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Si fa asportare il seno perché pensa di essere trans ma se ne pente

La 18enne Kayla Lovdah aveva subito un intervento di mastectomia quando aveva solo 13 anni: ora fa causa ai medici.
Center for American Liberty / 20min
Si fa asportare il seno perché pensa di essere trans ma se ne pente
La 18enne Kayla Lovdah aveva subito un intervento di mastectomia quando aveva solo 13 anni: ora fa causa ai medici.
LOS ANGELES - Ha citato in giudizio l'ospedale che le aveva asportato il seno quando aveva 13 anni. Il tutto perché, Kayla Lovdah, oggi 18enne, sostiene di essere stata spinta a farlo dai medici. La ragazza californiana, secondo quanto h...

LOS ANGELES - Ha citato in giudizio l'ospedale che le aveva asportato il seno quando aveva 13 anni. Il tutto perché, Kayla Lovdah, oggi 18enne, sostiene di essere stata spinta a farlo dai medici.

La ragazza californiana, secondo quanto ha reso noto il Daily Mail, da teenager pensava infatti di essere transgender e così aveva accettato di portare avanti un percorso di transizione, assumendo bloccanti della pubertà e testosterone senza, a suo dire, aver mai potuto beneficiare di un valido supporto psicologico.

Al culmine del percorso farmacologico, i medici della Kaiser Foundation in California avrebbero paventato ai genitori di Kayla - sempre secondo il Mail - l'ipotesi dell’intervento risolutore, sostenendo che «è meglio avere un figlio vivo che una figlia morta».

Sempre secondo l'accusa - ripresa in alcuni punti dal quotidiano britannico - la giovane sarebbe stata oggetto di un processo di avvicinamento all'intervento frettoloso: dopo un esame diagnostico di soli «75 minuti».

Nei mesi successivi alla valutazione medica, la ragazza ha subito una doppia mastectomia, di cui ora - come detto - si è pentita. Anche perché la giovane sostiene di essere stata indotta a credere di essere trans da «influencer transgender online» quando aveva solo 12 anni e non aveva la capacità di comprendersi appieno.

«La stragrande maggioranza dei bambini» con problemi simili - ha commentato Kayla - «se trattati con farmaci nella prima adolescenza, rischiano di rimpiangere la decisione presa una volta maturi». E aggiunge che la citazione in giudizio dei medici è conseguente alla consapevolezza di aver subito «abusi medici ideologici e orientati al profitto».

Il legali di Kayla Lovdah, che oggi necessita di psicoterapia come supporto alla sua salute mentale, giudicano l'accaduto come «un folle abuso su minori» e ritengono che questa sia l'occasione per impedire il ripetersi di casi simili, specie «negli stati liberali come la California, dove ideologi sconsiderati spingono alla realizzazione di questo tipo di programma».

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