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SAN NAZZARO (GAMBAROGNO)Dopo oltre un secolo, stop allo storico negozio di Casa Antognini

09.10.23 - 08:30
L'attività cessa a breve. Lo sfogo della proprietaria: «Inutile insistere». Sindaco preoccupato: «Dobbiamo riflettere sul Basso Gambarogno».
Foto di Eros Taddei/ Voce del Gambarogno
Dopo oltre un secolo, stop allo storico negozio di Casa Antognini
L'attività cessa a breve. Lo sfogo della proprietaria: «Inutile insistere». Sindaco preoccupato: «Dobbiamo riflettere sul Basso Gambarogno».

SAN NAZZARO (GAMBAROGNO) - «È inutile insistere. I tempi sono cambiati». Diana Bergonzoli è la proprietaria dello storico negozio di Casa Antognini, a San Nazzaro (Gambarogno). La bottega chiuderà i battenti per sempre a fine ottobre. Non ci saranno subentranti. Gli attuali gerenti saranno gli ultimi di una lunga serie. «Fa male, dispiace – sospira la signora Diana –. Io e mio fratello abbiamo più di 70 anni. Adesso vogliamo stare tranquilli. Destineremo questo spazio ad altro». 

Da "stazione per le carrozze" a panetteria – Casa Antognini è uno di quegli edifici che ha segnato più epoche. «Durante la seconda guerra mondiale – spiega Diana – era un punto strategico. Me l'hanno sempre detto i nostri vecchi. A lungo è stato anche un posto in cui si fermavano le carrozze coi cavalli. Il negozio esisteva da oltre 100 anni, già nell'Ottocento. A un certo punto è stato anche "prestineria", mio padre ci lavorava e faceva il pane». 

«Qui l'inverno è lungo» – L'ultima gestione inizia con entusiasmo nel 2019. Poi tra Covid e crisi internazionale qualche mese fa ha deciso di gettare la spugna. Negli scorsi giorni all'esterno del negozio è spuntato un cartello in cui si ringrazia la clientela per la fiducia e si annuncia l'addio. «La gente del posto – sostiene Diana – non fa più la spesa in paese. È difficile mandare avanti un negozio così. Poi c'è anche il problema che dalle nostre parti l'inverno è lungo e non arriva il sole. C'è poca gente in circolazione. Più in generale constato che nel Basso Gambarogno stanno sparendo un sacco di attività commerciali. Peccato».

«Basso Gambarogno troppo dipendente dalla stagione turistica» – Un fenomeno che non lascia indifferente Gianluigi Dellasanta, sindaco di Gambarogno. «Il Basso Gambarogno – precisa – ha il problema della mancanza di abitazioni primarie. Si è troppo dipendenti dalla stagione turistica. Così per i commerci è complicato. Abbiamo commissionato uno studio a una società per capire come rilanciare questa zona. Vogliamo comprendere se stiamo combattendo contro i mulini a vento, oppure se c'è margine di sviluppo economico tramite degli aiuti. Come possiamo essere attrattivi? Come possiamo attirare famiglie con figli? Non vogliamo però gettare soldi alle ortiche. Ecco perché ci siamo rivolti a esperti».

«Comuni periferici indeboliti» – Circa 500 abitanti. È il numero di persone che vive tutto l'anno nel Basso Gambarogno (che inizia proprio all'altezza di San Nazzaro). Su un totale di 5'200 persone complessive che popolano il Comune di Gambarogno. «Dobbiamo chiederci perché la gente non viene ad abitare stabilmente nel Basso Gambarogno. Dobbiamo capirlo. A quel punto possiamo anche stabilire che quella parte di Comune deve essere considerata "a vocazione secondaria". Immaginiamo che il tema dei trasporti pubblici possa avere un peso. Questo però è anche un effetto della strategia federale di volere sostenere lo sviluppo delle città e dei relativi agglomerati. Così i Comuni più periferici adesso soffrono». 

L'eccezione – In chiusura una curiosità. Nel bagno di lacrime del Basso Gambarogno spicca la resistenza della bottega di Gerra che proprio di recente ha festeggiato i 25 anni dall'apertura. «Puntando anche sulla vendita di prodotti locali – fa notare Dellasanta –. Chiaramente non tutte le attività stanno andando alla stessa maniera». 

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