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Lugano's Plan ₿

Bitcoin, la “superpotenza” dell’Africa dell’Est

Al Plan ₿ Forum, Brindon Mwiine ha raccontato come la Lightning Network sta trasformando l'East Africa in un laboratorio di innovazione. Da GorillaSats a Bitcoin Arusha, passando per artisti pagati in sats e orfanotrofi finanziati dalla community globale.
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Al Plan ₿ Forum, Brindon Mwiine ha raccontato come la Lightning Network sta trasformando l'East Africa in un laboratorio di innovazione. Da GorillaSats a Bitcoin Arusha, passando per artisti pagati in sats e orfanotrofi finanziati dalla community globale.

«È un'ispirazione per me e lo sarà anche per tutti voi alla fine di questo talk». Una presentazione entusiasta che aveva tutto il sapore di una promessa, quella che gli ha riservato Joe Nakamoto, mentre Brindon Mwiine si apprestava a salire sul palco P2P del Plan ₿ Forum. Lo speaker ugandese, per tutta risposta, dopo aver impugnato il microfono ha dato subito un assaggio della sua linea comunicativa fondata sullo scambio e quindi sul coinvolgimento attivo del pubblico: «Quanti di voi sanno dove si trova l'East Africa?». Molte mani si sono levate verso l’alto in sala. E allora via con la seconda domanda «Quanti ci sono stati?» Il numero di mani alzate si riduce sensibilmente, quasi fino allo zero in risposta alla terza questione sollevata: «Quanti hanno fatto business lì?». Questa raffica di domande era solo il preludio di una storia che molti non conoscevano: come Bitcoin stia cambiando radicalmente il modo di fare impresa in una delle regioni più giovani e dinamiche del pianeta. «La cosa più importante che vorrei lasciarvi è questa: Bitcoin non è solo un asset speculativo, è denaro vero. E quando usiamo denaro per fare business, stiamo sostenendo l'economia reale».

Chi è Brindon Mwiine e perché l'East Africa è diversa

Mwiine ha scoperto Bitcoin nel 2016: da allora non ha più smesso di esplorare quel mondo emerso dall’intuizione di Satoshi Nakamoto. È il fondatore di GorillaSats, un tour operator che organizza safari in Uganda accettando esclusivamente Bitcoin, e anche di Bitcoin Kampala, che è invece una piattaforma che guida l'advocacy Bitcoin in tutto il paese. No, non è finita qui, perché Brindon co-conduce il "Bitcoin in Africa Show", gestisce un nodo Lightning che aiuta a instradare i pagamenti sulla rete e usa Bitcoin per finanziare un orfanotrofio che si prende cura di 115 bambini. Non è un caso, quindi, che sia stato riconosciuto come uno dei "Most Impactful African Bitcoiners" sia nel 2023 che nel 2024. Un bel puzzle di “medaglie”, insomma, ma quello che ha voluto raccontare a Lugano non erano i suoi traguardi personali, ma un intero ecosistema imprenditoriale che sta usando Bitcoin in modo radicalmente diverso dal resto del mondo. «Chi è stato dalle nostre parti, sa che l'imprenditoria non è una scelta ma una necessità. Bene: questa necessità è diventata la nostra superpotenza», ha tuonato. I numeri successivamente messi in fila dallo speaker sono impressionanti: l'East Africa comprende sei paesi e il 65% della popolazione ha meno di 30 anni. Due giovani adulti su dieci sono coinvolti attivamente in attività imprenditoriali e più del 50% dei giovani impiegati ha un side business. È quella che Mwiine definisce "hustle culture", la cultura dell'arrangiarsi: finisci la scuola, non trovi lavoro, quindi ti inventi qualcosa. Ma questa superpotenza si scontra con cinque problemi strutturali. Primo: le valute locali che si svalutano costantemente. «Ogni volta che fanno un profitto, lo depositano in banca. Quando tornano dopo pochi giorni, scoprono che vale il 10% in meno. Secondo, l’esclusione bancaria: tre giorni per completare una transazione internazionale e commissioni del 15%. Terzo? L'inflazione e la corruzione, seguite da un quarto elemento critico: le politiche che favoriscono le compagnie internazionali. Infine, la fuga di capitali. «C'è del genio in East Africa, ma non è connesso al mondo», ha chiosato l’esperto. Ed ecco Bitcoin, che nella testa di Mwine non è una potenziale soluzione teorica a questi problemi, perché è di fatto una risposta tangibile, che sta già funzionando.

