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UNIONE EUROPEABrexit: Londra può chiedere l'estensione del periodo di permanenza

14.01.19 - 15:07
Ma saranno i 27 Stati membri, all'unanimità, a decidere se accordarla, spiegano fonti europee. Votewatch: «Il rinvio può rafforzare i sovranisti»
Archivio Keystone
Brexit: Londra può chiedere l'estensione del periodo di permanenza
Ma saranno i 27 Stati membri, all'unanimità, a decidere se accordarla, spiegano fonti europee. Votewatch: «Il rinvio può rafforzare i sovranisti»

BRUXELLES - Londra può chiedere un'estensione del suo periodo di permanenza nell'Unione prima della Brexit, domandando di posticipare così la sua uscita dal blocco europeo, ma saranno i 27 Stati membri, all'unanimità, a decidere se accordarla. In particolare, il Regno Unito dovrebbe motivare la ragione per la quale chiede di spostare in avanti la data di divorzio, attualmente prevista per il 29 marzo. Lo spiegano fonti europee, sottolineando che l'articolo 50 dei Trattati, che regola le procedure di divorzio, non prevede d'altra parte, che in caso di posticipo, sia indicata una data del termine dell'estensione.

Il lavoro è in corso a Bruxelles, a livello tecnico, sull'ipotesi. In particolare si ragiona su come comportarsi con le elezioni del Parlamento europeo del 26 maggio, in caso di estensione del periodo della permanenza della Gran Bretagna.

Tra le congetture circolate nelle ultime ore, quella di permettere a Londra di prolungare la sua permanenza - senza dover partecipare alla consultazione europea - ma solo fino alla prima seduta del nuovo Parlamento europeo, prevista per il primo luglio.

Votewatch: «Il rinvio può rafforzare i sovranisti» - Se la data della Brexit verrà rinviata, le forze sovraniste ed euroscettiche saranno più forti nel prossimo Parlamento europeo. È quanto emerge da una proiezione del centro studi Votewatch, resa nota in vista del voto della Camera dei comuni britannica sull'accordo sulla Brexit.

Se i deputati britannici domani dovessero bocciare l'intesa raggiunta dalla premier Theresa May con Bruxelles, si potrebbe aprire lo scenario dell'estensione della permanenza del Regno Unito nell'Ue, con la conseguente partecipazione dei britannici al voto di maggio per le europee. In questo caso sarebbe il Partito popolare europeo (Ppe) a risentirne di più, con «una notevole riduzione del divario con gli altri gruppi», osserva Votewatch.

Le tre forze moderate pro-Ue all'Eurocamera - il Ppe, il gruppo S&D e i liberali dell'Alde - perderebbero insieme circa il 2% dei seggi. Ad avvantaggiarsi di un eventuale voto britannico sarebbero invece le forze sovraniste ed euroscettiche - i Conservatori Ecr, il gruppo Enf, l'Efdd - i cui seggi aumenterebbero del 3%.

I tre gruppi del Parlamento Ue in cui gli eurodeputati britannici sono più presenti sono i Conservatori Ecr (i Tory), il gruppo S&D (i laburisti) e il gruppo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (l'Ukip).

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