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UNIONE EUROPEAFrontex: «Sarebbe opportuno un codice di condotta per le Ong»

12.07.17 - 10:22
Amnesty International: «Migliaia di vite sarebbero a rischio»
Keystone
Frontex: «Sarebbe opportuno un codice di condotta per le Ong»
Amnesty International: «Migliaia di vite sarebbero a rischio»

BRUXELLES - «Ho incontrato diverse Ong e vedo la pertinenza di introdurre una qualche forma di codice di condotta. Non spetta a noi decidere del contenuto ma siamo pronti a contribuire con una consulenza tecnica». Così il direttore di Frontex Fabrice Leggeri in merito al lavoro portato avanti dall'Italia e dalla Commissione europea a riguardo.

Tra i migranti che arrivano lungo la rotta del Mediterraneo centrale «sono ben pochi coloro che hanno bisogno di protezione, la probabilità che ottengano lo statuto di rifugiati è molto bassa», ha aggiunto Leggeri in un'audizione al Parlamento europeo.

Si tratta dunque perlopiù di «migranti economici: essenzialmente - ha proseguito - provengono da Paesi sub-sahariani. Ma stranamente sono numerosi anche i cittadini dal Bangladesh, che arrivano per via aerea a Tripoli».

Amnesty International: «Migliaia di vite sarebbero a rischio» 

Il codice di condotta per le Ong che effettuano operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo centrale, così come concepito, «rischia di mettere a rischio la vita di altre migliaia» di persone. È quanto dice in una nota Amnesty International e Human Rights Watch «dopo aver visionato una bozza del documento».

«Per assurdo - sottolinea Iverna McGowan, direttore dell'ufficio europeo di Amnesty - il tentativo di impedire alle navi delle Ong di operare nelle pericolose acque vicino alla Libia rischia di mettere in pericolo migliaia di vite».

La bozza di codice presentata dall'Italia alla riunione informale dei ministri dell'Interno Ue svoltasi a Tallin, scrive Amnesty nel comunicato, limiterebbe l'attività delle unità delle Ong impedendo loro di entrare in acque libiche per effettuare salvataggi, proibendo l'utilizzo di segnali luminosi rivolti verso mezzi che stanno correndo un pericolo imminente di naufragio e obbligandole a tornare in porto per sbarcare i naufraghi invece di poterli trasferire in mare su altre navi.

La bozza, si legge nella nota, include la minaccia di rifiutare alle navi delle Ong di sbarcare i naufraghi in Italia se il codice di condotta non sarà sottoscritto e se le sue disposizioni rispettate. «Qualunque codice di condotta, se necessario - sottolineano Amnesty e Hrw - dovrebbe avere l'obiettivo di rendere le operazioni di ricerca e soccorso più efficaci». Ma così com'è oggi, il codice potrebbe invece «in alcuni casi ostacolare le operazioni e ritardare gli sbarchi in porti sicuri entro un tempo ragionevole violando gli obblighi che gli Stati e i comandanti devono rispettare in base alla legge internazionale del mare».


 
 

 

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