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«Ci siamo licenziati, ora giriamo il mondo insieme»

I giovani ticinesi Daniel Garetto e Martina Rajic si sono lanciati in un viaggio memorabile tra Asia e Oceania. E hanno deciso di lasciare tutto.
Daniel Garetto e Martina Rajic
«Ci siamo licenziati, ora giriamo il mondo insieme»
I giovani ticinesi Daniel Garetto e Martina Rajic si sono lanciati in un viaggio memorabile tra Asia e Oceania. E hanno deciso di lasciare tutto.

LUGANO - «La nostra vita ci piaceva, ma era un continuo conto alla rovescia al prossimo viaggio. Così abbiamo deciso di lasciare tutto e partire». A dircelo sono Daniel Garetto, 30enne di Balerna, e Martina Rajic, 29enne di Caslano, una giovane coppia che da due mesi si è imbarcata in un’avventura speciale: un viaggio sacco in spalla senza biglietto di ritorno. 

L’obiettivo? Esplorare Asia e Oceania. E a 61 giorni dalla partenza Daniel e Martina hanno già fatto tappa a Singapore, in Indonesia, in Malesia e in Laos, e ora si trovano in Thailandia.

«Tanti desideri, e il tempo era limitato» - «Stiamo insieme da nove anni e ci è sempre piaciuto molto viaggiare. Con il tempo ci siamo poi appassionati al viaggio un po’ più selvaggio: siamo stati in Costa Rica, in Namibia, in Botswana e abbiamo girato l’Islanda in camper», spiega Martina. «A un certo punto però ci siamo resi conto che organizzare i viaggi futuri, ma anche solo parlare di quelli passati, era la cosa che ci dava più gioia. E mentre la lista dei posti che volevamo vedere e delle esperienze che volevamo fare si allungava a dismisura, il tempo rimaneva sempre limitato». 

«Ci siamo fatti due calcoli e abbiamo deciso» - Da questa consapevolezza è nata quindi una riflessione. «All’inizio abbiamo pensato di chiedere qualche mese di congedo non pagato, ma poi ci siamo fatti due calcoli e ci siamo detti che in fondo c’era la possibilità di fare di più, perché noi amiamo viaggiare nella semplicità, cercando di assaporare i luoghi nella loro essenza. E avevamo così tanta voglia di viverci a pieno questa avventura che abbiamo scelto di licenziarci e lasciare il nostro appartamento». 

«Non siamo scappati» - Una scelta radicale, questa, che non era per nulla scontata. Da qualche anno Daniel e Martina risiedevano infatti nel canton Vaud, dove conducevano una vita felice. «Abbiamo preso questa decisione in un periodo molto bello: entrambi avevamo appena ricevuto una promozione al lavoro, e ci piaceva la nostra quotidianità. Questo per dire che non siamo scappati da qualcosa, stavamo bene dov’eravamo, ma la nostra voglia di scoprire il mondo era più forte». 

Almeno un anno di viaggio - Ed è così che il viaggio è iniziato. «Abbiamo deciso, indicativamente, di fare un anno, ma vedremo come andranno le cose lungo il percorso», spiega Daniel. «Se tra dieci mesi avremo ancora voglia di viaggiare e il budget lo permetterà, potremmo anche decidere di prolungare il viaggio, o, chi lo sa, di costruire una vita in uno dei Paesi che stiamo visitando. L’idea è comunque quella di vedere tutto il sud-est asiatico, il Giappone, la Cina, l'Australia e la Nuova Zelanda». 

«Per i primi due mesi abbiamo voluto pianificare tutte le attività e gli alloggi, per non doverci perdere ogni giorno nelle questioni organizzative», precisa Daniel. «Sappiamo già ad esempio che a inizio novembre staremo due settimane in Thailandia a fare volontariato in un santuario degli elefanti. Da metà novembre in avanti viaggeremo invece in maniera più spontanea, perché vogliamo anche avere la flessibilità di stare più a lungo in un determinato posto se ci piace particolarmente». 

In Malesia, tra gli orango - Intanto Daniel e Martina si godono panorami, natura e animali. «Finora il più bel momento per me è stato vedere gli orango nel Borneo, in Malesia», racconta la 29enne. «Per diversi giorni non siamo riusciti ad avvistarli ed eravamo un po’ dispiaciuti, perché era lo scopo principale della tappa. Durante il nostro ultimo giorno nel Borneo, però, è arrivata la sorpresa e ne abbiamo potuti ammirare ben quattro. Guardare negli occhi questi animali che ci assomigliano così tanto è stato commovente…un’esperienza irripetibile». 

«Condivido», conviene Daniel. «In generale ho amato tutte le attività a contatto con gli animali, mi è piaciuto tantissimo anche nuotare con le tartarughe». 

Occhio al serpente - Il momento più difficile finora vissuto, invece, può definirsi tragicomico. «Non abbiamo avuto grandi disavventure, ma sempre in Malesia ci siamo trovati un serpente in camera. Era uscito da un buco nel pavimento», spiega Daniel ridendo. «Non so se era velenoso, però ci siamo spaventati. Il personale dell’hotel, quando abbiamo chiesto aiuto, ha riso e ci ha detto di tappare il buco con della carta igienica». 

«Familiari felici, ma dispiaciuti per la distanza» - Ma cosa pensano, a svariate migliaia di chilometri di distanza, i familiari? «Abbiamo comunicato loro che avevamo deciso di partire con oltre un anno di anticipo», premette Martina. «Mia mamma ha detto “ah sì, okay, bello”, ma poi quando è arrivato il momento delle grandi decisioni, quindi di licenziarsi e lasciare l’appartamento, è rimasta un po’ sorpresa. Aveva pensato che magari avremmo cambiato idea, che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Poi quando ha realizzato che saremmo partiti sul serio era contentissima per noi, anche se ovviamente c’è dispiacere per la lunga distanza e il fatto che non abbiamo una data di ritorno ben definita». 

L'ansia dei nonni - «Anche i miei familiari ci supportano, però è chiaro che c'è un po' di ansia», racconta Daniel. «I miei nonni erano contenti, ma prima della partenza ci hanno chiesto più volte "Però tornate, vero?", e fanno già il conto alla rovescia al nostro ritorno».

Guardando avanti, ad ogni modo, la coppia non ha timori. Nemmeno dal punto di vista lavorativo. «Se dovessimo tornare in Svizzera sappiamo che in Romandia ci sono tante opportunità lavorative, e abbiamo comunque accumulato anni di preziosa esperienza. Per questo non ci siamo neanche posti il problema e siamo fiduciosi», sottolinea Daniel. 

«Non esisteva un momento più giusto per partire» - «I nostri rispettivi lavori non ci dispiacevano assolutamente, ma a un certo punto abbiamo dovuto dare delle priorità», gli fa eco Martina. «Ci siamo detti “siamo giovani, siamo in salute e le nostre famiglie adesso non hanno bisogno di noi”. Senza contare che ci siamo trovati a desiderare le stesse cose allo stesso tempo. Non esisteva quindi un momento più giusto di questo per partire».

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