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ITALIAEternit: botta-risposta tra difesa e accusa

19.12.17 - 15:00
L'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny deve rispondere della morte di un ex operaio dello stabilimento di Cavagnolo e della morte di una casalinga che abitava a un chilometro dalla fabbrica
Keystone
Eternit: botta-risposta tra difesa e accusa
L'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny deve rispondere della morte di un ex operaio dello stabilimento di Cavagnolo e della morte di una casalinga che abitava a un chilometro dalla fabbrica

TORINO - «Alcuni enti e associazioni, che oggi chiedono di essere parte civile nel processo, sono nate dopo il verificarsi dei fatti in oggetto e non hanno nulla a che vedere con il territorio di Cavagnolo». Così l'avvocato Astolfo Di Amato, difensore dell'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, oggi in aula a Torino durante la prima udienza del processo Eternit bis, si è opposto alla richiesta di numerose associazioni di costituirsi parte civile.

«L'elemento temporale è irrilevante, così come è irrilevante l'aspetto territoriale - è stata la replica del pubblico ministero -. In un processo come questo, la presenza di parti civili non crea nessuno squilibrio tra l'accusa e la difesa».

Schmidheiny deve rispondere della morte di un ex operaio dello stabilimento di Cavagnolo, nel Torinese, e della morte di una casalinga che abitava a un chilometro dalla fabbrica.
 

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