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CITTÀ DEL VATICANOBoom di transazioni sospette, stop a 4800 conti Ior

28.04.16 - 17:28
Boom di transazioni sospette, stop a 4800 conti Ior

CITTÀ DEL VATICANO - Triplicano le segnalazioni di transazioni finanziarie sospette, chiudono 4.800 conti allo Ior (Istituto per le Opere di Religione, comunemente conosciuto come "Banca Vaticana"), crescono le operazioni sospese preventivamente. Sono alcuni dei dati della lotta al riciclaggio diffusi oggi dall'Autorità di Informazione Finanziaria vaticana nel Rapporto Annuale 2015.

Il dato più eclatante è l'impennata delle segnalazioni di operazioni sospette: lo scorso anno sono state 544, più che triplicate rispetto alle 147 del 2014. Ma questo "non a causa di un più elevato tasso di criminalità nel settore finanziario", precisa l'Aif. Piuttosto il dato è da attribuirsi al "rafforzamento dei sistemi di segnalazione".

Per quanto riguarda lo Ior, "la questione è stata definitivamente risolta", ha spiegato il direttore dell'Autorità Tommaso Di Ruzza. Con la chiusura di 4.800 conti ad ottobre dello scorso anno è stata chiusa la partita. Si tratta, ha spiegato sempre il direttore, di "tutti i rapporti non conformi al quadro regolamentare vaticano vigente e alla politica sull'utenza adottata dallo Ior".

Altro dato in evidenzia è il passaggio transfrontaliero di denaro in contanti. La somma massima che si può portare in tasca passando le Porte della cittadella vaticana è di 10mila euro e nel 2015 si sono registrate 1.563 dichiarazioni, una media di 4 al giorno, per passaggi di denaro superiori alla cifra limite. In totale lo scorso anno sono usciti dal Vaticano, in cash, oltre 24 milioni di euro, e ne sono entrati quasi 10.

Ma i dirigenti dell'Authority di vigilanza, giunta quest'anno al suo quarto rapporto, mettono in evidenza i passi in avanti fatti nella direzione della trasparenza. "La cooperazione internazionale - ha sottolineato il presidente dell'Aif, René Brulhart - resta un impegno chiave. Sono stati sottoscritti ulteriori Protocolli d'intesa con le Autorità competenti di altre giurisdizioni e lo scambio di informazioni a livello bilaterale è aumentato significativamente".

Particolare è il rapporto con i 'vicini di casa', ovvero la Banca d'Italia. "C'è un ottimo dialogo - ha evidenziato Di Ruzza - con fiducia reciproca e comprensione delle rispettive competenze". E ora il rapporto potrebbe essere ampliato: "Siamo piuttosto fiduciosi - ha riferito sempre il direttore dell'Authority vaticana - che si possa formalizzare con la Banca d'Italia un accordo di collaborazione analogamente a quello con le autorità di informazione finanziaria".

Altro capitolo importante è il contrasto al finanziamento del terrorismo. L'Aif "ha rafforzato la propria attività a livello internazionale, inclusa quella con le Uif degli Stati esteri maggiormente esposti al rischio di attacchi terroristici, che nel 2015 hanno toccato tragicamente anche la regione europea", hanno sottolineato i dirigenti, spiegando che la prevenzione cammina su un doppio binario, la selezione dei clienti Ior ("non c'è rischio - è stato detto oggi - che enti o persone fisiche residenti in aree geografiche a rischio possano accedere ai servizi finanziari" della banca vaticana) e le segnalazioni, da parte del Governatorato, delle persone che minacciano la sicurezza internazionale, sulla base di liste delle intelligence di tutto il mondo, per verificare eventuali coinvolgimenti in transazioni di tipo finanziario.

Infine cambia il quadro degli enti sottoposti a vigilanza: nel 2015 sono stati Ior e Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica), ma con la fine del 2015 l'Apsa "è fuoriuscita dall'ambito di competenza dell'Aif" perché con un'ispezione in loco è stato verificato che non è un ente che svolge professionalmente attività di natura finanziaria. Come anche non è sotto l'ombrello Aif Propaganda Fide, le cui notizie sulla gestione degli immobili sono nel dossier Vatileaks 2.

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