Cerca e trova immobili
Lugano's Plan ₿

Mandare soldi in Africa a costo (quasi) zero

La Lightning Network sta abbattendo le barriere dei pagamenti internazionali anche nel continente africano. Al Plan ₿ Forum, Ricki Allardice ha dimostrato dal vivo come commissioni quasi azzerate e trasferimenti istantanei stiano cambiando le regole del gioco per un miliardo e mezzo di persone.
Lugano's Plan ₿
Mandare soldi in Africa a costo (quasi) zero

NEWSBLOG
Rubriche argomentali a pagamento curate da aziende e inserzionisti esterni

La Lightning Network sta abbattendo le barriere dei pagamenti internazionali anche nel continente africano. Al Plan ₿ Forum, Ricki Allardice ha dimostrato dal vivo come commissioni quasi azzerate e trasferimenti istantanei stiano cambiando le regole del gioco per un miliardo e mezzo di persone.

Sul palco P2P del Plan ₿ Forum, venerdì 24 ottobre scorso, Ricki Allardice - CEO di Orange - è arrivato a Lugano, alla conferenza europea più prestigiosa dell’universo Bitcoin, per dimostrare che la Lightning Network non è teoria, ma si utilizza praticamente nella quotidianità in Africa, centrando pienamente l’obiettivo di Bitcoin come sistema di pagamento globale. In meno di due minuti, 88 rand sudafricani (circa 4 CHF) sono volati da un conto bancario nigeriano a uno sudafricano, attraversando confini, valute e sistemi di pagamento. Costo totale dell'operazione? 12 sats (ovvero pochi centesimi). Per inquadrare la questione nella sua pienezza, secondo i dati riportati da Ricki, inviare denaro dalla Nigeria attraverso i sistemi tradizionali costa l'11% dell'importo, richiede dai tre ai dieci giorni di tempo e obbliga a passare tramite una catena di intermediari (fino a sei passaggi) con commissioni di transazione. E così, sul palco tecnico della rassegna annuale luganese, la demo ha fatto centro, il pubblico applaude mentre Ricki commenta: «Visto? Funziona sempre».

"The Bitcoin guy" del Sudafrica

Il protagonista del keynote che vi raccontiamo in questo articolo è conosciuto nella sua patria come "the Bitcoin guy": un soprannome che si è guadagnato negli ultimi anni, costruendo infrastrutture dedicate al Bitcoin in Sudafrica. Scienziato specializzato in biologia del suolo e salute delle piante, poi asset manager, infine imprenditore fintech convertito a tempo pieno all’invenzione di Satoshi Nakamoto: un percorso professionale atipico, evidentemente, quello di Ricki, che ha anche co-fondato Bitvice - un broker Bitcoin sudafricano - gestisce anche Bitcoin Only, una società di consulenza che aiuta individui e aziende nell’elaborazione di strategie Bitcoin, e conduce "By The Horns", un podcast che racconta storie di bitcoiner sudafricani. Non è finita, però: è anche co-organizzatore di “Adopting Bitcoin Cape Town”, la conferenza (che si terrà a gennaio 2026) e che lo stesso Joe Nakamoto, in fase di presentazione, ha definito «la migliore conferenza di settore del continente africano, una vera celebrazione di Bitcoin».

Orange e il problema dei pagamenti africani: l’ultima scommessa di Ricki

Il progetto che, però, lo ha portato a Lugano e al Forum è Orange, che è invece una Lightning services company di cui è fondatore e appunto CEO, uscita allo scoperto proprio per mostrare al mondo cosa significa risolvere un problema reale con tecnologia Bitcoin. Il problema che Orange affronta è tanto semplice quanto devastante: muovere denaro attraverso i confini africani, una procedura che non è un eufemismo definire un incubo.

«Stiamo ancora spostando denaro globalmente nello stesso modo in cui lo facevamo negli anni Settanta», ha spiegato Ricki. «Sono sistemi illiquidi, lenti, pieni di commissioni sovrapposte, e siccome il valore deve passare attraverso numerosi intermediari e Swift impiega giorni per completare i trasferimenti, le aziende sono costrette a detenere capitali parcheggiati in anticipo in ogni paese per garantire pagamenti immediati ai clienti».

In Nigeria, come già anticipato, ricevere un pagamento internazionale costa il 4%, inviarlo costa l'11%. No, non è un'anomalia nigeriana: è la norma in tutta l'Africa subsahariana, dove in alcuni contesti il quadro risulta anche più desolante. Il flusso tipico di un pagamento cross-border passa attraverso sei intermediari: dal mittente al payment service provider, da lì alla banca corrispondente, poi al desk di cambio valuta, ancora a una seconda banca corrispondente e infine - finalmente! - arriva sul conto del destinatario. «Se sei fortunato, ci vogliono tre giorni. Se sei sfortunato, più o meno dieci. Se sei molto sfortunato, invece, i soldi non arrivano mai», ha raccontato, con l’amaro in bocca.

Ogni intermediario prende la sua percentuale, creando quello che lui definisce «un sistema di giardini recintati con innumerevoli gatekeeper e rent seeker». Eppure, questo meraviglioso pezzo di mondo avrebbe tutte le carte per prosperare: 1,5 miliardi di persone, il 50% delle quali sotto i 19 anni, perfettamente incastonata tra Est e Ovest. «In teoria, i giorni economicamente più produttivi dell'intero continente sono ancora davanti a noi e il potenziale di ricchezza dell’Africa è assolutamente massiccio. Ma l'ingrediente mancante è la capacità di commerciare con altri paesi sullo stesso piano di parità di cui godono le persone nel “primo mondo”».

