Cerca e trova immobili
ITALIA

Violenza domestica: donna si salva fingendo di ordinare una pizza

In realtà, il numero chiamato era quello della polizia, che ha subito capito che qualcosa non andava
Deposit (Archivio)
Violenza domestica: donna si salva fingendo di ordinare una pizza
In realtà, il numero chiamato era quello della polizia, che ha subito capito che qualcosa non andava
MILANO - «Ho bisogno di voi, ho bisogno di una pizza». È la richiesta a cui si è trovato di fronte domenica sera un operatore di polizia del 112, che ha però velocemente compreso ciò che la 32enne al telefono v...

MILANO - «Ho bisogno di voi, ho bisogno di una pizza».

È la richiesta a cui si è trovato di fronte domenica sera un operatore di polizia del 112, che ha però velocemente compreso ciò che la 32enne al telefono voleva dirgli.

Infatti, dietro al messaggio apparentemente erroneo c'era una disperata richiesta d'aiuto, in una situazione di violenza domestica che stava degenerando. Si tratta di un protocollo conosciuto dalle Forze dell'ordine, che permette di individuare una richiesta di aiuto da parte di una persona che non può parlare poiché in compagnia del proprio aggressore.

Una campagna a tal riguardo, denominata «Call4margherita», era stata lanciata proprio durante il primo lockdown dall'associazione ActionAid, per sostenere le vittime chiuse in casa con dei conviventi violenti.

L'uomo, un 25enne ex compagno della donna, è stato così colto in flagrante dagli agenti accorsi sul posto, che l'hanno subito tratto in arresto. 

La polizia di Stato ha condiviso su Twitter l'audio della vicenda, consultabile qui sotto.

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE