sei aziende», ha detto. Aggiungendo che Meta, dopo aver compreso di aver esaurito le persone connesse a cui vendere pubblicità, è andata in Africa e ha pagato i provider mobili per dare internet gratuitamente, ma solo per accedere a Facebook e WhatsApp. «Per gran parte degli africani, internet è semplicemente Facebook». E l'intelligenza artificiale? Per Gardner rientra nello stesso schema: «Esistono modelli open source, ma sono sempre quattro generazioni indietro rispetto a quelli proprietari e girano sul vostro computer quattro o cinque volte più lentamente». In pratica, qualche pezzo è aperto, ma il cuore del sistema è nelle mani di pochissime, grandi corporation con piattaforme proprietarie.

Bitcoin ci ha mostrato la via da seguire

Ma c'è un modello, funzionante, per la resistenza a questo trend. «Bitcoin ci ha dato un esempio davvero virtuoso», è la posizione di Gardner, che ha spiegato come in poco più di quindici anni sia stata creata una rete monetaria inarrestabile a cui governi, istituti finanziari e big tech sono costretti a piegarsi. Uno strumento, l'invenzione di Satoshi Nakamoto, che viene oggi utilizzato da attivisti di movimenti di resistenza democratica in tutto il mondo. Il relatore ha citato profili e casi concreti: Maria Corina Machado, vincitrice del Nobel per la Pace poche settimane prima del Forum, che in Venezuela usa Bitcoin nella lotta contro il governo Maduro. In un paese in cui il sistema bancario è completamente controllato dal regime, Bitcoin è uno dei pochissimi modi per ricevere fondi dall'estero senza passare dalle banche del governo. Roya Mahboob, che in Afghanistan dal 2013 finanzia con Bitcoin progetti di educazione femminile nonostante l'opposizione dei talebani: «I talebani la odiano», ha detto Gardner, «ma lei non si ferma per questo. E ancora Fadi Elsalameen, che fornisce aiuti diretti ai palestinesi, in un contesto in cui Bitcoin è letteralmente l'unico modo per inviare denaro, e Felix Maradiaga, che un giorno si è svegliato in Nicaragua scoprendo che tutti i suoi beni erano stati confiscati, tutti i conti bancari chiusi e che era finito nella lista dei ricercati. Ha trascorso anni in prigione fino a quando sua moglie Berta non è riuscita a farlo evadere. Solo grazie a risorse conservate in BTC sono riusciti a fuggire dal paese e a continuare la lotta contro il regime di Ortega. «Non credo si possa sperare di aggiustare un sistema dall'interno», ha riflettuto lo speaker. «Quello che ci serve sono sistemi paralleli funzionanti. Dobbiamo costruire alternative che permettano di sottrarsi ai meccanismi di controllo tradizionali: se non usi i loro punti di controllo - ha evidenziato - non hanno potere su di te»

La cassetta degli attrezzi della libertà

Gardner ha passato in rassegna le tecnologie che stanno costruendo alternative. Tor, la rete anonima usata anche da Bitcoin e Lightning Network, che dopo i tagli ai finanziamenti USA ai programmi di “internet freedom” (come l’Open Technology Fund che la sostiene) si trova in difficoltà e con un futuro incerto. Bitchat, che permette comunicazioni iperlocali senza passare per la rete internet – uno strumento cruciale perché, ha spiegato l'americano, quando un autocrate vuole reprimere una protesta, prima spegne la rete e poi manda la polizia per le strade, impedendo ai cittadini di coordinarsi. «Nessuno può vedere le immagini, nessuno può parlarne, e alla fine è come se non fosse mai successo», ha aggiunto. Quando si verificano picchi nei download di BitChat, basta controllare le notizie: manifestazioni in Madagascar, proteste in Tibet. E poi Meshtastic, che usa segnali radio a lungo raggio per trasmettere messaggi in modo off-grid, e ancora Keet, prodotto dell'ecosistema Tether / Holepunch già menzionato, che punta a essere completamente peer-to-peer senza server intermedi. E naturalmente Nostr, il protocollo in cui ogni utente possiede la propria identità. Gardner ha spiegato come, al suo interno, si possono generare coppie di chiavi crittografiche (pubblica e privata) in modo completamente offline e anonimo, usarle come identità senza alcun legame con il mondo reale e poi connettersi attraverso server chiamati «relay». Secondo la filosofia di Nostr, questi relay devono rimanere il più semplici possibile, fungendo solo da depositi temporanei di messaggi che chiunque può gestire e sostituire a piacimento, proprio per evitare punti di controllo centralizzati.

