Dal 1° gennaio la Turchia ha introdotto l'obbligo di far pagare le buste in plastica. La novità non piace a tutti
ANKARA - Dal 1° gennaio è entrata in vigore in Turchia una legge che impone ai negozi di far pagare i sacchetti della spesa in plastica: 25 centesimi di lira turca al pezzo (ca. 5 centesimi di franco). E come avvenuto nella vicina Italia per l’introduzione dei sacchetti per la frutta a pagamento, i consumatori si sono scatenati sui social.
Sotto l’hashtag #poşet25 (“sacchetto 25”) c’è chi immagina di chiedere una sostituzione in garanzia di un sacchetto un po’ rotto, chi si fa immortalare con le tasche e le mani cariche di spesa pur di non pagare l’odiato balzello, chi fa la spesa con la carriola, chi si felicita del “tesoretto” di buste usate accumulato negli anni e anche chi, orgoglioso, sfoggia la propria borsa riutilizzabile.
C’è, però, chi è andato oltre. Come riporta Hürriyet Daily News, infatti, nella provincia di Niğde un uomo e una donna hanno portato con sé al supermercato un asinello dotato di bisacce, che hanno riempito con i loro acquisti dopo aver finito di fare la spesa.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Arif Arifoğulları Ⓐ️ (@arif_arifogullari) in data:
#Poset25 kuruş pic.twitter.com/03zfG1VvCp
— Zafer ALTUNTAŞ (@zaferaltuntasss) 1 gennaio 2019
Poset yırtık çıktı, şimdi ne yapmalıyım garanti kapsamında olduğunu düşünüyorum da???? #poşet25 pic.twitter.com/2NZuCLpRhs
— UMIT ARSLANTAS (@umitarslnts) 1 gennaio 2019
Annem akıllı kadın bu iki çekmecede en az 60 tane poşet var.
— Türker (@turkersanci) 2 gennaio 2019
0.25x60=15 ₺ #Poset25 #poset #poset25krs #poset25kurus pic.twitter.com/Wl4ZFqKwnT
fdsgf