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Dal MondoCOMO: Calvi fu ammazzato. Lo sostiene il domenicale “Sunday Times”

11.12.00 - 10:21
Nei prossimi mesi sarà depositata la relazione dei tre esperti nominati dalla Procura di Roma per una nuova autopsia dopo la riesumazione del cadavere dal cimitero di Drezzo.
COMO: Calvi fu ammazzato. Lo sostiene il domenicale “Sunday Times”
Nei prossimi mesi sarà depositata la relazione dei tre esperti nominati dalla Procura di Roma per una nuova autopsia dopo la riesumazione del cadavere dal cimitero di Drezzo.
COMO.

Roberto Calvi non si tolse la vita ma venne ammazzato e appeso al “Ponte dei Frati Neri” di Londra con le tasche piene di mattoni nel giugno del ‘92.Lo afferma il settimanale della domenica “Sunday Times”, in edicola questa settinana secondo cui tre esperti nominati per far luce sul giallo sarebbero arrivati a questa conclusione.Come si ricorderà il Giudice Preliminare di Roma Otello Lupacchini dispose la riesumazione del cadavere di Roberto Calvi sepolto nel piccolo cimitero di Drezzo (Como) proprio per stabilire una volta per tutte le vere ragioni che portarono alla morte del Presidente dell’allora Banco Ambrosiano. Il lavoro peritale si baserebbe su precise analisi del D.N.A., sul nuovo esame necroscopico e su alcune documentazioni ritrovate all’epoca vicino al “Ponte dei Frati Neri" di Londra dove quello che veniva chiamato “Il banchiere di Dio” venne trovato impiccato. Secondo lo studioso di diritto Antonio Fornari, ingaggiato dalla famiglia Calvi, i tre esperti avrebbero stabilito che non vi sono elementi contradditori all’ipotesi dell’omicidio. Anzi ve ne sarebbero moltissimi che la sostengono. Su tutti un livido profondo e ben visibile sul polso della mano destra di Roberto Calvi.Dice l’esperto: “Quel livido è incompatibile con la corda usata per la presunta impiccagione. Probabilmente fu causato da qualcuno che gli afferrò con forza il polso qualche istante prima della morte”. Dopo la riesumazione, il corpo di Roberto Calvi non riposa più nel piccolo cimitero di confine, ma è stato trasferito in Valvarrone, nel Lecchese, dove già sono sepolti altri stretti parenti e dove ancora oggi vive un congiunto del banchiere. Ma se il domenicale inglese anticipa i contenuti della perizia, dal canto suo la Procura di Roma specifica di essere estranea a quanto riportato dal “Sunday Times” e di non essere a conoscenza di indagini condotte in tal senso dalle Autorità britanniche. Anzi la Procura di Roma ritiene che quanto riferito dal settimanale londinese sia una bufala, una notizia “destituita di fondamento”. Nei prossimi mesi, invece, dovrebbe essere depositata proprio la relazione sugli accertamenti compiuti in Italia dopo la riesumazione del cadavere avvenuta il 18 dicembre dello scorso anno e disposta come incidente probatorio da Otello Lupacchini, su richiesta degli avvocati che curano gli interessi delle persone sotto inchiesta con l’ipotesi di averne causato, in un modo o nell’altro, il decesso del banchiere.Tornando, invece, alle affermazioni del “Sunday Times”, il figlio di Roberto Calvi, Carlo, attualmente in Canada dove si è trasferito con la madre da moltissimi anni, avrebbe espresso particolare soddisfazione per le conclusioni della perizia svolta dai tre studiosi ingaggiati dalla famiglia Calvi. La vicenda si trascina ormai da 18 anni e da allora Carlo Calvi e sua madre non hanno mai creduto alla tesi del suicidio dicendosi sempre convinti che ci si trovi, invece, davanti ad un omicidio ben mascherato e ben “protetto”, decretato dalla mafia che all’epoca avrebbe in qualche modo allungato gli artigli all’interno del Banco Ambrosiano al centro in quegli anni di un clamoroso crac. Ma Roberto Calvi, secondo i famigliari, aveva moltissimi nemici anche all’interno del Vaticano, ed in particolare dello I.O.R., la potentissima banca della Chiesa nei cui forzieri vi è un patrimonio inestimabile.Per concludere e tornando a quanto riferisce il “Sunday Times”, la Procura di Roma, una volta ricevuto il rapporto dei tre esperti, dovrebbe chiedere il rinvio a giudizio per l’omicidio di Calvi alcuni importanti personaggi legati al malaffare e alla mafia e i cui nomi sono noti da tempo: il faccendiere sardo Flavio Carboni, il cassiere della mafia Pippo Calò e Francesco Di Carlo detto "lo Strangolatore", un trafficante di droga legato alla mafia.
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