Marcus: «Bitcoin è come internet per il denaro»

Al Plan ₿ Forum di Lugano, il CEO di Lightspark ha illustrato la sua missione: trasformarlo in una rete aperta per tutti i pagamenti globali.
Dalla chiusura di Libra (Meta) al lancio di Spark, l'infrastruttura L2 che punta a muovere "trilioni di dollari al giorno", senza il bisogno che gli utenti sappiano di usare Bitcoin.
Al Plan ₿ Forum di Lugano, il CEO di Lightspark ha illustrato la sua missione: trasformarlo in una rete aperta per tutti i pagamenti globali.
Dalla chiusura di Libra (Meta) al lancio di Spark, l'infrastruttura L2 che punta a muovere "trilioni di dollari al giorno", senza il bisogno che gli utenti sappiano di usare Bitcoin.
Una conversazione che aveva il sapore della rivincita ha preso vita sul palco principale del Plan ₿ Forum, a Lugano, il 25 ottobre scorso, dal preciso istante in cui David Marcus si è accomodato sulla sua sedia per rispondere alle sollecitazioni di Walker America. Non una rivalsa personale, ma la rivalsa di un'idea: trasformare Bitcoin nell'infrastruttura aperta per i pagamenti globali.
Iniziamo, però, da qualche appunto sul protagonista di uno dei panel più attesi nel corso della quarta edizione della rassegna. Quello di Marcus, appunto, CEO e co-fondatore di Lightspark con un curriculum che pochi possono vantare nel mondo tech e fintech, ma che si porta dietro anche la cicatrice di un tentativo fallito. «Se stai cercando di cambiare in profondità il modo in cui il denaro si muove, devi costruire qualcosa di veramente neutrale, veramente aperto e davvero inattaccabile», ha dichiarato subito, sul WAGMI Stage del Palazzo dei Congressi. «E l'unica cosa adatta a questo scopo è proprio Bitcoin».
Un'affermazione che suona come una lezione appresa sulla propria pelle e che oggi guida ogni mossa di Lightspark. Marcus, classe 1973, nato a Parigi da padre rumeno e madre iraniana, e poi cresciuto a Ginevra, è un imprenditore seriale fin da giovanissimo. A 23 anni fonda la sua prima azienda in Svizzera, un Internet Service Provider, cui segue una società di mobile payments. Nel 2007 matura, però, la convinzione che, per avere un impatto reale, dovrà trasferirsi nella Silicon Valley. Così vende Zong - la sua startup di pagamenti mobile - a PayPal (era il 2011) per 240 milioni di dollari e pochi mesi dopo si ritrova, quasi per caso, a suo dire, a guidare un'intera divisione di PayPal. Nel 2014 Mark Zuckerberg lo convince a passare a Facebook per costruire Messenger, che sotto la sua guida raggiunge oltre un miliardo di utenti. Nel 2018, però, Marcus torna ai pagamenti con un progetto ambizioso: Libra, poi rinominato Diem, cioè una criptovaluta globale pensata per essere integrata in WhatsApp e nelle altre app di Meta. Ma il progetto in questione scatena una reazione politica violenta e, nel giugno 2021, Janet Yellen, segretaria al Tesoro USA, «si sveglia una mattina e sostanzialmente stacca la spina», ha raccontato Marcus. Ed è lì che nasce l'intuizione definitiva: costruire su Bitcoin, non su una blockchain proprietaria. Nel maggio 2022 fonda così Lightspark, raccoglie 175 milioni di dollari da a16z e Paradigm, e dà il via alla missione di una vita.
Un'infrastruttura degli anni Settanta
«A livello globale, muoviamo ancora il denaro nello stesso modo in cui lo muovevamo negli anni Settanta del secolo scorso», ha spiegato Marcus al pubblico. «Ci vogliono tre giorni, la rete non funziona il venerdì dopo le 17:00, è chiusa e solo le banche vi hanno accesso». Il contrasto con il presente tecnologico è stridente: «Siamo in una fase in cui le persone guidano auto con il cervello e noi siamo ancora in questo stato». La frustrazione è palpabile, ma è anche il motore che spinge Lightspark. «Siamo gli idraulici di Bitcoin», ha riassunto Marcus con un'immagine efficace. L'obiettivo non è rivoluzionario nella forma, ma nella sostanza: rendere Bitcoin più veloce, più economico e maggiormente efficiente come livello di settlement neutrale. Per farlo, Lightspark ha costruito Spark, che è un Bitcoin Layer 2 lanciato circa sei mesi prima del Plan ₿ Forum, retrocompatibile con Lightning Network, ma progettato per superarne i limiti strutturali.
