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I reati di inondazione, franamento e violazione delle regole dell’arte edilizia, ipotizzati, si prescriveranno nel 2019
LUGANO - Mentre nell'inchiesta sul crollo nel San Salvatore, avvenuto nel 2017, l’Ufficio federale delle strade (USTRA) si è costituito accusatore privato, si affaccia il rischio della prescrizione.
I reati di inondazione, franamento e violazione delle regole dell’arte edilizia, ipotizzati dalla procuratrice Chiara Borelli, riferisce la Rsi, si prescrivono infatti in sette anni. Che non partono dal momento dell'incidente, ma dal febbraio-marzo del 2012, quando avvennero gli interventi di ripristino. A causare il crollo, ricordiamo, furono diversi fattori, alcuni dei quali legati proprio ai suddetti lavori.
Le indagini si sono concentrate in particolare sui fori di sfogo per l’acqua. Martedì Borelli ha interrogato l’operaio che si occupò meterialmente di quei fori. «Li feci laddove mi dissero di farli – è stata la sua risposta -.Alcuni fori furono praticati in seconda battuta. Si dovette cioè tornare indietro, dopo avere constatato la presenza di acqua».
Tra gli indagati vi sono gli ingegneri dello studio che ha progettato la ristrutturazione e gli uomini della ditta incaricata di realizzarla.
