Alessia Pifferi dal carcere: «Io picchiata dalle detenute, ho quattro punti al viso»

La donna è in cella a Vigevano per aver abbandonato e lasciato morire la piccola Diana, sua figlia.
La donna è in cella a Vigevano per aver abbandonato e lasciato morire la piccola Diana, sua figlia.
MILANO - Aveva lasciato morire di stenti - di fame e di sete - la figlia Diana, 18 mesi, lasciandola in casa da sola per sei giorni. Era il luglio del 2022. Per questo motivo la donna era stata condannata in primo grado all'ergastolo per omicidio volontario.
«Mostro, assassina, devi morire, meriti tante botte»
Ma ora che si è giunti al processo di Appello l'imputata non si presenta in aula. Motivo? Denuncia di essere stata malmenata negli scorsi giorni dalle detenute di Vigevano, dove si trova a scontare la pena. Asserisce di aver dovuto ricorrere alle cure e a quattro punti di sutura al volto. Lo riporta il Corriere della Sera che aggiunge: quanto viene denunciato oggi dall'imputata non è cosa nuova. Infatti nell'aprile 2024 la Pifferi aveva dichiarato spontaneamente che, oltre alle violenze, di notte le compagne di carcere le «urlano mostro, assassina, devi morire, meriti tante botte».
L'inchiesta parallela
Ma c'è dell'altro, dopo la decisione a febbraio della Corte d’Appello di disporre una nuova perizia psichiatrica, il pm di primo grado - che indaga anche su presunte manipolazioni negli accertamenti psichiatrici - ha deciso di inserire nel fascicolo di primo grado un nuovo filone di indagine, quello relativo all'ipotesi di falso, che vede indagati l'avvocata di Alessia Pifferi, il consulente psichiatrico della difesa e le psicologhe del carcere a San Vittore che attestarono un deficit cognitivo alla 38enne madre della piccola Diana.





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