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«Sostegno alle vittime di mobbing», l'OCST Donna dopo il caso Ermani

Tra le richieste quella di rafforzare le misure di prevenzione e contrasto.
Ti-Press
Fonte OCST
«Sostegno alle vittime di mobbing», l'OCST Donna dopo il caso Ermani
Tra le richieste quella di rafforzare le misure di prevenzione e contrasto.
BELLINZONA - La bufera che sta spazzando il tribunale penale cantonale dopo la denuncia presentata dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti nei confronti del presidente del Tribunale penale, Mauro Ermani, del vice Marco Villa e di A...

BELLINZONA - La bufera che sta spazzando il tribunale penale cantonale dopo la denuncia presentata dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti nei confronti del presidente del Tribunale penale, Mauro Ermani, del vice Marco Villa e di Amos Pagnamenta, per un presunto caso di mobbing subito da una segretaria, continua a suscitare polemiche e dure prese di posizione.

La politica si è mossa con differenti interventi è da più parti . Ora anche l'OCST Donna fa sentire la propria voce. «Desideriamo esprimere la nostra piena solidarietà e vicinanza alla collaboratrice che ha denunciato di aver subito atteggiamenti non consoni e profondamente inopportuni da parte del suo superiore, una persona che ricopre una carica di rilievo nel nostro Cantone», il dovuto inizio.

«OCST Donna - lavoro si schiera fermamente contro ogni forma di abuso di potere e di violazione dei diritti delle persone sul posto di lavoro, sostenendo attivamente chi, purtroppo, si trova a vivere situazioni simili. Questi episodi non devono essere mai più tollerati o minimizzati. È essenziale che tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori possano godere di un ambiente lavorativo sano e rispettoso, in cui non ci sia spazio per abusi o soprusi», la presa di posizione.

«Ci rivolgiamo alle donne, che ancora oggi risultano essere le più colpite da questi comportamenti lesivi, ma non solo. A tutte e tutti voi, lavoratrici e lavoratori, ricordiamo che non siete soli. Se siete vittime di abusi, non esitate a denunciare. Sappiamo che non è facile, e spesso la paura di ritorsioni o di non essere creduti frena le persone dal compiere questo passo. Ma il silenzio non fa che perpetuare un sistema ingiusto. Abbiate coraggio: denunciare è il primo passo per rompere questo ciclo di abusi».

E viene inoltre specificato come «da parte nostra mettiamo a disposizione un servizio di assistenza legale, un sostegno psicologico e sindacale per tutte le lavoratrici e i lavoratori vittime di molestie e mobbing. La nostra organizzazione si impegna attivamente per sensibilizzare su questi temi e promuovere il cambiamento culturale necessario affinché i diritti di tutte le persone sul posto di lavoro vengano rispettati». Questa è la precisazione. Chiediamo inoltre alle istituzioni e ai datori di lavoro di rafforzare le misure di prevenzione e contrasto contro questi fenomeni. Solo attraverso un impegno congiunto possiamo garantire un ambiente di lavoro». Questa è la chiusura della nota.

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