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LUGANO

Piscina di Carona: all'orizzonte c'è il ricorso al TRAM

Sono almeno una ventina i cittadini che si oppongono al progetto del glamping del TCS
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Fonte Cdt / laRegione
Piscina di Carona: all'orizzonte c'è il ricorso al TRAM
Sono almeno una ventina i cittadini che si oppongono al progetto del glamping del TCS

LUGANO - Lo scenario che la Città di Lugano sperava di evitare si sta materializzando: la decisione del Consiglio di Stato, che a fine ottobre aveva respinto i tre ricorsi e dato luce verde alla variante di Piano regolatore per accogliere il glamping del TCS, potrebbe ora essere impugnata davanti al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM). Un passaggio che rischia di allungare ancora i tempi del rilancio turistico dell’area.

A muoversi, secondo Corriere del Ticino e laRegione, sono due gruppi distinti. Il primo è rappresentato dall'avvocato Piero Colombo, che è stato incaricato da un gruppo di almeno una quindicina di cittadini (non solo di Carona, ma anche di Lugano e Mendrisio). Il secondo è composto da tre residenti nel quartiere. Colombo conferma di essere al lavoro sul ricorso, che dovrà essere depositato entro il 27 novembre. Anche la STAN, attraverso il presidente Tiziano Fontana, non esclude di unirsi alla battaglia, anche se «non abbiamo ancora deciso nulla». La decisione del Governo, afferma, presenta «criticità non evase».

Il nodo, spiegano i ricorrenti, è pianificatorio: è davvero possibile inserire un villaggio glamping all’interno di un’area pubblica in un periodo in cui le zone edificabili non possono essere ampliate? Colombo evoca un paragone eloquente: «Se al parco Ciani, che è un parco pubblico, venissero costruite trenta casette e un ristorante si porrebbe il problema. Anche il parco di Carona è pubblico, quindi si pone lo stesso problema».

Dall’altra parte, il capodicastero Cultura, sport ed eventi Roberto Badaracco accoglie la notizia «con grande delusione» e dice di essere «stupito», ma non «sorpreso». Ribadisce che il Consiglio di Stato ha riconosciuto l’interesse pubblico del progetto, che prevede un investimento complessivo di 16 milioni – oltre 10 a carico della Città – e una partnership tra pubblico e TCS sul modello del glamping già realizzato a Olivone. «Ci hanno imputato di aver fatto ricatti ma in realtà sono poche persone che non fanno l’interesse pubblico e ritardano solo l’esecuzione di un'opera importante per il quartiere. Andremo alle calende greche e a farne le spese saranno i cittadini di Lugano e di Carona».

Intanto una certezza già c’è: un eventuale passaggio al TRAM congelerebbe il progetto per almeno un altro anno, forse di più.

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