I consiglieri comunali socialisti chiedono l'introduzione di una quota minima del 30%
LUGANO - Nella pubblica amministrazione di Lugano ci sono troppe poche donne ai vertici. E si tratta di «una situazione oggettivamente scandalosa», come scrivono i consiglieri comunali socialisti in una mozione al Municipio (primo firmatario Raoul Ghisletta) che chiede l’adozione di un regolamento a favore della parità di genere, perché la presenza femminile possa raggiungere almeno quota 30%.
Per illustrare l’attuale situazione, nella mozione si fa il conto delle donne presenti nei consigli d’amministrazione (CdA) e di direzione di SA ed enti luganesi: nell’Ente autonomo del LAC è 1 su 7 nel CdA; alle AIL SA è 1 su 7 nel CdA, e sono 0 su 9 in direzione; alla TPL SA è 1 su 9 nel CdA, e sono 0 in direzione; nell’Ente autonomo LIS sono 3 su 7 nel CdA.
E si parla anche delle donne tra i funzionari dirigenti nell’amministrazione comunale, che nel 2019 erano il 10% (5 su 51) e nel 2019 sono il 16% (11 su 70).
«La realizzazione della parità di genere è una questione urgente da affrontare per il futuro della nostra società» si legge ancora nella mozione, che ricorda casi analoghi. Per esempio il Legislativo comunale di Berna, che nel 2012 ha stabilito a larga maggioranza l’introduzione di una quota femminile del 35% per i funzionari dirigenti dell’amministrazione comunale. E anche a Basilea Città dal 2014 sono state applicate quote per genere per i consigli d’amministrazione di enti/aziende pubbliche.