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UCRAINAIn fila per il pane, ma bombardate. Amnesty International evoca il crimine di guerra

09.03.22 - 20:00
«È stato un attacco spietato e indiscriminato alle persone che svolgevano le loro attività quotidiane nelle loro case»
Afp
In fila per il pane, ma bombardate. Amnesty International evoca il crimine di guerra
«È stato un attacco spietato e indiscriminato alle persone che svolgevano le loro attività quotidiane nelle loro case»

CHERNIHIV - Lì, c'era una fila di persone per il pane. Lì, ora ci sono detriti, rami e sassi, e forse qualche briciola. Il tre marzo diverse bombe da 500 chili venivano sganciate su Chernihiv. Erano le 12.15, 47 persone hanno perso la vita. Secondo un'analisi di Amnesty International, l'incidente costituisce un crimine di guerra.

«È stato un attacco spietato e indiscriminato alle persone che svolgevano le loro attività quotidiane nelle loro case, strade e negozi». Così Joanne Mariner, direttrice della risposta alle crisi di Amnesty International. «È stato uno de più mortali che il popolo ucraino abbia mai subito. Il procuratore della Corte penale internazionale dovrebbe indagare su questo attacco aereo come crimine di guerra».

Come scrive in un comunicato odierno, Amnesty non è stata in grado d'identificare un obiettivo militare legittimo nella zona dell'attacco o nelle sue vicinanze. Al contrario, sono state esaminate delle immagini satellitari del 28 febbraio che mostravano che in quel punto c'era una fila di persone. «Sulla base di queste immagini e delle testimonianze raccolte, riteniamo che la maggior parte delle vittime fosse in fila per il cibo quando i missili hanno colpito».

C'è Alina, 21 anni, che racconta dei genitori miracolati. «C'era la fila per il pane, davanti a un edificio giallo. Ma quando sono arrivati lì hanno valutato che l'attesa fosse troppo lunga e quindi se ne sono andati». La giovane si trovava in casa con la nonna quando le bombe sono state sganciate. «Era come se il nostro appartamento si stesse gonfiando... E poi, dopo due secondi, ho sentito le finestre venir spazzate via. Ci siamo sdraiate a terra e questo è probabilmente ciò che ci ha salvato».

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