Ticino litigioso: un'ingiunzione ogni due abitanti. Ma il dato «è in diminuzione» spiegano dagli Uef. Il caso controverso di una 45enne
LOCARNO - Non c'è tribunale che tenga. Contro i precetti vendicativi i cittadini sono (quasi) indifesi: lo sa bene una 54enne del Locarnese che, nelle scorse settimane, si è trovata alle prese con un avvocato arrabbiato e una parcella controversa.
Ai ferri corti - La donna ha ricevuto cinque anni fa un precetto di 1600 franchi dal suo ex legale, al termine di un processo andato male. «Eravamo ai ferri corti ma alla fine ho pagato quella somma a suo tempo» racconta. Il precetto però è rimasto lì. Nemmeno due solleciti da parte del Giudice di pace sono serviti a smuovere l'avvocato, che imperturbabile spiega di non avere «alcuna intenzione» di ritirare l'ingiunzione: pur ammettendo di essere stato pagato.
Uno ogni due abitanti - Il problema non è nuovo. Il Ticino è un Cantone litigioso, lo testimonia il numero altissimo di precetti esecutivi: uno ogni due abitanti secondo gli ultimi dati degli Uffici esecuzione e fallimenti (Uef). Il dato si è sgonfiato non poco dopo il boom degli anni scorsi (da 182 a 168mila pratiche nel 2018) ma nel complesso «le procedure sono relativamente stabili» spiega il direttore dell'Uef Fernando Piccirilli.
anno | n. precetti |
2015 | 166.500 |
2016 | 179.900 |
2017 | 182.500 |
2018 | 168.700 |
Uso distorto - Una parte – impossibile dire quanti di preciso – sono precetti «pretestuosi» o vendicativi, utilizzati come strumento di ritorsione. Un abuso a cui la politica (cantonale e federale) cerca da tempo di rimediare. «Il cittadino una volta saldato il debito può chiedere la cancellazione del precetto» continua Piccirilli «ma il creditore sulla base delle giurisprudenza del Tribunale federale non è obbligato a far cancellare il precetto saldato. Alcuni chiedono il pagamento di un importo, in cambio».
distretto | n.precetti nel 2018 |
Lugano | 72.100 |
Locarno | 28.700 |
Mendrisio | 27.800 |
Bellinzona | 26.000 |
Vallemaggia | 2.000 |
«Mi chieda scusa» - In mancanza di un accordo, gli uffici cantonali devono «comunque dare seguito alla domanda di esecuzione». Nel caso di Locarno, dietro alla contesa c'è un diverbio arrivato a insulti e toni accesi. «Se la signora mi chiederà scusa sono disposto a tornare sui miei passi. Altrimenti si tenga il precetto». La ex debitrice è giunta a chiedere l'intervento della Commissione disciplinare degli avvocati, per un comportamento che definisce «di ripicca e indegno di un professionista, tenuto a interpretare la legge e a precisi doveri deontologici». A breve dovrà trasferirsi. Il rischio che la "macchia" possa danneggiarla, nella ricerca di un nuovo affitto, teme sia «concreto».