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CINA

«Gravi conseguenze», se gli Usa non «interrompono immediatamente le loro attività»

Per due giorni di fila un cacciatorpediniere americano è stato individuato nelle acque territoriali delle isole Xisha «senza autorizzazione»
keystone-sda.ch (Petty Officer 1st Class Gregory )
Fonte Ats ans
«Gravi conseguenze», se gli Usa non «interrompono immediatamente le loro attività»
Per due giorni di fila un cacciatorpediniere americano è stato individuato nelle acque territoriali delle isole Xisha «senza autorizzazione»
PECHINO / WASHINGTON - La Cina ha chiesto «in modo ufficiale agli Usa di interrompere immediatamente le provocazioni» nel mar Cinese meridionale, mettendo in guardia che «altrimenti ne sopporterà le gravi conseguenze». ...

PECHINO / WASHINGTON - La Cina ha chiesto «in modo ufficiale agli Usa di interrompere immediatamente le provocazioni» nel mar Cinese meridionale, mettendo in guardia che «altrimenti ne sopporterà le gravi conseguenze».

È il monito del ministero della Difesa di Pechino dopo la rilevazione per il secondo giorno di fila del cacciatorpediniere americano Uss Milius nelle acque territoriali delle isole Xisha «senza alcuna autorizzazione», con azioni che, secondo Pechino, «hanno gravemente violato la sovranità e la sicurezza della Cina» e «il diritto internazionale», ha riferito una nota del portavoce Tan Kefei.

Il Comando del teatro meridionale dell'Esercito popolare di liberazione (Pla) «ha monitorato, rintracciato e messo in guardia»: il cacciatorpediniere Uss Milius si è introdotto illegalmente nelle acque territoriali cinesi, «violando gravemente la sovranità e la sicurezza del Paese».

Le forze armate cinesi, continua la nota, prenderanno «le contromisure necessarie per salvaguardare risolutamente la sovranità e la sicurezza nazionale e mantenere risolutamente la pace e la stabilità nel Mar Cinese meridionale».

La Marina Usa ha affermato che il cacciatorpediniere stava ribadendo i suoi diritti e la sua libertà di navigazione in acque internazionali contro «rivendicazioni marittime illegali e radicali» che «rappresentano una seria minaccia per la libertà dei mari, comprese quelle di navigazione e sorvolo, per il libero scambio e il commercio senza ostacoli, nonché per la libertà di opportunità economiche per le nazioni costiere del Mar Cinese meridionale».

La Cina rivendica la sovranità sul 90% circa delle acque che si sovrappongono alle zone economiche esclusive di vari Paesi, tra cui Filippine e Vietnam: sulle relative rotte commerciali transitano circa 5mila miliardi di dollari di beni.

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