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CANTONEMPS-PC. Elezioni cantonali: ecco la lista e i punti

03.02.15 - 12:00
In vista delle elezioni del 19 aprile 2015 la lista riconferma le sue proposte per confermare la sua posizione "di sinistra anticapitalista"
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MPS-PC. Elezioni cantonali: ecco la lista e i punti
In vista delle elezioni del 19 aprile 2015 la lista riconferma le sue proposte per confermare la sua posizione "di sinistra anticapitalista"

BELLINZONA - La lista MPS-PC si presenta alle elezioni cantonali del 19 aprile riconfermando le proprie posizioni con l’obiettivo di avere una presenza in Parlamento che “permette di farle conoscere ad un numero immensamente maggiore di persone”. Disponibili anche i nomi dei candidati.

Il MPS-PC è presente in Gran Consiglio con Matteo Pronzini da quattro anni,  “anni durante i quali, con coerenza e determinazione, il rappresentante di questa lista  ha difeso sistematicamente un punto di vista di netta e chiara opposizione alla politica condotta dal governo e dai partiti che lo sostengono in Parlamento”. L'obiettivo è "Dare ancora più voce ad un’opposizione di sinistra anticapitalista".

Il programma di quest’anno rinvia quindi a quello pubblicato quattro anni fa, “ancora attuale, ci sembrerebbe assolutamente ridicolo modificare delle rivendicazioni che hanno ancora tutta la loto attualità. Anche in questo modo di procedere vogliamo mostrare la nostra differenza con la maggior parte degli altri partiti che ogni. Li riteniamo ancora completamente validi e attuali, in particolare se integrati dalle iniziative concrete che nel frattempo sono state presentate e che saranno oggetto di votazione popolare quanto prima. Pensiamo, in particolare, all’iniziativa popolare “Basta con il dumping salariale in Ticino” e all’iniziativa popolare “Giù le mani dagli ospedali”.

1. No al dumping salariale, sociale e al precariato: miglioriamo salari e condizioni di lavoro

Il potere d’acquisto di chi vive e lavora in Ticino da anni continua a peggiorare. Responsabilità del padronato pubblico e privato che non perde occasione per rimettere in discussione i salari  minimi e i meccanismi di indicizzazione, oltre che ad estendere la fascia del lavoro precario. L’aumento impressionante del lavoro precario contribuisce inoltre a diminuire i livelli salariali. Infine gli accordi bilaterali hanno di fatto liberalizzato il mercato del lavoro, togliendo qualsiasi minimo controllo sui salari d’assunzione e aprendo la via al dumping salariale e sociale. Pertanto rivendichiamo: 

    • l’introduzione di un salario minimo legale di 4’000 fr mensili lordi (per 13 mensilità) per un lavoro a tempo pieno relativo a 40 ore settimanali e la compensazione del rincaro per tutti i salari del settore pubblico e privato
    • la riduzione massiccia (35 ore) dell'orario di lavoro: lavorare meno per lavorare tutti!
    • l’obbligo di notifica di qualsiasi contratto di lavoro (e delle relative modifiche) per quel che riguarda orario di lavoro e salario
    • il divieto di licenziare per motivi economici
    • il divieto di attività per le agenzie di lavoro interinale e il potenziamento del collocamento pubblico
    • la creazione di un ispettorato cantonale del lavoro che si occupi dell’applicazione della legislazione sul lavoro e  delle questioni relative alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, aumentando il numero degli ispettori del lavoro (uno ogni 5’000 occupati)
    • il rafforzamento dei diritti dei salariati sui luoghi di lavoro 

2. Fronteggiare la crisi sociale

La crisi sociale tende ad approfondirsi. Un numero sempre maggiore di persone e di famiglie sono costrette a rivolgersi ai servizi sociali, a far capo alle assicurazioni sociali, a dipendere dall’assistenza. Povertà ed emarginazione sociale toccano ormai tutti i settori della popolazione (lavoratori, giovani, famiglie, pensionati, ecc.). Per questo chiediamo:

