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STATI UNITIAddio al magazine di Andy Warhol

22.05.18 - 21:35
La rivista, fondata nel 1969, ha chiuso dopo essere andata in bancarotta
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Addio al magazine di Andy Warhol
La rivista, fondata nel 1969, ha chiuso dopo essere andata in bancarotta

NEW YORK - Requiem per una rivista che ha fatto per mezzo secolo la storia della cultura: "Interview", il magazine fondato nel 1969 da Andy Warhol con Gerard Malanga e con il giornalista inglese John Wilcock, ha chiuso i battenti dopo essere andato in bancarotta.

La notizia è arrivata al New York Times dopo le conferme dei dipendenti su Twitter e dopo mesi di difficoltà non soltanto finanziarie: la redazione era stata cacciata dalla sede a Soho per il mancato pagamento dell'affitto, mentre l'ex direttore Fabien Baron, che nel 2008 aveva rilanciato il magazine mettendo Kate Moss in copertina, aveva fatto causa per gli arretrati e Karl Templer, il direttore creativo finiva sotto accusa per molestie sessuali.

Il proprietario Peter Brant, un collezionista d'arte miliardario sposato con la top model Stephanie Seymour, aveva comprato "Interview" nel 1989, due anni dopo la morte di Warhol, e a quel punto la rivista aveva cominciato perdere lustro.

Erano gli anni della Factory, di Studio 54 e CBGB. "Interview", soprannominata "The Crystal Ball of Pop", era dove avevano cominciato la loro carriera famosi fotografi come Herb Ritts, Matthew Rolston, Bruce Weber e David LaChapelle. Quasi 50 anni fa fu la prima rivista concentrata sul culto delle celebrità, raccontate in interviste senza filtri basate sulla loro vita quotidiana e le idiosincrasie: John Lennon nella sua intervista raccontò di quando pensava di aver visto un Ufo dalla finestra della sua casa a Manhattan; Salvador Dalì parlo' del suo divano; David Bowie della malattia mentale di suo fratello.

Le conversazioni venivano proposte letteralmente come si erano svolte, senza "editing" d sorta. Questo anche perché la rivista era stata per Warhol la prosecuzione della passione per il suo registratore.

Negli ultimi anni della sua vita il padre della pop art si era distaccato dalla quotidianità del giornale la cui direzione era stata affidata a Bob Coltello e poi a Ingrid Sischy che avevano inaugurato uno stile più convenzionale.

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