In calo i pasti vegetariani serviti negli istituti cantonali. L'associazione: «I genitori segnalano resistenze»
BELLINZONA. Tofu sì, tofu no. In Italia ha fatto scalpore la proposta di una legge che vuole multare (per 10mila euro) le scuole che non propongono un menù vegano. Da una parte i genitori “veg” sempre più numerosi e agguerriti. Dall'altra i difensori della tradizione.
Numeri in calo - In Ticino gli animi non sono meno tesi. Se la cultura vegetariana prende sempre più piede tra le famiglie – ma anche nei ristoranti e nelle fiere – i menù scolastici offrono un quadro diverso. Nell'anno 2017-18 sono stati serviti 16.800 pasti vegetariani nelle scuole post-obbligatorie ticinesi, il 4,8 per cento del totale. Il dato è in calo, fa sapere il Decs: l'anno prima erano il 5,3 per cento. Nel 2014-15 invece il 5,9 per cento.
Il Decs: «Diversificihiamo» - Le mense delle scuole medie ed elementari «praticano una politica dei pasti in cui viene promossa un’alimentazione diversificata, non offriamo quindi pasti totalmente vegetariani» spiegano dall'Ufficio della refezione (Urts). Le famiglie possono comunque farne richiesta, ma i casi «sono davvero pochi, tra i 5 e i 10 bambini all'anno».
L'associazione vegana - Il numero non sorprende la portavoce dell'associazione Club Ticino Vegano, Annamaria Lorefice. «A fronte di un aumento delle famiglie vegane nella Svizzera italiana, non assistiamo a un adeguamento dell'offerta e della mentalità nell'amministrazione pubblica, e vale anche per gli ospedali».
Ricetta «da cambiare» - Lorefice parla di «resistenze» in particolare da parte delle scuole: «Dovrebbero essere il luogo deputato all'educazione anche alimentare, invece ripropongono abitudini che la nuova scienza medica riconosce come dannose. E la massa delle persone continua ad accettarle passivamente. I numeri sono la conferma».
L'appello - L'associazione riferisce di «diverse lamentele di genitori, che hanno avuto difficoltà a richiedere il menù vegetariano». Di qui l'appello a «eliminare questi ostacoli introducendo e promuovendo un'alternativa vegetariana in tutte le mense, e in tutti i pasti» conclude Lorefice. «È una scelta morale e di salute, che non può essere più rimandata».