    • introduzione di un reddito minimo garantito
    • aumento dei limiti di reddito al di sotto dei quali scatta il diritto ai sussidi per i premi di cassa malati
    • introduzione di premi di cassa malati sulla base del reddito
    • garanzia delle cure mediche, farmaceutiche e ospedaliere a tutti coloro che per ragioni economiche non possono pagare i premi di cassa malati
    • abbandono dell’utilizzazione dei contratti di prestazione da parte dell’amministrazione cantonale in ambito sociale e sanitario
    • potenziamento massiccio dell’informazione ai cittadini sui loro diritti nell’ambito delle prestazioni e delle assicurazioni sociali.
    • introduzione di un diritto alla riqualificazione professionale pagata
    • costruzione di alloggi a pigione moderata
    • blocco degli affitti 

3. Far pagare i ricchi

Mentre governo e partiti borghesi  rilanciano nuove proposte di sgravi fiscali (che in realtà favoriscono gli alti redditi) appare più che mai necessario andare a cercare i soldi là dove ci sono. Nelle tasche di chi ha grandi capacità contributive, delle SA, dei grandi patrimoni. I dati sulla concentrazione del patrimonio ci dicono che, nel nostro cantone, poco più del 2,5% dei contribuenti (coloro che dichiarano un patrimonio netto superiore a un milione di franchi) detengono quasi la metà della fortuna (per l'esattezza il 43,1%), mentre il 46,9% dei contribuenti (quelli che dichiarano una sostanza inferiore ai 50'000 franchi) possiede appena il 2,3% di tutta la ricchezza. Chiediamo perciò:

    • l’aumento dell’aliquota sugli utili delle persone giuridiche al 15%
    • il raddoppio dell’aliquota sul capitale delle persone giuridiche
    • l’aumento delle aliquote fiscali sulle persone fisiche per i redditi imponibili superiori ai 100’000 franchi
    • l’introduzione di un contributo al risanamento delle finanze del cantone sotto forma d’imposta di solidarietà sui patrimoni superiori ad 1 milione di franchi (escluse l’abitazione primaria e i beni necessari al conseguimento del reddito)
    • reintroduzione dell'imposta di successione a tutti i livelli
    • abolizione delle forme di imposizione indiretta (IVA, ecc)
    • la pubblicità di tutti i dati fiscali
    • l’abolizione delle tassazioni forfetarie 

4. Rispondere alla precarietà sociale e materiale dei giovani

La crisi economica e sociale si ripercuote sempre più sui giovani, siano essi studenti o apprendisti. I diritti fondamentali allo studio ed alla formazione sono rimessi in discussione, così come i diritti culturali e sociali. Le difficoltà finanziarie tendono sempre più a determinare in modo negativo la vita quotidiana di migliaia di giovani. Da qui i fenomeni di disgregazione sociale, di emarginazione, di visioni del futuro nelle quali è assente qualsiasi reale prospettiva. Per modificare questo stato di cose è necessaria un’azione su più fronti. In particolare rivendichiamo:

    • l’introduzione di un salario minimo legale per gli apprendisti di 1’000 franchi al primo anno (con un aumento del 30% per ogni altro anno successivo di apprendistato)
    • la gratuità dei trasporti pubblici per studenti e apprendisti
    • l’aumento del limite di reddito determinante al di sotto del quale scatta il diritto all’assegno di studio
    • il potenziamento delle scuole professionali a tempo pieno per la formazione di giovani che non trovano un posto di apprendistato
    • 10 settimane di vacanze per gli apprendisti (parificazione con gli studenti)
    • il raddoppio dei posti di   tirocinio nell’amministrazione cantonale e nelle aziende pubbliche e parapubbliche
    • l'introduzione del diritto di voto a 16 anni
    • l'accesso gratuito per i giovani alle manifestazioni culturali

5. Difendere il servizio pubblico, estenderne il controllo popolare

Da anni ormai il servizio pubblico è costantemente sotto attacco. Padronato e forze politiche borghesi elaborano sistematicamente nuove e articolate proposte per smantellare il servizio pubblico. Poste, ferrovie, telecomunicazioni, energia elettrica sono sistematicamente orientate verso il mercato e verso la logica aziendale. Invece di preoccuparsi di rispondere in modo sempre più efficiente e a minor prezzo ai bisogni dei cittadini queste aziende pubbliche hanno ormai imboccato la logica del perseguimento della massima redditività e del massimo profitto. Così sono soppressi posti di lavoro, conoscenze, competenze, infrastrutture. A tutto questo va detto un chiaro “no”. Per questo noi ci batteremo:

