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SVIZZERACani uccisi se non si paga la tassa: "Non facciamo dietrofront"

18.01.11 - 17:39
Parla il sindaco ticinese minacciato di morte. È bufera nel villaggio del Giura bernese
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Cani uccisi se non si paga la tassa: "Non facciamo dietrofront"
Parla il sindaco ticinese minacciato di morte. È bufera nel villaggio del Giura bernese

RECONVILIER – “No, non faremo dietrofront. Sarebbe come dare ragione a chi non paga la tassa sui cani”. È determinato Flavio Torti, 47 anni, originario di Stabio e sindaco di Reconvilier, un comune del Giura bernese di 2.400 abitanti. Contro di lui e dei suoi colleghi di Municipio si è scatenata una vera rivolta. Alla base di tutto c’è la lettera inviata in dicembre ai cittadini, in cui si diceva che a chi si sarebbe rifiutato di pagare la tassa sul cane sarebbe stato ucciso l’animale. “In neanche un mese – racconta Torti – abbiamo ricevuto un sacco di lettere, oltre 700. E soprattutto molte minacce di morte, un po’ da tutto il mondo. Una situazione assurda”.

Un caso mondiale - La vicenda ha origine dopo lo studio effettuato dalla commissione finanze del Comune. “Abbiamo notato – riprende il sindaco ticinese – che alcuni si rifiutavano di pagare tasse e imposte. Tra questi c’era anche gente che non voleva pagare la tassa annua di 50 franchi sui cani. Ma stiamo parlando di una quarantina di persone. Non di migliaia. Ecco perché ritengo che sia fuori di testa tutto questo clamore. Mi hanno scritto dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti. Animalisti infuriati, estremisti pronti a fare di tutto nel nome della ‘giustizia’. E tutto questo per una frase”. Una frase, tra l’altro, che fa riferimento a un articolo ben preciso della legge cantonale sulla tassa dei cani.

Paura delle minacce - Flavio Torti ha un’impresa che si occupa di pavimentazione stradale. È sposato ed è padre di due figli. Da 9 anni è sindaco di Reconvilier. “Non mi è mai accaduta una cosa simile. La trovo gravissima visto che noi, in realtà, non abbiamo fatto nulla. A Reconvilier non è stato ucciso alcun animale. E c’è gente che parla di massacro, addirittura alcuni tirano in ballo Hitler”. Nonostante le minacce di morte, Torti non teme né per la sua salute né per quella dei suoi famigliari. “Io lavoro per il bene della comunità e cerco di fare rispettare le leggi a tutti. È una questione di equità e di correttezza nei confronti di chi adempie ai propri doveri. No, non ho paura. Se avessi paura, allora dovrei smettere di fare il sindaco”.

Patrick Mancini
 

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