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Powell: ''Stiamo lentamente circondando la capitale irachena''Rumsfeld: ''Il maggiore pericolo sara' a Baghdad''

28.03.03 - 11:27
''Ma la vittoria e' certa: presi 3500 iracheni''. Rivolta popolare anti-Saddam a Bassora
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Rumsfeld: ''Il maggiore pericolo sara' a Baghdad''
''Ma la vittoria e' certa: presi 3500 iracheni''. Rivolta popolare anti-Saddam a Bassora

Washington, 25 mar. - (Adnkronos) - ''Questa campagna potra' diventare ancora piu' pericolosa nei prossimi giorni, quando arriveremo a Baghdad, ma il risultato e' sicuro''. Lo ha detto il segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, che, in una conferenza stampa in corso al Pentagono, ha ribadito la sua soddisfazione per come sta procedendo la campagna militare. ''Abbiamo preso prigionieri 3500 iracheni e altre migliaia sono scappati'' ha detto. ''La fine del regime e' certa, l'unica cosa incerta e' i giorni che saranno necessari per ottenerla'' ha detto ancora. Ma poi ha aggiunto: ''Siamo piu' vicini all'inizio che alla fine''.

Nel corso della conferenza stampa sia Rumsfeld che il capo degli Stati Maggiori Riuniti, il generale Richard Myers, hanno difeso l'andamento della campagna militare ed i piani militari. ''Un buon piano che ci ha permesso di arrivare nelle prossimita' di Baghdad in cinque giorni'' ha detto Rumsfeld che ha replicato con vigore alle critiche ed agli attacchi che sono venuti da diversi analisti militari. Contro i quali non ha mancato di lanciare una delle sue proverbiali frecciate: ''gli americani capiscono quello che sta succedendo, capiscono che stiamo avanzando, molto piu' di qualche analista''. Ed ancora si e' rivolto a loro, sostenendo che nessuno dell'amministrazione aveva voluto dare l'impressione che la guerra fosse un ''fatto di cinque minuti''. La verita', ha detto, e' ''che non spaiiamo quanto potra' durare, e come i costi, non sappiamo quanto potra' costare fino a quando non sappiamo quanto potra' durare''. E quando si parla di costi, si parla di costi economici ma anche umani, ha aggiunto.

La popolazione di Bassora e' sotto la minaccia delle armi dei ''feddayn'' di Saddam Hussein, ha aggiunto ancora Rumsfeld, che non ha voluto rispondere piu' precisamente alla domanda sulle notizie che arrivano dall'Iraq meridionale secondo le quali sarebbe in corso una rivolta popolare a Bassora. Ma il segretario alla Difesa ha definito ''terroristi'' i feddayn che ''vestono abiti civili'' e tendono ''imboscate, fingendo di arrendersi''. Anche il generale Richard Myers, il capo degli Stati Maggiori Riuniti, ha confermato che a Bassora ''la situazione e' cambiata'' ricordando che ''all'inizio si era pensato di superarla'' senza liberarla.

Dal canto suo, il segretario di Stato Usa, Colin Powell, ha detto che le truppe alleate si stanno avvicinando a Baghdad, e che la caduta del regime di Saddam Hussein e' ormai solo questione di tempo. ''Sono assolutamente certo che alla fine il regime cadra', e che Baghdad verra' liberata'', ha detto Powell, in un'intervista alla televisione francese France 3. ''Stiamo lentamente circondando Baghdad. La caduta del regime e' solo questione di tempo''.

''La nostra strategia e' quella di prendere il tempo necessario e fare le cose per bene. Finiremo per vincere anche se avremo dei momenti buoni e cattivi'', ha detto Powell. Il segretario di Stato, che all'epoca della Guerra del Golfo guido' l'invasione dell'Iraq, ha detto di avere piena fiducia nella strategia adottata dalle forze anglo-americane. Quanto al peggioramento delle relazioni franco-americane provocato dalla crisi irachena, Powell ha detto di essere dispiaciuto, ''ma - ha aggiunto - supereremo questo momento''.

Ecco il riepilogo dei principali avvenimenti della giornata

Bassora

A Bassora sarebbe scoppiata una rivolta popolare sciita contro i miliziani del regime che ancora resistono in citta', malgrado l'assedio delle truppe alleate, giunte alla periferia della seconda citta' irachena gia' venerdi' scorso. Lo ha riferito un giornalista di SkyNews, inviato al seguito di una delle unita' militari britanniche. La rivolta avrebbe coinvolto la popolazione sciita, che nella metropoli dell'Iraq meridionale e' ampiamente maggioritaria. La citta', che conta un milione e mezzo d'abitanti, e' difesa, oltre che dalle truppe regolari, anche dai ''Fedayn Saddam'': miliziani fedelissimi al regime, spesso scelti tra gli orfani della guerra Iran-Iraq degli anni Ottanta. Questi uomini, vestiti in borghese e muovendosi a bordo di camionette civili, hanno bloccato l'avanzata delle forze alleate con le loro azioni di guerriglia ''mordi e fuggi''.

