Ancora oggi pendolari e viaggiatori hanno dovuto fare i conti con disagi. Le spiegazioni delle FFS
BELLINZONA - «Ormai non ci si può fidare nemmeno più della ferrovia». È questa la sensazione di sconforto che si riscontrava, negli scorsi tre giorni, tra le numerose persone che con la nevicata di lunedì hanno deciso di utilizzare quello che spesso si pensa essere il mezzo più affidabile: il treno. Ma ancora oggi, quando l’arrivo della neve risaliva ormai all’altro ieri, pendolari e viaggiatori hanno dovuto fare i conti con tutta una serie di disagi, dai treni soppressi a ritardi imprecisati. «Si è trattato di molti imprevisti occorsi quasi contemporaneamente, per via dei quali non è stato possibile ripristinare velocemente la situazione» ci spiega dunque il portavoce FFS Patrick Walser, che a nome dell’impresa di trasporto si scusa con la clientela.
Pochi centimetri di neve. Come si spiega il caos ferroviario?
«Le FFS effettueranno un’analisi attenta delle cause che hanno portato a questi problemi e ne trarranno i dovuti insegnamenti così da, per quanto possibile, prevenirli in futuro. Sottolineiamo però che non si trattava di pochi centimetri, perlomeno nel Sopraceneri, dove ha nevicato senza sosta fino a sera inoltrata. A Biasca, per esempio, nel pomeriggio si registravano oltre cinquanta centimetri e ad Airolo oltre ottanta. È chiaro che, pur potendo prevedere la meteo, situazioni di questo tipo complicano notevolmente il lavoro di gestione sia della linea che dei viaggiatori. Aggiungiamo che nella giornata di lunedì si è verificato un importante guasto a una linea di contatto a nord di Bellinzona, fatto che ha portato all’interruzione totale del traffico da e per Bellinzona. Questo guasto è senz’altro stato esacerbato dalle condizioni meteo, ma avrebbe potuto verificarsi in qualsiasi momento dell’anno. La giornata di martedì è stata invece contraddistinta da due eventi importanti: l’interruzione della tratta panoramica a causa della neve e la chiusura di uno dei due tubi della galleria di base del San Gottardo, dovuto a un guasto tecnico occorso a un treno merci che è poi rimasto bloccato per alcune ore in galleria permettendo di riflesso la circolazione dei treni a lunga percorrenza solo in un tubo. Ad aggiungersi a questo quadro i numerosi cantieri sulla rete ticinese. Cantieri indispensabili in vista dell’apertura della galleria di base del Monte Ceneri a fine 2020».
Ancora oggi, molti utenti hanno dovuto fare i conti con ritardi, treni soppressi e coincidenze mancate. Ma non nevicava più. Come si spiega?
«Nella giornata di oggi i problemi sono minimi. Il traffico regionale circola nuovamente con regolarità e in larga parte secondo orario. Vi sono alcuni piccoli ritardi, dovuti a due eventi non legati alla neve: da un lato una perturbazione agli scambi a Maroggia, dove si è registrato un guasto al motore, dall’altro un treno che sul Ceneri ha rotto il gancio di trazione e ha dovuto essere riagganciato. Il traffico a lunga percorrenza procede a cadenza oraria anziché semi-oraria, in quanto vi sono degli scambi innevati, poco prima dell’entrata sud della galleria di base del San Gottardo, su cui i tecnici stanno alacremente lavorando. Il fatto è che questo scambi si trovano su una tratta ad alta velocità, il che implica lo sbarramento del binario (misure di sicurezza a cui le FFS devono sottostare) e la conseguenza è che una sola canna della galleria di base è in funzione. La situazione dovrebbe comunque risolversi entro sera».
Si parla di scambi “bloccati” dal freddo: è possibile che ciò accada su un’infrastruttura moderna?
«Questa situazione si verificava un tempo e si verifica ancora oggi. Si tratta di una questione meccanica: la neve che si accumula tra il binario e la lingua dello scambio si schiaccia e dopo qualche tempo si forma un blocco di neve compatta che non fa andare in posizione lo scambio. Alcuni scambi principali sono dotati di riscaldamento che però non sempre riesce a sciogliere la neve se questa è particolarmente pesante o nevica molto in poco tempo (anche cinque centimetri di neve pesante possono bloccare uno scambio)».
La sensazione di molti utenti è che «un tempo la ferrovia funzionava meglio»...
«No. In caso di nevicate simili si sono sempre verificate situazioni di questo tipo. Certo, un tempo circolavano meno treni e molte meno persone, e di conseguenza era più facile garantire la circolazione dei treni previsti. Oggi, invece, con la disponibilità ridotta a causa della neve non è sempre possibile garantire tutti i treni previsti. Come già detto non dimentichiamo che in Ticino, fino al 2020, saremo confrontati con molti cantieri».
In caso di numerosi ritardi, anche “imprecisati”, sembra mancare una sufficiente informazione. Le FFS intendono migliorare la comunicazione ai passeggeri?
«La comunicazione è sicuramente migliorabile ma va aggiunto che negli scorsi giorni si è verificato un guasto alla linea degli altoparlanti e molte stazioni non hanno pertanto avuto informazioni acustiche. Va però detto che non è facile dare le informazioni in questi casi perché la situazione evolve continuamente. Quello che possiamo in ogni caso garantire è che tutto il personale disponibile è stato inviato nelle principali stazioni per assistere la clientela nel miglior modo possibile: Bellinzona, Lugano, Locarno, Chiasso, Giubiasco, Mendrisio e altre stazioni erano presidiate da personale FFS che ha cercato di prendersi cura dei clienti».