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BISSONEDa sindaco a inventore della Financial Art: «Coi quadri prevedo le borse fino al 2070»

20.03.18 - 08:02
Dalla politica all’arte, Ludwig Grosa racconta come ha scoperto di avere una vena pittorica e… un po' profetica
Da sindaco a inventore della Financial Art: «Coi quadri prevedo le borse fino al 2070»
Dalla politica all’arte, Ludwig Grosa racconta come ha scoperto di avere una vena pittorica e… un po' profetica

BISSONE - «Ludwig Antonio è il mio nome d’arte». È un lato tanto inedito quanto sorprendente quello che accetta di raccontare un personaggio che, se fosse vissuto qualche secolo fa, si sarebbe firmato “da Bissone”. Invece lo conoscono tutti come Ludwig Grosa, ex sindaco in passato al centro di polemiche, alcune cercate, altre subite. E comunque tra gli abiti istituzionali, ormai smessi, e la sua nuova veste artistica, che qui raccontiamo, esiste un sottile filo rosso. Per chi crede che sia quasi inevitabile, abitando lì, assorbire un po’ di quell’aria creativa che ancora circola nel paese di Borromini e Tencalla.

Primordiale come Gauguin - «Ho una formazione commerciale e la mia carriera inizia in banca presso un importante istituto» racconta Grosa. La sua passione restano però i viaggi esotici e l’arte, con la quale il legame, dice, è «primordiale». Senza scomodare il pittore Paul Gauguin e la sua fuga a Tahiti, l’attrazione per la matericità, la luce accecante dei tropici e un certo tribalismo paiono gli ingredienti alla base dello stile di Ludwig.

L’albero di Cocobolo - Giotto scopri di essere Giotto mentre da pastorello tracciava disegni sui sassi. Ludwig Antonio scopre di essere Ludwig Antonio in maniera decisamente più avventurosa. «Ero in viaggio nelle foreste pluviali del Sud America quando trovai, nel mezzo di una selva, dei tronchi d’albero di Cocobolo, ormai divorati dalla terra e logorati dal tempo». Con cura recupera la materia, che poi plasma con resine e materiali preziosi del luogo. Insomma, «rimodella questi tronchi trasformandoli in pezzi unici».

Una vena d’oro - Se la scultura è stata il primo passo, è con la pittura che trova la sua dimensione più autentica. La scintilla scocca davanti allo schermo del pc, mentre tiene d’occhio le quotazioni dei mercati. L’ispirazione gli arriva dagli andamenti dei grafici. Non solo le valute, ma anche le azioni e gli indici di borsa. «Decido di riprodurli in arte ed è secondo me un’idea geniale, perché nessuno ci aveva mai pensato prima». Col quadro dedicato alla fluttuazione dell’oro, nasce ufficialmente la “Financial Art”.

Visione e previsione - La particolarità, anzi vien da dire l’unicità, sta nel fatto che le opere di Ludwig Antonio raffigurano una previsione centennale della quotazione. Parte dalle cose fatte del 1970, ma poi si addentra nelle nebbie fino al 2070. «Naturalmente il mio è un azzardo, ma sulla base dell’esperienza acquisita sul campo. Con la mia prima opera dedicata all’oro ho sostanzialmente azzeccato le previsioni. Insomma ci faccio una bella figura» dice l’artista di un genere che si potrebbe collocare tra surrealismo, metafisica e pop art.

Il quadro finanziario - Dall’oro, al rame, passando dagli indici come il Dow Jones e le valute, per finire con le materie prime e le azioni. Finora sono una trentina i dipinti di Financial Art firmati da Ludwig Antonio. Chi li acquista entra in una sorta di esperimento, dal momento che una parte della cifra versata viene investita negli strumenti finanziari raffigurati nel dipinto. «Mi piace coinvolgere chi sceglie la mia arte. Chi compra un mio quadro accetta di viverne la previsione. E se va bene può recuperare i soldi spesi per acquistare l'opera».

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