Nella metropoli del sud, in cui vivono 1,5 milioni di persone, la popolazione ha iniziato a dimostrare, pare attorno alla sede cittadina del partito Baath, quello di Saddam. I miliziani fedeli al Rais avrebbero risposto sparando numerose salve di mortaio contro la folla, ma per sostenere la rivolta le forze britanniche che circondano la citta' sono intervenute ''sparando dei missili esattamente sul posto da dove proveniva il fuoco dei mortai''.

I miliziani fedeli a Saddam Hussein si fanno scudo dei civili, li spingono in avanti, verso la periferia, e poi, protetti dai loro corpi, aprono il fuoco contro le forze britanniche che presidiano la periferia della citta'. Lo ha riferito un portavoce militare a Kuwait City, precisando che i ''fedelissimi'' del regime, militanti del partito governativo Baath e ''Fedayn Saddam'', non dovrebbero essere piu' di un migliaio. Un massiccio attacco britannico sarebbe scattato per sostenere la rivolta popolare scoppiata nella citta' e proteggere i ribelli, riporta ancora il corrispondente che parla di massicci bombardamenti del quartier generale del Bath da dove sarebbe partita la repressione della rivolta.

Marcia su Baghdad

Le forze militari della coalizione anglo americana marciano verso Baghdad, ma una tempesta di sabbia ''senza precedenti'' ha colpito la capitale irachena questo pomeriggio alle 17.16 (le 15.16 in Italia). ''E' calata la notte all'improvviso, in meno di cinque minuti'' -ha commentato un testimone oculare per cui ''la citta' e' ora completamente al buio''. I bombardamenti americani proseguono malgrado il maltempo. I tempi dell'avanzata verso Baghdad sembrano dipendere da un'unica variabile, la reazione della Guardia repubblicana, i cui circa 100mila soldati sono considerati i meglio addestrati ed equipaggiati fra i 350mila uomini delle forze armate irachene. Tre delle sei divisioni della Guardia repubblicana - ricorda il New York Times - sono state dispiegate immediatamente attorno alla capitale irachena, e negli ultimi due giorni sono state obiettivo dei raid angloamericani che preparano la strada all'invasione di terra. La piu' forte delle divisioni e' la ''Medina'', pronta ad affrontare l'avanzata delle forze della coalizione da sud, forte di decine di carri armati T-72 di fabbricazione sovietica. ''E' una delle migliori divisioni della Guardia repubblicana, una delle piu' forti'', ammette il generale Stanley A. McChrystal, degli Stati maggiori riuniti.

Durante la notte sono state bombardate proprio le postazioni della Guardia Repubblicana, poste a difesa di Baghdad. L'attacco alla forza di elite del regime, nota la Bbc, giunge dopo cinque giorni di bombardamenti strategici sopra obiettivi nella capitale. Si tratta al momento del maggiore attacco contro la Guardia.

Il regime iracheno avrebbe tracciato una sorta di ''linea rossa'' attorno alla capitale ed avrebbe autorizzato le Guardie Repubblicane ad usare armi chimiche appena le forze angloamericane la oltrepasseranno. Lo hanno affermato fonti dei servizi americani d'intelligence, citate dalle reti televisive Cnn, Nbc e Cbs, basate su intercettazioni delle comunicazioni irachene. Il Pentagono ha detto di non poter confermare. Secondo la Nbc, la linea rossa e' stata tracciata fra Karbala e al Kut. La Cnn nota intanto che se l'uso di armi chimiche fosse stato autorizzato, questo non significa che verranno certamente usate. In precedenza il segretario di Stato americano Colin Powell ha espresso il timore che Baghdad decida un attacco chimico contro gli sciiti iracheni nel sud del paese, cercando di incolpare le forze angloamericane.

Nassirya

I marines della prima divisione sono riusciti a percorrere i tre chilometri del centro della citta' di Nasiryah grazie alla protezione assicurata da un corridoio di carri armati e da altri veicoli corazzati che poi li hanno seguiti una volta completato il passaggio dell'Eufrate e del canale Saddam. Il transito e' stato coperto dal fuoco degli elicotteri Cobra e dei carri armati. La resistenza irachena non e' stata annientata, ma rimane nella citta' che i marines, ora diretti verso al Kut, si sono lasciati alle spalle. ''La zona non e' ancora sicura'' -spiegano i militari americani. Secondi i testimoni oculari al seguito delle truppe americane due iracheni sono rimasti uccisi, uno ferito, nei combattimenti durati questa mattina almeno tre ore. Un marine e' inoltre rimasto ferito la scorsa notte dal ''fuoco amico''.

Le forze della coalizione dovrebbero quindi poter contare ora su due punti diversi da cui lanciare l'attacco contro Baghdad, da est, da Karbala, con la terza divisione di fanteria che vi e' gia' arrivata, e da ovest, da al Kut, dove la prima divisione dei marines attraversera' il Tigri. Gia' domenica i marines avevano preannunciato il controllo dei due ponti sull'Eufrate e sul canale Saddam di Nasiryah. Ma non avevano fatto i conti con la resistenza presente nel tratto di strada fra le due infrastrutture.

Umm Qasr

Un comandante militare britannico citato dall'emittente televisiva Sky News ha assicurato che la citta' di Umm Qasr e' ora ''sicura e accessibile''. Umm Qasr, nel sud dell'Iraq, e' l'unico sbocco iracheno sul Golfo.

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