La demo live: da Lagos a Cape Town pagando solo 12 satoshis

Orange non punta a migliorare il sistema esistente, ma a cambiare le regole del gioco. «Non crediamo che questo radicale possa arrivare da migliori infrastrutture bancarie o regolamentazioni più intelligenti. Il denaro fiat fondamentalmente non funziona», ha dichiarato Allardice. La soluzione? La Lightning Network di Bitcoin, che Orange usa come livello di negoziazione/settlement internazionale al posto del dollaro americano e di Swift. Ma c'è un dettaglio cruciale: Orange ha una impostazione B2B, non B2C. «Lavoriamo con aziende di rimesse che hanno già una base clienti. Queste imprese non hanno idea di cosa sia Lightning Network e ovviamente questo significa che non l'hanno integrato». Il modello è quello del system orchestrator: Orange non prende mai in custodia i fondi degli utenti, ma connette OTC desk (Over The Counter, desk di compravendita Bitcoin), Lightning Service Provider e sistemi di pagamento locali attraverso un'API unificata. «Incontrare il cliente dove si trova, senza stravolgere le sue abitudini, è assolutamente fondamentale per il successo della nostra missione», ha sottolineato lo speaker. Gli utenti finali continuano a usare i loro conti bancari o i sistemi di mobile money (come M-PESA in Kenya) che già conoscono, mentre Lightning Network lavora in background come binario invisibile per i pagamenti internazionali.

Zero floats, zero volatilità, zero controllo politico

Il vantaggio competitivo di Orange rispetto ai sistemi tradizionali sta nel concetto di "zero floats". Le aziende di rimesse tradizionali operano con pool di liquidità in ogni giurisdizione in cui lavorano. Se gestisci un canale USA-Nigeria, in sostanza, devi detenere capitale parcheggiato sia in un paese che nell’altro, perché Swift è troppo lento per dare agli utenti un settlement immediato. «Questo comporta tre costi principali», ha spiegato Ricki. «Il primo è che devi ottenere una linea di credito dalla banca, con il relativo tasso di interesse. Il secondo è che, anche se la tua azienda ha accumulato capitale nel tempo, devi usare i  tuoi soldi per le operazioni e non puoi usarli tutti per la crescita. Il terzo costo, di gran lunga il più rilevante in Africa, è la svalutazione monetaria. Se sei un'azienda di rimesse e hai un pool di Naira in Nigeria, questo diviene, per citare Michael Saylor, un cubetto di ghiaccio che si scioglie. E per continuare a facilitare i pagamenti, devi continuare ad aggiungere Naira a questo cubetto di ghiaccio che si scioglie, quindi sei costretto ad aggiungere continuamente nuova valuta locale che a sua volta si svaluterà, innescando un circolo vizioso che amplifica le perdite». Con la Lightning Network invece i sats, le frazioni di Bitcoin, sono globalmente fungibili, possono essere inviati istantaneamente ovunque sulla rete e c'è una domanda globale di Bitcoin. «Il meccanismo è semplice: acquisti BTC con valuta locale in un paese, li trasferisci istantaneamente tramite Lightning Network in un altro paese e li rivendi in valuta locale. Questo elimina la necessità di detenere capitali parcheggiati in anticipo (i "float"), perché ogni transazione viaggia come un pacchetto indipendente che attraversa i confini in pochi secondi, trasportando esattamente l'importo del singolo utente». Inoltre, secondo Allardice, «Le stablecoin, in particolare quelle in dollari USA, possono essere usate come leva politica per far fare ai paesi quello che l'egemone vuole che facciano, in particolare in proprio Africa», ha dichiarato senza mezzi termini, spiegando perché preferire Bitcoin in Lightning Network. «Come africano, ne sono profondamente consapevole. L'ho visto accadere per tutta la mia vita e mi riferisco a quei paesi contro cui il dollaro USA è stato usato come arma».

Lightning Network: uno strumento “apolitico”

La Lightning Network è «completamente apolitica», e in un luogo come l'Africa anche questo è ciò che serve. C'è poi, a suo dire, una ragione squisitamente tecnica: la volatilità. «Se inviassi questo pagamento on-chain, il prezzo di Bitcoin potrebbe oscillare durante l'attesa. Servono infatti tre conferme sulla blockchain, quindi almeno tre blocchi estratti dai miner: nel migliore dei casi 30 minuti, nel peggiore anche un'ora. E in questo lasso di tempo il valore di Bitcoin può variare significativamente».

Con la Lightning, invece, la conversione da fiat a Bitcoin e viceversa avviene in millisecondi, eliminando completamente il rischio di volatilità. Durante lo spazio rivolto alle domande del pubblico, Allardice ha poi rivelato un dato sorprendente: in Sudafrica ci sono oltre 600.000 merchant che accettano pagamenti Lightning. «Direi che è il paese più facile al mondo in cui si può vivere con Bitcoin», ha tagliato corto. «In un mondo perfetto, mi piacerebbe vedere la possibilità di inviare denaro dal Benin al Lesotho in meno di un minuto. È questo l'obiettivo a cui stiamo mirando», ha anticipato in conclusione il protagonista del keynote.

La Lightning Network, quindi, ha dimostrato, ancora una volta, di essere più che un esperimento per early adopter, un'infrastruttura pronta a risolvere i problemi concreti di miliardi di persone, cogliendo la ghiotta occasione del Plan ₿ Forum, che tornerà il 23 e 24 ottobre 2026 con la sua quinta edizione


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE