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Dal MondoVotazioni 5 giugno: analisi Vox, Röstigraben non determinante

19.07.05 - 13:44
Votazioni 5 giugno: analisi Vox, Röstigraben non determinante

BERNA - Il fossato fra i partiti politici è stato più profondo che il Röstigraben tra Svizzera romanda e tedesca nelle votazioni popolari dello scorso 5 giugno sull'adesione elvetica agli accordi di Schengen e Dublino.

Secondo un'analisi vox pubblicata oggi dall'Istituto di ricerche gfs.bern, dalle urne è uscita una decisa differenza di posizione fra città e campagna, indipendentemente dalla regione linguistica, e, d'altro canto, i votanti si sono spesso attenuti rigorosamente alle consegne di voto dei loro partiti.

Rispetto alla votazione del 1992 sull'adesione allo Spazio economico europeo (SEE) c'è stato un avvicinamento tra Svizzera romanda e tedesca, nota l'istituto di ricerche. Presso la popolazione della campagna romanda il sostegno all'apertura verso l'Europa si è sgonfiato: il 53% ha detto "sì" a Schengen/Dublin; mentre nel 1992 una quota del 71% era a favore del SEE. Nelle città della Svizzera tedesca sono invece aumentati i favori europeisti: dal 53% per il SEE si è passati al 72% per Schengen/Dublino.

In generale il popolo svizzero ha approvato con il 54,6% di "sì" gli accordi che che prevedono l'abolizione dei controlli sistematici alle frontiere dei Paesi aderenti e l'introduzione della cooperazione internazionale in materia di polizia, giustizia e asilo.

Sul comportamento di voto - sottolinea gfs.bern - l'appertenenza politica ha giocato un ruolo molto più importante di quella linguistica. Soprattutto i simpatizzanti dei partiti di governo hanno seguito le consegne di voto: il 92% dei sostenitori dell'Unione democratica di Centro (UDC) hanno respinto gli accordi, mentre li hanno accolti il 72% dei votanti del Partito popolare democratico (PPD), il 79% del Partito liberale radicale (PLR) e l'82% del Partito Socialista (PS).

Dalla votazione sul SEE, lo scarto fra i democentristi e i sostenitori degli altri partiti borghesi di centro destra è così più che triplicato, scrive oggi l'istituto bernese nella sua analisi.

L'appartenenza politica si è fatta sentire in modo forte anche sull'altro argomento in votazione lo scorso 5 giugno: l'unione domestica registrata di coppie omosessuali è stata accettatata da una maggioranza di sostenitori PS, PLR e PPD, nonché dai giovani e da persone con atteggiamento moderno. L'opposizione è invece venuta da simpatizzanti UDC, persone anziane, tradizionaliste e di chiesa. Secondo gfs.bern, il tipo di confessione non ha giocato un ruolo importante. Anche in questo caso l'appartenenza linguistica o il sesso hanno influito poco sull'orientamento di voto.

In generale, rispetto all'unione registrata, i votanti hanno ritenuto più importanti gli accordi di Schengen e Dublino, che hanno fatto da "locomotiva" dello scutinio. Vi hanno pertecipato il 56% degli aventi diritto, a fronte di una media del 44% negli ultimi anni. Come di consueto la partecipazione aumenta in funzione dell'età e della posizione sociale.

L'analisi constata che il consenso per i due oggetti (rispettivamente il 54,6% e il 58% di "sì") in votazione popolare il 5 giugno in generale cresce parallelamente al livello di formazione e sociale del votante. gfs.bern nota che per le due proposte in votazione una decisione precoce ha favorito piuttosto il "sì", mentre i votanti che si sono decisi nella fase finale della campagna sono stati più numerosi a mettere nell'urna un "no".

ATS
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