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BELLINZONACon Federico Buffa si parla di storie dello sport, "che sono storie di uomini"

26.10.15 - 12:00
Il giornalista e telecronista sportivo italiano racconta con il suo tipico stile narrativo incalzante “Le Olimpiadi del 1936”
Con Federico Buffa si parla di storie dello sport, "che sono storie di uomini"
Il giornalista e telecronista sportivo italiano racconta con il suo tipico stile narrativo incalzante “Le Olimpiadi del 1936”

BELLINZONA - È in arrivo uno spettacolo che, partendo dalla narrazione di una delle edizioni più controverse dei Giochi Olimpici, quella del 1936, racconta una storia di sport e di guerra. Federico Buffa porta sul palco "le storie dello sport, che sono storie di uomini. Sono storie che scorrono assieme al Tempo dell’umanità, seguono i cambiamenti e i passaggi delle epoche, a volte li superano".

Come si vuole spiegare, è capitato a Berlino nel ‘36 quando Hitler e Goebbels volevano trasformare le loro Olimpiadi, o quello che  credevano che fossero le “loro” Olimpiadi, nell’apoteosi della razza ariana e del “nuovo corso”. "E invece quelle Olimpiadi costruirono i simboli più luminosi dell’uguaglianza", sono diversi gli esempi che si possono portare alla luce. Il primo giorno di gara due atleti neri sul podio del salto in alto, Cornelius Jonshon e Dave Albritton. Al secondo giorno qualcuno consigliò il fuhrer sul fatto che non era più il caso di salutare personalmente gli atleti vincitori di medaglie. Jesse Owens di medaglie ne vinse addirittura 4, due record mondiali e un record olimpico, il tutto documentato, in diretta, con le immagini di Leni Riefensthal. La sua libertà creativa ha consentito di regalare all’umanità la straordinaria smorfia di disappunto di Hitler al terzo oro di Owens. Mentre in quella stessa estate del ‘36 il mondo assisteva in colpevole silenzio alla tragedia della guerra civile spagnola, e la pace scricchiolava sull’asse Roma Berlino Tokyo, le Olimpiadi illuminavano il cielo con un’altra storia, forse la più incredibile. Due atleti giapponesi arrivarono primo e terzo alla maratona di Berlino. Alla premiazione, mentre ascoltavano l’inno, la loro testa era china. Non erano giapponesi, erano Coreani. Il vincitore Sohn Keechung,52 anni dopo, portava dentro lo stadio di Seul la fiamma olimpica del 1988 indossando come una seconda pelle la maglia della sua nazione, la Corea. Le storie dello sport sono storie di uomini, scorrono assieme al tempo, ma a volte lo fermano, quasi a chiedere a tutti una riflessione, una sospensione.

Le Olimpiadi del 1936: una storia fatta di tante storie e dentro altre storie. "Noi le raccontiamo all’interno di un luogo senza tempo, un luogo dimenticato, sospeso tra il sogno e la  realtà. Le raccontiamo con le parole di chi c’era in quei giorni esaltanti e tremendi, le raccontiamo con lo stile narrativo incalzante di Federico Buffa, le raccontiamo con la musica e le canzoni evocative di un’epoca in bilico tra il sogno e la tragedia, le raccontiamo con le immagini “rivoluzionarie” di Leni Riefensthal". “Le Olimpiadi del 1936” è uno spettacolo che miscela differenti linguaggi teatrali per una narrazione civile emozionale che non trascura gli accenti tragicomici.

Lo spettacolo sarà presentato lunedì 2 novembre, alle 20.45 al Teatro Sociale di Bellinzona. Con un’anteprima con Federico Buffa, Stefano Ferrando e Alessandro Bertoglio, alle 18.00 presso l’Auditorium BancaStato di Bellinzona. Venerdì 6 novembre, lo spettacolo sarà di nuovo proposto al Cinema Teatro di Chiasso alle 21.00.

Lo spettacolo avrà anche l'obiettivo di promuovere l'Associazione Talento nella vita e di raccogliere fondi al fine di finanziare le sue attività. "Lavoriamo per promuovere lo sport come veicolo formativo. Proponiamo attività educative in ambito sportivo e, grazie al sostegno di alcune aziende, offriamo ai ragazzi l’opportunità di svolgere degli stages professionali, con l’obiettivo di sfruttare anche in ambito professionale, le abilità attitudinali e relazionali che alleniamo in ambito sportivo".

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