La prima grande dimostrazione di questa visione è arrivata proprio quando Lightspark ha annunciato la partnership con SoFi, una banca digitale statunitense con diversi milioni di clienti, che è diventata la prima banca federale USA a offrire rimesse internazionali tramite Bitcoin Lightning. Il servizio, partito dal corridoio USA-Messico, permette di inviare dollari che arrivano in pesos in un secondo, 24 ore su 24, sette giorni su sette, con commissioni ben al di sotto della media nazionale. «Nessuno che usa quel prodotto per inviare denaro dagli Stati Uniti in diversi paesi del mondo capisce che sta usando Bitcoin», ha sottolineato Marcus. «E penso che questa sia la fase uno». L'analogia con l'email è immediata: nessuno pensa a SMTP o TCP/IP quando invia una mail, eppure quei protocolli sono l'infrastruttura invisibile che rende tutto possibile. Allo stesso modo, BTC può diventare il binario invisibile su cui viaggiano i pagamenti globali, mentre gli utenti vedono solo, ad esempio, franchi svizzeri che partono e dollari che arrivano, istantaneamente.
Le stablecoin come “cavallo di Troia”
Ma la strategia di Lightspark non si ferma alla rete invisibile. Marcus ha un piano per far diventare Bitcoin l'asset di uso quotidiano per miliardi di persone, una strategia che passa attraverso un "cavallo di Troia": le stablecoin. «Ho avuto un percorso schizofrenico con le stablecoin perché sono completamente centralizzate», ha ammesso candidamente. «Ma il cavallo è uscito dalla rimessa e noi non lo riporteremo dentro». Meglio, allora, che le stablecoin girino su blockchain Bitcoin piuttosto che su blockchain centralizzate. Proprio per questo, Lightspark ha annunciato la partnership con Tether, il più grande emittente di stablecoin al mondo, un connubio sorto per integrare Spark nel Wallet Development Kit (WDK) di Tether. Il modello proposto è semplice quanto efficace: un wallet con due saldi, il conto corrente in dollari (Tether USD₮) e il risparmio in BTC. «È l'equivalente, senza i prestiti, di un conto bancario leggero per miliardi di persone in tutto il mondo», ha spiegato il CEO. Ma c'è di più: le piattaforme possono offrire rewards e yield in Bitcoin a chi detiene stablecoin. «Questo è un grande cavallo di Troia per ottenere una più diffusa adozione di BTC e creare miliardi di wallet abilitati in tutto il mondo molto più velocemente».
Un altro vantaggio competitivo di Spark rispetto ai Layer 2 di Ethereum o ad altre blockchain sta nella struttura dei costi. «La cosa che ho sempre trovato stridente quando usi una stablecoin su molte di queste altre reti è che attività completamente slegate dai pagamenti fanno impennare i prezzi delle commissioni a insaputa degli utenti», ha spiegato Marcus. «E improvvisamente muovere un dollaro ti costa 400 dollari su Ethereum», ha aggiunto, sarcasticamente. Su Spark, invece, le commissioni sono fisse: un centesimo per transazione, pagabile nella stablecoin stessa che si sta trasmettendo, senza bisogno di detenere ETH o altre criptovalute per coprire i costi. Una differenza sostanziale per chi costruisce prodotti di pagamento mainstream.
Trilioni di dollari al giorno: la vision
La visione a lungo termine è ambiziosa quanto necessaria. «Muovere trilioni di dollari al giorno su rete Bitcoin», ha dichiarato il protagonista del panel, guardando ai prossimi cicli di halving. «Connettere Bitcoin in tempo reale a tutti gli endpoint che contengono denaro e che devono spostarlo dal punto A al punto B». È un processo in due fasi: prima l'infrastruttura, invisibile, decentralizzata, veloce, economica, che rende la rete Bitcoin un binario neutrale per i pagamenti globali. Poi, gradualmente, la proliferazione di wallet - embedded, self-custodial, di ogni tipo - che contengono sia stablecoin sia BTC, rendendo questi asset parte delle transazioni quotidiane di miliardi di persone. Così, l’invenzione di Satoshi Nakamoto viene presentata come «rete aperta di denaro per internet», ha sintetizzato Marcus. L'esperienza passata, le cicatrici politiche, hanno insegnato al CEO di Lightspark una lezione fondamentale: bisogna costruire su qualcosa che nessun governo, nessuna azienda, nessun singolo attore possa spegnere con una telefonata. E Bitcoin è quella infrastruttura, mentre la sua azienda sta scommettendo che la sua rete diventerà il protocollo standard per il denaro globale, esattamente come quello TCP/IP lo è diventato per internet.
Per approfondire questo tema e quanto altro discusso nella due giorni Plan ₿ Forum, l’evento luganese divenuto la conferenza Bitcoin più importante d’Europa, continuate a seguire la nostra rubrica. E, perché no, cominciate già a valutare di partecipare di persona alla sua quinta edizione, in programma venerdì 23 e sabato 24 ottobre 2026: i biglietti, disponibili a un convenientissimo prezzo early bird, sono già acquistabili dal sito web dell’iniziativa.







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