In vista delle elezioni del 19 aprile 2015 la lista riconferma le sue proposte per confermare la sua posizione "di sinistra anticapitalista"
BELLINZONA - La lista MPS-PC si presenta alle elezioni cantonali del 19 aprile riconfermando le proprie posizioni con l’obiettivo di avere una presenza in Parlamento che “permette di farle conoscere ad un numero immensamente maggiore di persone”. Disponibili anche i nomi dei candidati.
Il MPS-PC è presente in Gran Consiglio con Matteo Pronzini da quattro anni, “anni durante i quali, con coerenza e determinazione, il rappresentante di questa lista ha difeso sistematicamente un punto di vista di netta e chiara opposizione alla politica condotta dal governo e dai partiti che lo sostengono in Parlamento”. L'obiettivo è "Dare ancora più voce ad un’opposizione di sinistra anticapitalista".
Il programma di quest’anno rinvia quindi a quello pubblicato quattro anni fa, “ancora attuale, ci sembrerebbe assolutamente ridicolo modificare delle rivendicazioni che hanno ancora tutta la loto attualità. Anche in questo modo di procedere vogliamo mostrare la nostra differenza con la maggior parte degli altri partiti che ogni. Li riteniamo ancora completamente validi e attuali, in particolare se integrati dalle iniziative concrete che nel frattempo sono state presentate e che saranno oggetto di votazione popolare quanto prima. Pensiamo, in particolare, all’iniziativa popolare “Basta con il dumping salariale in Ticino” e all’iniziativa popolare “Giù le mani dagli ospedali”.
1. No al dumping salariale, sociale e al precariato: miglioriamo salari e condizioni di lavoro
Il potere d’acquisto di chi vive e lavora in Ticino da anni continua a peggiorare. Responsabilità del padronato pubblico e privato che non perde occasione per rimettere in discussione i salari minimi e i meccanismi di indicizzazione, oltre che ad estendere la fascia del lavoro precario. L’aumento impressionante del lavoro precario contribuisce inoltre a diminuire i livelli salariali. Infine gli accordi bilaterali hanno di fatto liberalizzato il mercato del lavoro, togliendo qualsiasi minimo controllo sui salari d’assunzione e aprendo la via al dumping salariale e sociale. Pertanto rivendichiamo:
2. Fronteggiare la crisi sociale
La crisi sociale tende ad approfondirsi. Un numero sempre maggiore di persone e di famiglie sono costrette a rivolgersi ai servizi sociali, a far capo alle assicurazioni sociali, a dipendere dall’assistenza. Povertà ed emarginazione sociale toccano ormai tutti i settori della popolazione (lavoratori, giovani, famiglie, pensionati, ecc.). Per questo chiediamo:
3. Far pagare i ricchi
Mentre governo e partiti borghesi rilanciano nuove proposte di sgravi fiscali (che in realtà favoriscono gli alti redditi) appare più che mai necessario andare a cercare i soldi là dove ci sono. Nelle tasche di chi ha grandi capacità contributive, delle SA, dei grandi patrimoni. I dati sulla concentrazione del patrimonio ci dicono che, nel nostro cantone, poco più del 2,5% dei contribuenti (coloro che dichiarano un patrimonio netto superiore a un milione di franchi) detengono quasi la metà della fortuna (per l'esattezza il 43,1%), mentre il 46,9% dei contribuenti (quelli che dichiarano una sostanza inferiore ai 50'000 franchi) possiede appena il 2,3% di tutta la ricchezza. Chiediamo perciò:
4. Rispondere alla precarietà sociale e materiale dei giovani
La crisi economica e sociale si ripercuote sempre più sui giovani, siano essi studenti o apprendisti. I diritti fondamentali allo studio ed alla formazione sono rimessi in discussione, così come i diritti culturali e sociali. Le difficoltà finanziarie tendono sempre più a determinare in modo negativo la vita quotidiana di migliaia di giovani. Da qui i fenomeni di disgregazione sociale, di emarginazione, di visioni del futuro nelle quali è assente qualsiasi reale prospettiva. Per modificare questo stato di cose è necessaria un’azione su più fronti. In particolare rivendichiamo:
5. Difendere il servizio pubblico, estenderne il controllo popolare
Da anni ormai il servizio pubblico è costantemente sotto attacco. Padronato e forze politiche borghesi elaborano sistematicamente nuove e articolate proposte per smantellare il servizio pubblico. Poste, ferrovie, telecomunicazioni, energia elettrica sono sistematicamente orientate verso il mercato e verso la logica aziendale. Invece di preoccuparsi di rispondere in modo sempre più efficiente e a minor prezzo ai bisogni dei cittadini queste aziende pubbliche hanno ormai imboccato la logica del perseguimento della massima redditività e del massimo profitto. Così sono soppressi posti di lavoro, conoscenze, competenze, infrastrutture. A tutto questo va detto un chiaro “no”. Per questo noi ci batteremo:
6. Per una vera parità uomo-donna
A oltre dieci anni dall’approvazione della legge sulla parità le discriminazioni subite dalle donne in ambito salariale, formativo, professionale, ecc. non accennano a diminuire. Le discriminazioni che oggi possiamo constatare sono praticamente le stesse di 10 o 15 anni fa. In alcuni casi anzi la situazione è nettamente peggiorata.
