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CANTONE«Le attività delle Commissioni paritetiche sono trasparenti?»

16.11.16 - 21:54
«Le attività delle Commissioni paritetiche sono trasparenti?»

BELLINZONA - «Le attività delle Commissioni paritetiche sono trasparenti?». È quanto si chiede Gianmaria Frapolli che gira l'interrogativo al Governo. Per il Gran Consigliere, infatti, se non controllate a dovere, le cp «potrebbero trasformarsi in strumenti coercitivi e dannosi per il modello di contrattazione sociale svizzero».

«Per questa ragione -. sottolinea Frapolli - le Cp non dovrebbero poter agire fuori da ogni schema di controllo, perché se così facessero - sospinte politicamente e forti degli ingenti mezzi finanziari accumulati attraverso i contributi dei lavoratori e delle imprese - si potrebbero creare degli abusi».

Fino ad «entrare in concorrenza anche con l’Ufficio cantonale dell’Ispettorato del lavoro».

Alla luce di quanto sopra vengono poste al Consiglio di Stato le seguenti domande:

    • Con l’introduzione dei contratti collettivi di lavoro in diversi settori e di conseguenza l’obbligo di dedurre dal salario dei lavoratori un contributo di “solidarietà”, è stata valutata anche l’opportunità di introdurre nuove regole che riconsiderino il ruolo delle Cp, per fare in modo che siano evitati gli abusi e resi trasparenti le loro attività e i bilanci annuali?
    • Considerate le cospicue risorse finanziarie che confluiscono nelle casse delle Cp si è considerata l’eventualità di rendere obbligatorio un rendiconto pubblico a beneficio della trasparenza?
    • Infine, per avere una chiara visione delle certificazioni rilasciate dalle Cp alle aziende, per far si che queste siano ritenute in regola nella partecipazione ai concorsi pubblici, si è mai verificata l’obiettività e la fondatezza di tali certificazioni?
    • In caso di risposta negativa al precedente quesito, con quali correttivi il Consiglio di Stato intende intervenire affinché le imprese non siano escluse dai concorsi pubblici a seguito di dichiarazioni non obiettive o comunque prive di elementi che né giustificano l’esclusione?
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