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La premier britannica: «Non trovare una soluzione significherebbe tradire gli impegni che abbiamo preso con una parte della nostra nazione»
LONDRA - Dopo il monito lanciato all'Ue sulla necessità di un compromesso sul dossier irlandese nei negoziati sulla Brexit, la premier britannica Theresa May, in visita oggi a Belfast, attacca anche i falchi euroscettici Tory che la criticano e insistono a evocare un divorzio 'no deal'.
Una posizione, avverte May rivolgendosi in particolare al suo ex ministro degli Esteri, Boris Johnson, che non tiene conto della necessità di trovare un'intesa sul confine fra Irlanda e Irlanda del Nord rispettosa degli storici accordi di pace del Venerdì Santo, di cui Londra resta uno dei garanti.
«Non trovare una soluzione significherebbe tradire gli impegni che abbiamo preso con una parte della nostra nazione e con il più prossimo dei nostri vicini», sottolinea la premier, liquidando come irrealizzabile pure l'idea - ipotizzata da Johnson - di poter evitare un "confine duro" post-Brexit fra Dublino e Belfast semplicemente usando tecnologie innovative ai varchi doganali. Tecnologie - taglia corto la premier - che per ora «non sono state individuate né attuate dove che sia nel mondo».