Quindici minuti per un round di finanziamento

«Tutti gli imprenditori che hanno compreso appieno Bitcoin hanno cambiato il modo in cui pensano al denaro, le transazioni e il principio della proprietà». Bitcoin non richiede permessi, ha accesso globale al capitale, come certifica la storia personale raccontata dal palco dallo speaker: «Una delle persone da cui ho raccolto fondi era proprio qui poco fa: ci sono voluti esattamente 15 minuti per chiudere un round di finanziamento. Come ci siamo arrivati? Abbiamo viaggiato insieme e a un certo punto mi hanno detto: “Brindon, stai raccogliendo investimenti?” Ho risposto di sì. “Ti mando semplicemente Bitcoin”, mi hanno assicurato. E così abbiamo completato la transazione, ancor prima di tornare in hotel». Nessuna cifra esorbitante, ha precisato, ma quanto bastava per portare il suo business da «non avere nessun furgone per i tour a possedere il nostro furgone per i tour».

Ed ecco un caso concreto in cui la teoria si trasforma in risultati: dietro non c’è nessun governo, nessun intermediario e zero burocrazia. Questo modello sta creando quello che Mwiine chiama «education and enterprise»: un nuovo ibrido, che permette agli imprenditori africani di fornire consulenze su self-custody, insegnare come lavorare con Bitcoin e vendere prodotti fisici. «Ora possono vendere questi prodotti su scala internazionale e ricevere pagamenti lo stesso giorno».

GorillaSats: safari a prova di rimborso istantaneo

GorillaSats, la compagnia safari di Mwiine, è la dimostrazione concreta dell’efficacia di questo modello nonostante, come ha precisato lui stesso, «abbiamo iniziato senza alcun capitale». Il vantaggio per i clienti è triplo: risparmiano denaro, perché non devono pagare le commissioni bancarie, e tempo, perché possono pagare due o tre giorni prima dell'arrivo, potendo fare leva su una flessibilità impossibile da replicare attraverso i sistemi tradizionali. «Chi opera nel settore bancario deve ricevere la prenotazione, aspettare quattro giorni lavorativi e, nel caso tu voglia optare per la cancellazione, devi aspettare altri quattro giorni lavorativi per ricevere il rimborso. Nel nostro sistema, invece, tu puoi pagarmi stamattina e cambiare idea la sera, e io ti rimborso entro le 20:00». Mwiine ha fatto una pausa, giusto il tempo di far assorbire pienamente il concetto. «Pensate a cosa produce questo in termini di fiducia nella testa del mio cliente». Questo DNA, evidentemente diverso, dell'East Africa include anche il mobile money, che Mwine definisce «Bitcoin sulle rotaie fiat» e che ha preparato il terreno per Lightning Network, soprattutto per la gig economy. «Le persone stanno cercando di guadagnare online. Svolgono piccoli compiti e hanno bisogno di essere pagati subito, perché quei soldi sono quello che serve per assicurarsi il pranzo: non possono di certo aspettare tre giorni lavorativi o pagare il 20% di commissioni». Aziende come Tando, Bitika, Chapsmart e GorillaSats stanno insomma rivoluzionando i pagamenti Bitcoin in East Africa. «Puoi comprare Bitcoin e spenderli istantaneamente, ovunque. Se scegli di assumere un grafico, puoi pagarlo una volta che consegna il lavoro e lui sarà felice, perché può usare quei soldi istantaneamente».