White Noise: un Signal senza padroni

Resta però una domanda chiave: come si protegge la privacy su un'infrastruttura pubblica come Nostr, in cui tecnicamente tutti possono vedere i messaggi che transitano? Gardner ha ricordato che, quando si inviano dati a un relay Nostr, l'operatore può tecnicamente leggerli e chiunque può chiedere al relay informazioni su certi tipi di eventi. Per questo, bisogna partire dall'assunto che tutto ciò che invii potrebbe essere osservato. La risposta, per lui, si chiama MLS (Messaging Layer Security): un nuovo standard internet dell'IETF che evolve il modello del protocollo dell'app Signal per la messaggistica di gruppo. MLS offre una doppia protezione temporale: anche se qualcuno ruba una chiave, non può leggere né i messaggi già inviati né quelli che verranno inviati dopo. La compromissione rimane confinata a quel singolo istante. E il sistema può gestire gruppi molto più grandi di quelli di Signal. Il lavoro di Gardner nell'ultimo periodo è stato proprio questo: capire come portare il protocollo MLS su Nostr nascondendo completamente i metadati. Così, chi osserverà la rete vedrà solo un identificativo di gruppo che può cambiare nel tempo e quindi non potrà sapere quante persone ci sono, quanto è grande il gruppo, dove siano questi utenti e a chi corrispondano. «I gruppi possono usare multipli identificativi simultaneamente per distribuire la loro attività su bucket diversi. Un potenziale "spettatore" delle conversazioni ottiene praticamente zero informazioni». White Noise punta, insomma, a essere un «Signal senza server centralizzati». Gardner, a tal proposito, ha chiarito che l'app «Signal è eccellente nella protezione dei contenuti e non può leggere i messaggi degli utenti, ma ha due limiti strutturali: richiede un numero di telefono per registrarsi e conserva traccia degli accessi ai server. Inoltre, mantenere la sua infrastruttura centralizzata costa cinquanta milioni di dollari all'anno. Come abbiamo visto, quando i server di Amazon Web Services sono andati giù per un paio d'ore, Signal è stato inaccessibile a sua volta: questo è un rischio reale per un protocollo di comunicazione il cui uso potrebbe letteralmente essere questione di vita o di morte per qualcuno».

White Noise trasmette i messaggi attraverso i relay decentralizzati di Nostr, mentre la crittografia end-to-end è garantita dal protocollo MLS. Un vantaggio chiave, ha sottolineato l'esperto, è la possibilità di registrarsi ad esso con quanti account si vuole, creando identità usa-e-getta per singole conversazioni e poi eliminarle: «Nessun altro messenger ti permette di farlo». L'app è ancora in versione alpha e sono presenti dei bug, è stato specificato, ma Gardner ha invitato i partecipanti al Plan ₿ Forum a provarla e a inviargli dei feedback, sottolineando che l'obiettivo centrale è renderla «utilizzabile soprattutto per gli attivisti impegnati in zone davvero "toste" del mondo». Ha poi concluso la sua presentazione con un appello: «Guardate le soluzioni basate su protocolli aperti e provate a capire come supportarle. Molte sono costruite da tecnologi che hanno profonda consapevolezza di come funzionano le cose, ma magari scarsa comprensione di come portarle sul mercato o di come spiegarle agli esseri umani "normali". E questo sarebbe loro utile tanto quanto i crittografi che scrivono il codice».

I biglietti early bird per la quinta edizione del Lugano Plan ₿ Forum (23-24 ottobre 2026) sono già disponibili sul sito ufficiale al prezzo di 99 franchi.


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.

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