Si è aperto il processo a carico dell’ex dirigente bancario accusato di appropriazione indebita
MENDRISIO – Gli servivano per tentare la fortuna al casinò: nove milioni di franchi che tra il 2010 e il 2014 sono stati sottratti a una trentina di clienti della banca Julius Bär. Si è aperto poco fa il processo a carico dell’ex dirigente Domenico Petrella. Davanti alla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Mauro Ermani e riunita a Mendrisio, l’imputato deve rispondere dei reati (tutti ripetuti) di appropriazione indebita, truffa e falsità in documenti.
L’ex dirigente, come ricostruito dalla procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti, avrebbe agito con il sistema “buco tappa buco”: con i soldi dei clienti l’ex dirigente copriva altri buchi finanziari. Ma nel momento in cui la situazione è diventata ingestibile, l’imputato – difeso dall’avvocato Marco Masoni – si è spontaneamente presentato alla magistratura ticinese. Agli inquirenti aveva detto che il suo stipendio annuo di 200'000 franchi non bastava a soddisfare il suo vizio del gioco.