    • per la difesa dei posti di lavoro alle Officine FFS e il loro sviluppo attraverso la realizzazione di un centro di competenze nel settore dei trasporti come proposto
    • dall'iniziativa popolare
    • contro tutti i piani di riorganizzazione condotti dalla Posta e per un potenziamento delle infrastrutture e del servizio postale
    • contro la soppressione di posti di lavoro nelle FFS, in particolare rifiutando i piani di riorganizzazione in strutture come le Officine di Chiasso
    • per la riapertura delle stazioni FFS e degli uffici postali nelle regioni periferiche e per la reintroduzione del traffico ferroviario regionale
    • contro l'ulteriore esternalizzazione di attività pubbliche e per la ricantonalizzazione di alcune attività (pulizie, mense, ecc.)
    • per un reale controllo pubblico su aziende che, pur avendo una proprietà pubblica, agiscono con una logica di mercato di aziende private. Pensiamo qui in particolare alla Banca dello Stato e all’Azienda elettrica ticinese (AET)

6. Per una vera parità uomo-donna

A oltre dieci anni dall’approvazione della legge sulla parità le discriminazioni subite dalle donne in ambito salariale, formativo, professionale, ecc. non accennano a diminuire. Le discriminazioni che oggi possiamo constatare sono praticamente le stesse di 10 o 15 anni fa. In alcuni casi anzi la situazione è nettamente peggiorata.

Di fronte a questa situazione non bastano più gli appelli, né tantomeno si può sperare che un cambiamento arrivi con il tempo. E’ necessario agire, intraprendere misure concrete che permettano di superare questa inaccettabile situazione e discriminazione. Per questo proponiamo:

    • una campagna concreta di applicazione della legge sulla parità
    • la creazione di un ufficio per la parità, con strutture, persone e mezzi adeguati
    • la costituzione, all’interno di questo ufficio, di un ispettorato per la parità (con un’ispettrice per ogni 5’000 lavoratrici attive nel cantone)
    • l'introduzione, l'estensione e la generalizzazione di congedi parentali
    • l’adozione di una legge cantonale sulle misure positive (in ambito salariale, formativo, ecc.)
    • il raddoppio (come misura minima) del numero dei posti disponibili negli asili nido e la cantonalizzazione di tutte le strutture private in questo settore.

7. Sconfiggere xenofobia e razzismo

Di pari passo con l'approfondirsi della crisi economica e sociale, padronato e partiti politici ad esso legati cercano di camuffare la realtà di questa situazione cercando di costruire un "capro espiatorio", cioè un soggetto (gli immigrati, i rom, i mussulmani, ecc.) verso i quali canalizzare il malcontento sociale. È questo l'obiettivo fondamentale delle campagne, delle

iniziative e delle politiche di stampa xenofobo e razzista che si susseguono nel nostro paese. E che hanno un solo obiettivo: dividere il fronte dei salariati, per impedirgli di agire, deviando la discussione e la rabbia lontano dai veri responsabili della crisi economica e sociale: le classi dominanti di questo paese. Per questo :

    • combattiamo tutte le politiche razziste e xenofobe
    • rivendichiamo il diritto di voto e di eleggibilità per tutti i cittadini stranieri residenti in Svizzera da almeno cinque anni
    • acquisizione automatica anche della nazionalità svizzera per tutti gli stranieri che nascono nel nostro paese
    • una politica sociale, sanitaria e della formazione che tenga conto della situazione e degli interessi dei lavoratori migranti
    • la regolarizzazione dei sans-papiers e l'introduzione e il finanziamento di corsi di lingua
    • l'elaborazione di una legge sulla nazionalità che introduca il principio del "diritto del suolo" al posto di quello attuale del "diritto di sangue"

