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Dal MondoUe: la storia ripassa da Roma, firmata la Costituzione

29.10.04 - 19:48
Ue: la storia ripassa da Roma, firmata la Costituzione

ROMA - La storia europea ripassa da Roma. Nelle sale del Campidoglio dove quasi mezzo secolo fa i padri fondatori lanciarono l'avventura europea, oggi i leader europei hanno solennemente siglato la Magna Charta dell'Europa del ventunesimo secolo, hanno battezzato la Costituzione dell'Europa dei 25, nata, a sua volta, appena pochi mesi fa.

Qualche goccia di pioggia ha brevemente bagnato la piazza del Campidoglio senza rovinare la cerimonia ma ricreando in qualche modo l'atmosfera del 25 marzo 1957 quando la nascita della Cee fu salutata da un cielo grigio e piovoso.

I sogni dei padri fondatori sono diventati oggi realtà. Diventano realtà anche le idee lungimiranti di quei pochi visionari che sulle macerie della seconda guerra mondiale avevano disegnato il progetto di un'Europa unita e mai più divisa e in guerra.

Eppure, anche nel giorno della festa, la tradizione che vuole l'Europa vivere perennemente sul filo del rasoio è stata rispettata. Non è stata soltanto una giornata di celebrazioni e di brindisi, di discorsi e di strette di mano. È stata anche una giornata di fitte consultazioni informali tra i leader e il presidente della commissione designato Josè Manuel Durao Barroso.

L'Europa che oggi mette la firma sul libro del trattato costituzionale è, infatti, la stessa Europa che due giorni fa, a Strasburgo, non è riuscita a varare la nuova Commissione europea che deve sostituire quella di Romano Prodi. È l' Europa che guarda con timore e preoccupazione a quel processo di ratifiche nazionali senza il quale la Costituzione non potrà mai entrare in vigore.

È la storia della costruzione europea. Ogni passo avanti comporta l' apertura di nuovi problemi, ogni nuova conquista crea la necessità di nuovi equilibri.

Barroso ha iniziato la sua corsa contro il tempo e la sua disperata ricerca dei necessari aggiustamenti per la composizione della nuova Commissione proprio da Roma. Mentre al Quirinale si brindava alla Costituzione europea il presidente già provava a sondare gli umori dei leader europei. Finita la cerimonia della firma, Barroso ha dato il via a una serie di consulti bilaterali alla ricerca di quel punto di equilibrio che metta tutti d'accordo, istituzioni europee e governi.

Ma non è questo l'unico pensiero per i leader della Nuova Europa. La Costituzione è sicuramente un punto di arrivo fondamentale, ma è anche e soprattutto, adesso, il punto di partenza di una strada alla cui fine c'è il compimento del processo di ratifica nazionale.

Non c'è nulla di scontato, come hanno ricordato molti leader europei anche oggi. I singoli Paesi si sono divisi in due gruppi. Da un lato quelli che hanno scelto la strada della ratifica parlamentare, più sicura, e dall' altro coloro che hanno scelto la scommessa dei referendum popolari. Tra questi paesi c'è la Gran Bretagna con il suo nutrito zoccolo duro di euroscettici. E c'è quella Francia europeista a livello governativo ma con una inquietante tradizione che vuole i referendum popolari contraddire le linee decise dall' esecutivo.

Ci vorrà molto tempo, forse un paio di anni, e molto lavoro prima di vedere, se tutto andrà bene, la Costituzione europea entrare in vigore. E sono molti i punti interrogativi ai quali per ora non è possibile dare una risposta. Ma un altro lungo passo è stato comunque fatto sull'infinito cammino della costruzione europea. D'altra parte, si dice che l' Europa sia come una bicicletta: per farla andare e funzionare bisogna sempre pedalare. Oggi è stato dato un colpo di pedale forte e deciso. All' orizzonte c'è già la salita della composizione della nuova Commissione.

ATS
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