Giorgio Ghiringhelli chiede che i promotori di iniziative e referendum abbiano più tempo a disposizione per raccogliere meno firme di quelle che oggi sono necessarie
BELLINZONA - Nelle prossime settimane la Commissione Costituzione e diritti politici del Gran Consiglio dovrebbe prendere posizione su una serie di modifiche della Legge sull’esercizio dei diritti politici in vista delle elezioni cantonali del 2019.
In questo “pacchetto” di modifiche era stato inserito anche l’esame dell’iniziativa costituzionale parlamentare presentata nel 2014 da Sergio Morisoli, con la quale si chiedeva di agevolare l’esercizio dei diritti popolari in Ticino attraverso una sostanziosa riduzione del numero di firme necessarie per la riuscita di iniziative popolari e referendum e nel contempo attraverso un sostanzioso aumento del tempo a disposizione per la raccolta delle firme.
Troppe firme, poco tempo - Secondo Giorgio Ghiringhelli, la Commissione chiederà verosimilmente solo un aumento del tempo a disposizione per la raccolta firme, portando il limiti dagli attuali 60 giorni a 100, ma senza alcuna riduzione del numero di firme necessarie. Un aspetto che Ghiringhelli ritiene sbagliato, poiché facendo un confronto con gli altri Cantoni svizzeri, il Ticino risulta nelle ultime posizioni quanto a limiti di tempo e di firme per l’esercizio dei diritti popolari. «A maggior ragione dopo che il voto per corrispondenza è stato notevolmente esteso, rendendo più difficile per i promotori la possibilità di raccogliere firme davanti ai locali di voto».
Firme pagate - Questa difficoltà nell’esercizio dei diritti popolari avrebbe poi, secondo Ghiringhelli, un’altra conseguenza: «Non ci si deve lamentare se i promotori di referendum e iniziative sono in gran parte obbligati a continuare a far capo in misura preponderante a raccoglitori di firme remunerati, senza i quali con le regole attuali non sarebbe quasi mai possibile dare al popolo la possibilità di esprimersi sui più svariati temi». A titolo d’esempio, per Ghiringhelli «senza i raccoglitori di firme pagati dallo schieramento Lega/UDC i cittadini di Bellinzona non avrebbero potuto esprimersi sugli onorari dei municipali».
Voltamarsina - Infine, “il Guastafeste” si dice perplesso riguardo al comportamento di alcuni partiti: «Nel 2007 in occasione della votazione popolare su una mia iniziativa popolare intitolata “Più potere al popolo con diritti popolari agevolati”, il PLR e il PPD (che a quell’epoca disponevano di 53 seggi in Gran Consiglio) si schierarono contro l’iniziativa, mentre che PS, Lega dei ticinesi, UDC e Verdi (che in totale avevano 35 seggi) si schierarono a favore. Oggi invece la situazione si è ribaltata, con 41 seggi per il PLR e PPD e 46 seggi per gli altri quattro partiti, eppure in Commissione non si è trovata la maggioranza necessaria per sostenere con coerenza e determinazione l’iniziativa Morisoli, che oltretutto è meno incisiva della mia».