8. Un’altra scuola, un’altra formazione

Negli ultimi anni, la scuola è stata al centro di una politica di risparmio. A questo si accompagna una serie di riforme tutte tese a renderla sempre più orientata verso le esigenze del mercato. Da qui la perdita del valore formativo e culturale della scuola, che pregiudica sia le condizioni di apprendimento (allievi e studenti) che quelle di insegnamento (insegnanti). Per questo ci batteremo per

    • la diminuzione a 20 del numero massimo di allievi per classe
    • il potenziamento delle infrastrutture in tutti gli ordini di scuola (mense, palestre, ecc)
    • il finanziamento cantonale di strutture di studio assistito (doposcuola)
    • il potenziamento delle strutture del sostegno pedagogico e la costituzione di un servizio di sostegno sociale in tutte le strutture scolastiche
    • l’abolizione di tutte le discriminazioni salariali e normative che colpiscono i giovani insegnanti
    • promulgazione di una carta dei diritti degli studenti e degli apprendisti
    • potenziamento della formazione culturale degli apprendisti
    • evitare che l'introduzione del concordato Harmos (e in particolare gli standard previsti) rendano ancor più selettiva la scuola  

9. Ambiente e trasporti

Una politica ecologica efficace e coerente non può  essere attuata se non mettendo radicalmente in discussione il modello economico capitalistico, basato  sulla crescita continua di produzione e consumi. Esiste un legame causale tra capitalismo e degrado ambientale, tra sfruttamento dell’uomo sull’uomo e saccheggio della natura. È da qui che è necessario partire per ripensare il mondo in una prospettiva di solidarietà tra le persone e tra i popoli e di rispetto dell’ambiente e del territorio.

La situazione ambientale e, in particolare, quella dei trasporti si è progressivamente deteriorata in Ticino. Per tutti le conseguenze dell’inquinamento si fanno sentire sulla salute. Alcune regioni del cantone si situano ormai al vertice dell’inquinamento a livello nazionale. E’ ora di una svolta decisiva. Per questo, rivendichiamo:

    • l’adozione di provvedimenti di protezione di tutti coloro che lavorano all’aperto quando le condizioni dell’aria pregiudicano la loro salute a causa dell’inquinamento (ad esempio ozono in estate)
    • la cantonalizzazione delle aziende di trasporto comunali e regionali e la creazione di un ente cantonale dei trasporti, nonché la gratuità dei trasporti pubblici, anche attraverso un accordo tariffale con le FFS
    • l'introduzione di trasporto pubblici gratuiti
    • la rinuncia al raddoppio del tunnel autostradale del Gottardo
    • una moratoria di 20 anni sulla costruzione di nuovi centri commerciali
    • la creazione del centro di competenze sui trasporti legato allo sviluppo delle Officine FFS di Bellinzona
    • l'abbandono definitivo dell'energia nucleare

10. Solidarietà internazionale

La situazione internazionale è caratterizzata da un inasprirsi della politica imperialista armata degli Stati Uniti e dei suoi alleati. In questo contesto di guerra permanente a chiunque si opponga ai piani di domino dell’Occidente, la Svizzera mantiene un ruolo importante nella ricerca militare e nella produzione di prototipi di armamenti che vengono poi impiegati in scenari di guerra come l’Afghanistan e la Palestina. Il Ticino ha molte aziende che collaborano, anche se in forma indiretta, a questo tipo di produzioni. In tal senso ci batteremo:

    • contro la guerra e le politiche imperialiste in ogni angolo del mondo
    • per l’immediata rottura di ogni collaborazione militare tra il governo svizzero ed altri governi
    • per il divieto totale di esportazione di armi e riconversione di tutte le aziende produttrici di armi
    • per l’abolizione dell’esercito
    • per una vera politica di asilo e di accoglienza e la regolarizzazione collettiva di tutti i sans-papiers
    • per un’Europa sociale e dei popoli, quale alternativa ad un’Unione Europea che rappresenta sempre più gli interessi delle banche e delle transnazionali contro gli
    • interessi dei salariati
    • contro la mondializzazione capitalista e le politiche condotte dai suoi strumenti (FMI, OMC, ecc).       
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