Non accenna a placarsi lo scandalo Ucrainagate. Intanto emergono una nuova talpa e una strana telefonata fatta a giugno al leader cinese Xi Jinping
WASHINGTON - Donald Trump ordinò la scorsa primavera la rimozione dell'ambasciatrice Usa in Ucraina dopo che Rudolph Giuliani si lamentò del fatto che Marie Yovanovitch stava minando i suoi sforzi: quelli volti a persuadere Kiev ad indagare su Joe Biden e suo figlio. Lo riporta il Wall Street Journal.
Nuova talpa - Quella dello scandalo Ucrainagate non è però l'unica gatta da pelare per il presidente. La Casa Bianca, infatti è preoccupata per la presenza di una nuova talpa: un alto funzionario dell'Irs, il fisco americano, che ha denunciato come almeno un dirigente di nomina politica del Dipartimento al Tesoro ha tentato impropriamente di interferire con la revisione delle dichiarazioni fiscali di Donald Trump e di Mike Pence. Lo riporta il Washington Post, spiegando come la denuncia è ora all'attenzione del Congresso e che i democratici l'hanno già segnalata a un giudice federale.
La telefonata a Xi - Ma i grattacapi per Trump non finiscono qui. Il presidente nel corso di una telefonata con Xi Jinping nello scorso giugno - rivelata oggi di media americani - parlò delle prospettive politiche di Joe Biden ed Elizabeth Warren, suoi avversari per la Casa Bianca. Al leader cinese avrebbe anche promesso di tacere sulle proteste di Hong Kong durante i negoziati sui dazi. Lo riportano alcuni media Usa, citando fonti vicine alla Casa Bianca secondo cui i dati della telefonata furono custoditi nel sistema elettronico utilizzato per le informazioni top secret, lo stesso in cui furono messi i dati della chiamata col presidente ucraino Voldymyr Zelensky.