«L’apocalisse digitale richiede app indistruttibili»


Mathias Buus, CEO di Holepunch che sarà presente sul palco della prossima edizione del Plan ₿ Forum, ha delineato la sua visione di un futuro capace di rispondere con efficacia ai “fallimenti della centralizzazione”.
Mathias Buus, CEO di Holepunch che sarà presente sul palco della prossima edizione del Plan ₿ Forum, ha delineato la sua visione di un futuro capace di rispondere con efficacia ai “fallimenti della centralizzazione”.
Il palcoscenico era quello ideale: il Plan ₿ Forum di Lugano, la conferenza regina d’Europa che accoglie, ormai dal 2022, i visionari del panorama mondiale Bitcoin e delle tecnologie decentralizzate. Nel corso della scorsa edizione, tra i tantissimi contributi, è spiccato l’intervento di uno dei protagonisti più attesi del P2P Stage, il palco più “tecnico”: quello di Mathias Buus, CEO di Holepunch, nonché uno dei massimi esperti mondiali di peer-to-peer. In un Palazzo dei Congressi gremito dalle migliaia di persone accorse da ogni angolo del globo, l’esperto ha presentato la sua ricetta per costruire applicazioni "apocalypse-ready" - letteralmente pronte per eventi catastrofici in cui i servizi di rete (e non solo), sui quali oggi “gira” il mondo intero, non fossero più disponibili. Un titolo provocatorio, quello del suo keynote, che si è tradotto in una riflessione profonda sui rischi di un mondo sempre più centralizzato e sulla necessità di alternative tecnologiche resilienti. Buus, che avevamo già intervistato due anni e mezzo fa, quando anticipò molte delle tematiche poi sviluppate al Forum, tornerà a Lugano, sul palco dell'evento, anche nell'edizione 2025 - in programma il 24 e 25 ottobre di quest’anno - a conferma del ruolo di riferimento dell’informatico danese nel panorama P2P globale.
L'anno nero dei sistemi centralizzati
«I sistemi centralizzati fanno davvero schifo», ha tagliato subito corto Buus, ripercorrendo i principali fallimenti del 2024: dal crash globale causato dall'aggiornamento di CrowdStrike, che ha fermato il traffico aeroportuale quasi in tutto il mondo, al leak di mezzo miliardo di dati personali di Ticketmaster, fino alla chiusura di X (ex Twitter) in Brasile. Il protagonista dell’intervento ha evidenziato, tra l’altro, come il boom dell'intelligenza artificiale stia amplificando questi problemi. «Due anni fa sarebbe sembrata follia, ora è la normalità quotidiana».
La filosofia delle app "unkillable"
La risposta dell’azienda di cui è a capo è nell'approccio "unkillable": applicazioni, in sostanza, che non possono essere spente, censurate o controllate. Come Bitcoin, ha spiegato Buus: «Molti hanno provato a bloccarlo, ma non ci sono riusciti proprio perché era peer-to-peer. L'unico modo in cui sono riusciti a fermare il P2P precedente è stato Netflix: hanno attirato gli utenti in un servizio centralizzato e poi li hanno fregati di nuovo». L'architettura proposta da Holepunch si basa su tre pilastri fondamentali: scalabilità intrinseca illimitata - la capacità di un sistema di gestire automaticamente un numero crescente di utenti senza dover modificare l'architettura di base o aggiungere infrastrutture centralizzate -, privacy integrata e costi operativi tendenti a zero. «Quando usate Keet, l'infrastruttura siete voi», ha spiegato il CEO durante il keynote, definendo tutto questo «fantastico». La semplicità d'uso è disarmante, in effetti: basta installare Pear Runtime attraverso il package manager di Node.js e digitare un comando per eseguire qualsiasi applicazione P2P nel mondo. «Serve solo una chiave pubblica di 32 caratteri. La puoi stampare su una maglietta con un QR code e hai tutto quello che serve per superare qualsiasi censura».
L'innovazione che non si ferma mai
Durante il keynote, Buus ha anche presentato Bare, il runtime JavaScript modulare sviluppato internamente da Holepunch che gira su qualsiasi dispositivo. Come ha raccontato con ironia: «Se stessi lavorando in qualsiasi altra azienda e qualcuno mi proponesse di creare un runtime JavaScript da zero, risponderei "No, è da pazzi. Non fatelo. Ci vorranno 10 anni e non riusciremo mai a finirlo perché rimarremo bloccati in un incubo di sviluppo e avremo 10 milioni di dollari di debiti, eccetera eccetera." Noi, però, l'abbiamo semplicemente fatto». Il progetto include anche un database P2P, capace di gestire query strutturate distribuite tra milioni di peer. «Sembra locale ma in realtà i dati sono distribuiti ovunque», ha anticipato Buus, mostrando l'ambizione di Holepunch di ridefinire completamente l'infrastruttura software.
Verso un futuro decentralizzato
«Penso che Terminator sia davvero una buona analogia per tutto questo. Nel primo film, è il cattivo che torna indietro e uccide tutti. Ma poi hanno fatto un sequel e ora Terminator è un bravo ragazzo. Torna indietro, ma per sbarazzarsi di tutti gli altri cattivi. Insomma, questa è la mentalità che dobbiamo avere. Dobbiamo cambiare il futuro in meglio, giusto? Allora bisogna agire adesso, invece di dover poi tornare indietro a riparare i danni». La visione del CEO danese è quella di un ecosistema in cui i singoli sviluppatori possano creare business sostenibili senza costi infrastrutturali, dove la privacy è garantita per design e dove nessuna autorità centrale possa decidere chi può comunicare con chi. Un futuro che, dalle parole di Buus, sembra sempre meno utopistico e sempre più necessario.
Per ascoltare dal vivo Mathias Buus e altri tra i massimi esperti al mondo sugli ecosistemi Bitcoin e P2P, vi invitiamo a partecipare alla prossima edizione del Plan ₿ Forum di Lugano, i cui biglietti sono disponibili attualmente al prezzo di 199 franchi.