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LUGANOQuell'omertà nelle cliniche: "Non deve più succedere"

24.09.13 - 12:41
Critiche dall'avvocato di parte civile nei confronti delle cliniche dove ha lavorato l'infermiere a processo per abusi sessuali su diverse pazienti
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Quell'omertà nelle cliniche: "Non deve più succedere"
Critiche dall'avvocato di parte civile nei confronti delle cliniche dove ha lavorato l'infermiere a processo per abusi sessuali su diverse pazienti

LUGANO - Nella tarda mattinata di martedì, il presidente della Corte Rosa Item ha concesso la parola al rappresentante dell'accusatore privato, l'avvocato Renata Loss Campana. Il legale di parte civile ha evidenziato il clima di omertà, e la paura di accusare ingiustamente, che hanno regnato negli anni durante i quali l'imputato ha potuto agire in diverse strutture cliniche e private ticinesi.

 

Cliniche che hanno rilasciato certificati di lavoro positivi. Come per esempio accadde per la struttura che, negli anni 90, lo aveva licenziato a causa di un primo procedimento penale per abusi nei confronti di due pazienti. Sul certificato rilasciato si legge che l'imputato è "un dipendente con buone capacità professionali e dal carattere espansivo che contribuisce al buon ambiente lavorativo".

 

"Questa non è un'accusa - ha voluto precisare l'avvocato - ma un'amara constatazione di quello che è successo. E che non deve succedere mai più", ha ripetuto Renata Loss Campana.

 

L'avvocato ha ricordato alcuni episodi di maltrattamento e ha citato le testimonianze delle vittime e dei loro sguardi di terrore, delle urla soffocate, del sentimento di disgusto e ribrezzo, del loro senso di colpa, della paura di non essere creduti.

 

Per le cinque vittime ancora viventi che rappresenta, l'avvocato Renata Loss Campana ha chiesto un risarcimento totale di 95mila franchi e per i familiari delle vittime già decedute un importo di franchi 5.000 a testa.

 

"Non si tratta di risarcire la perdita della gioia di vivere, ma il male fatto" ha dichiarato Renata Loss Campana.

"Chiedo giustizia per tutte queste persone - ha concluso l'avvocato - sperando che non succeda più".

 

Pochi minuti prima di mezzogiorno ha preso parola lavvocato che rappresenta la donna costretta a subire congiunzioni carnali attraverso la somministrazione di sedativi. L'avvocato ha definito l'imputato "peggio di un mostro perché non si mostrava."

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