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FRANCIAMacron sul caso Benalla: «Ha sbagliato»

25.07.18 - 21:50
Il presidente francese ha parlato per la prima volta del proprio bodyguard: «Sanzione proporzionata dall'Eliseo. Ora lasciamo che la giustizia faccia il suo corso»
Keystone
Macron sul caso Benalla: «Ha sbagliato»
Il presidente francese ha parlato per la prima volta del proprio bodyguard: «Sanzione proporzionata dall'Eliseo. Ora lasciamo che la giustizia faccia il suo corso»

PARIGI -La polizia ha fatto irruzione nel palazzo dell'Eliseo per perquisire l'ufficio di Alexandre Benalla, l'ex bodyguard e collaboratore di Emmanuel Macron indagato per le violenze del primo maggio a Parigi. E in serata il presidente ha ammesso, per la prima volta davanti alla stampa, che «Benalla ha sbagliato».

Come ieri di fronte alla cerchia ristretta dei deputati En Marche, il leader sotto attacco da una settimana, si è addossato - per la prima volta davanti alle telecamere - tutte le responsabilità. L'ha fatto da Bagnères-de-Bigorre, la casa in cui da giovane passava le vacanze con la nonna nei Pirenei. Ha aggiunto che a suo avviso la sanzione inflitta dall'Eliseo a Benalla era «proporzionata», ma spetta alla giustizia dire l'ultima parola. Quindi l'affondo contro i media («Avete detto tante sciocchezze») e contro quei politici dell'opposizione che, secondo il presidente, hanno perso la «ragione».

Dopo averlo accusato ieri di tradimento, il presidente si è mostrato più clemente nei confronti del suo ex 'gorilla' di 26 anni. Benalla? «Sono fiero di averlo assunto, era dedito, aveva un profilo diverso, ha fatto molte cose buone». Poi ha tagliato corto: «La Repubblica non è infallibile, tutti fanno degli errori».

Pochi minuti prima, a un migliaio di chilometri di distanza, si concludeva la perquisizione nel palazzo simbolo del potere transalpino, in Rue du Faubourg Saint-Honoré, fatta in presenza dello stesso Benalla e a dimostrazione, secondo alcuni osservatori, dell'indipendenza della giustizia. Nei giorni scorsi, gli inquirenti avevano già perquisito la sua casa di Issy-Les-Molineaux, nell'hinterland parigino.

Prima della nuova controffensiva di Macron, erano andate avanti, per tutto il giorno come un rullo compressore, le audizioni delle commissioni d'inchiesta dell'Assemblea Nazionale e del Senato. Dall'estrema destra di Marine Le Pen all'estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon, passando per il Partito socialista e i Républicans, l'opposizione non molla. Alcuni pretendono che il presidente vada direttamente a testimoniare dinanzi ai parlamentari, mentre gli esperti si spaccano sulla legittimità costituzionale di quest'ipotesi.

Intanto, in Senato, il capo di gabinetto del presidente Patrick Strozda ha riconosciuto che a maggio, nonostante la sospensione di due settimane per le violenze sui giovani dimostranti, Benalla intascò per intero il suo stipendio da 6'000 euro. Un'altra imbarazzante ammissione, che contraddice la prima versione fornita dal portavoce dell'Eliseo, Bruno Roger-Petit, che invece assicurò che allo stop delle funzioni corrispose anche quello del salario. Ora quei soldi verranno sottratti dalla liquidazione che seguirà il licenziamento di Benalla, ha assicurato l'alto funzionario.

Dalla Renault Talisman 'presidenziale' con tanto di sirene fino al secondo appartamento 'di servizio' al Palais de l'Alma, residenza vip dell'Eliseo in una zona chic della capitale, la stampa fa l'inventario dei 'benefit' di cui ha goduto il 'Mr. sicurezza' di Macron. Tra questi, un controverso porto d'armi mai autorizzato dal ministero dell'Interno, l'accesso a documenti confidenziali dello Stato (Secret Défense) e un badge di accesso all'Assemblea nazionale. Nelle prime dichiarazioni di ieri sera dinanzi ai suoi, Macron aveva liquidato con una battuta le voci che da giorni circolano sui social network: «Benalla non ha mai detenuto i codici nucleari, non ha mai occupato un appartamento di 300 metri quadri in Place de l'Alma, non ha mai guadagnato 10'000 euro e non è mai stato il mio amante».

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