Quando Bitcoin sostiene cultura ed economia circolare

«Bitcoin non è solo un asset, amici miei. È una cultura», ha tagliato corto Mwine, quando sullo schermo è apparsa l'immagine di Man Like Kweks, un artista Bitcoin della Tanzania. «Ha messo mani al suo talento, ha compreso Bitcoin e ora sta facendo musica. Come? Produce e carica i suoi pezzi su una piattaforma abilitata Bitcoin, così io e voi, quando ci piacciono le sue canzoni, possiamo mandargli 1 o 2 dollari per manifestargli il nostro apprezzamento». Un dollaro: non è tanto, certo, ma moltiplicatelo per migliaia di ascoltatori e improvvisamente un artista in Tanzania può vivere della sua arte senza doversi rivolgere ad alcun intermediario. E poi ci sono i giovani ballerini del Dance Battle Festival, sempre in Tanzania. «Una volta che hanno concluso la loro esibizione, possono semplicemente mostrarvi un QR code e attraverso questo ricevere sats». Ed eccola, l’ennesima domanda di Mwiine: provocatoria, sì, ma potente. «Perché stiamo pagando Spotify o Netflix se possiamo pagare direttamente i veri artisti?». Bitcoin Arusha, ancora in Tanzania, rappresenta l’evoluzione di questo modello: «È la forma di economia circolare più interessante in East Africa», secondo lo speaker. In sostanza, si tratta di un ecosistema che si è sviluppato attorno a POWA (Proof of Work Academy), centro educativo Bitcoin fondato proprio dal già citato rapper tanzaniano Kweks nella zona di Arusha-Kilimanjaro. Qui i content creator locali hanno costruito un sistema innovativo: attraverso piattaforme abilitate Bitcoin, ricevono micropagamenti in sats da sostenitori globali come forma di apprezzamento per i contenuti prodotti. Il valore entra dall'estero attraverso donazioni Lightning istantanee e viene immediatamente speso nel territorio presso commercianti che accettano bitcoin. «Un processo che con i sistemi bancari tradizionali richiederebbe almeno un mese e vedrebbe intermediari trattenere una quota significativa delle rimesse, mentre con Bitcoin avviene in tempo reale preservando l'intero valore».

Quei 115 bambini: l'impatto che conta davvero

«Se paghi con Bitcoin con uno scopo, se lo fai per produrre un impatto, ottieni qualcosa di fenomenale», ha detto Mwine mostrando le immagini di diverse economie circolari nell’Africa dell’Est. «Individuano un problema nella comunità locale, si organizzano e lo risolvono, grazie a piccoli ma indispensabili contributi di 1, 2 o 3 dollari». Tra i progetti personali di Mwine, ce n'è uno che va in questa direzione: un orfanotrofio che si prende cura di 115 bambini, in Uganda. «Persone come voi sono in grado di contribuire a sforzi comunitari in tutto il mondo istantaneamente. Non hai bisogno di spostarti, andare in banca e spiegare perché stai mandando soldi per sostenere un “progetto misterioso”. E non serve molto, per contribuire fattivamente». La matematica è semplice ma devastante per il sistema tradizionale delle charity. «Se tutto il valore di quello che hai messo a disposizione per dare un aiuto raggiungesse direttamente la persona che stai aiutando, non ci sarebbe bisogno di sostegno continuo». L'impatto ottenuto attraverso l'economia circolare Bitcoin è incredibile, ma «se guardate i soldi che abbiamo speso rispetto a quello che spende la charity tradizionale, è pazzesco. Stiamo lasciando un sacco di soldi sul tavolo, soldi che finiscono nelle tasche dei banchieri». Altri progetti? Sì, eccome: un'attività di snack re-brandizzata grazie ai sats, una palestra in Kenya, un tavolo da biliardo, un progetto di produzione del miele. Insomma, Bitcoin - come certificano le tante vicende raccontate nel corso del Plan ₿ Forum - che tornerà il 23 e 24 ottobre 2026 - è lo strumento attraverso cui si sta costruendo un modello economico completamente nuovo, nel quale tanti imprenditori africani stanno insegnando al resto del mondo cosa significa, davvero, usarlo consapevolmente. Storie su storie, così tante e affascinanti che si fa fatica a raccontarle tutte in un articolo. E allora, proprio per lasciare un focus non dispersivo, Mwiine ha sintetizzato l'esperienza africana in poche lezioni essenziali e ha chiuso con una citazione di Ludwig von Mises: «L'energia creativa dell'imprenditore è il fondamento di una società libera e prospera».


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.

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