Di fronte a questa situazione non bastano più gli appelli, né tantomeno si può sperare che un cambiamento arrivi con il tempo. E’ necessario agire, intraprendere misure concrete che permettano di superare questa inaccettabile situazione e discriminazione. Per questo proponiamo:
7. Sconfiggere xenofobia e razzismo
Di pari passo con l'approfondirsi della crisi economica e sociale, padronato e partiti politici ad esso legati cercano di camuffare la realtà di questa situazione cercando di costruire un "capro espiatorio", cioè un soggetto (gli immigrati, i rom, i mussulmani, ecc.) verso i quali canalizzare il malcontento sociale. È questo l'obiettivo fondamentale delle campagne, delle
iniziative e delle politiche di stampa xenofobo e razzista che si susseguono nel nostro paese. E che hanno un solo obiettivo: dividere il fronte dei salariati, per impedirgli di agire, deviando la discussione e la rabbia lontano dai veri responsabili della crisi economica e sociale: le classi dominanti di questo paese. Per questo :
8. Un’altra scuola, un’altra formazione
Negli ultimi anni, la scuola è stata al centro di una politica di risparmio. A questo si accompagna una serie di riforme tutte tese a renderla sempre più orientata verso le esigenze del mercato. Da qui la perdita del valore formativo e culturale della scuola, che pregiudica sia le condizioni di apprendimento (allievi e studenti) che quelle di insegnamento (insegnanti). Per questo ci batteremo per
9. Ambiente e trasporti
Una politica ecologica efficace e coerente non può essere attuata se non mettendo radicalmente in discussione il modello economico capitalistico, basato sulla crescita continua di produzione e consumi. Esiste un legame causale tra capitalismo e degrado ambientale, tra sfruttamento dell’uomo sull’uomo e saccheggio della natura. È da qui che è necessario partire per ripensare il mondo in una prospettiva di solidarietà tra le persone e tra i popoli e di rispetto dell’ambiente e del territorio.
La situazione ambientale e, in particolare, quella dei trasporti si è progressivamente deteriorata in Ticino. Per tutti le conseguenze dell’inquinamento si fanno sentire sulla salute. Alcune regioni del cantone si situano ormai al vertice dell’inquinamento a livello nazionale. E’ ora di una svolta decisiva. Per questo, rivendichiamo:
10. Solidarietà internazionale
La situazione internazionale è caratterizzata da un inasprirsi della politica imperialista armata degli Stati Uniti e dei suoi alleati. In questo contesto di guerra permanente a chiunque si opponga ai piani di domino dell’Occidente, la Svizzera mantiene un ruolo importante nella ricerca militare e nella produzione di prototipi di armamenti che vengono poi impiegati in scenari di guerra come l’Afghanistan e la Palestina. Il Ticino ha molte aziende che collaborano, anche se in forma indiretta, a questo tipo di produzioni. In tal senso ci batteremo: