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SVIZZERA / TICINOQuando sono le banche a non volere il segreto bancario nella Costituzione...

16.03.10 - 19:06
In che misura la piazza finanziaria svizzera appoggia l'iniziativa per ancorare il segreto bancario alla Costituzione? Bignasca: "Abbiamo ricevuto finora 50mila franchi". Rusconi: "Francamente sono molto deluso"
Keystone
Quando sono le banche a non volere il segreto bancario nella Costituzione...
In che misura la piazza finanziaria svizzera appoggia l'iniziativa per ancorare il segreto bancario alla Costituzione? Bignasca: "Abbiamo ricevuto finora 50mila franchi". Rusconi: "Francamente sono molto deluso"

BERNA - "Difendiamo la Svizzera! Il segreto bancario nella Costituzione federale". Lanciata nel marzo dello scorso anno, la raccolta di firme per portare gli svizzeri alle urne stenta a decollare.

La Lega dei Ticinesi ha tempo ancora fino al primo ottobre prossimo per raccogliere le 45mila firme mancanti (Ne sono state raccolte finora 55mila). Il presidente della Lega, Giuliano Bignasca bussa alle porte dell'UDC nazionale e chiede direttamenta aiuto allo stratega numero uno dell'Unione Democratica di Centro, Christoph Blocher: "Mi vedrò con Blocher - ha ribadito Giuliano Bignasca - e poi vedremo. Blocher ora deve decidere. Se non ci darà una mano, cercherò di farmi sentire in Svizzera Tedesca, attraverso la stampa."

E se dall'alleato di destra la Lega spera di poter ricevere un'aiuto concreto, è proprio il mondo finanziario ticinese e svizzero a mostrare una certa reticenza nell'appoggiare l'iniziativa di Lega e UDC ticinesi: "L'appoggio finanziario da parte della piazza finanziaria ticinese, finora, è stato timido - ha ammesso Bignasca - Dalla piazza ticinese abbiamo ricevuto circa 50mila franchi, contributi provenienti da alcune piccole banche. Noi, invece, ne abbiamo messi 100mila".

Quanto può essere importante, se non decisivo, l'appoggio non solo finanziario, ma politico della piazza finanziaria svizzera alla riuscita di questa iniziativa? A questa domanda ha risposto Pierre Rusconi, presidente dell'UDC Ticino: "L'aiuto potrebbe essere fondamentale. Ma vedo che il mondo bancario svizzero è impegnato in altre faccende. L'appoggio dalla piazza finanziaria c'è stato, ma in maniera molto blanda a livello cantonale e, in linea generale, francamente, molto deludente."

Pierre Rusconi, in una breve analisi, spiega i motivi di questa timidezza che, secondo il presidente dell'UDC Ticino, è manifestata sia dal PLR, che in queste settimane sta discutendo sulle nuove strategie politiche in ambito finanziario e fiscale da adottare, sia dal Consiglio federale: "Le difficoltà nascono dal fatto che il mondo industriale non ha nessun interesse a far si che la Svizzera spinga l'acceleratore sul segreto bancario. Il segreto bancario è, infatti, causa di dissidi internazionali che vanno a interessare i nostri rapporti commerciali con gli altri paesi europei. Una situazione che gli industriali temono possa ripercuotersi negativamente sull'export".

"A mio parere - ha continuato Rusconi - un modo ragionevole per uscirne sarebbe, comunque, quello di mantenere il segreto bancario per gli svizzeri. Bisogna trovare una via praticabile, ma da quel che mi pare di capire, il mondo bancario mi sembra troppo poco determinato a cercare una soluzione. Il mondo bancario e il mondo industriale svizzeri dimostrano una scissione d'interessi. Ognuno vuole imporre la propria visione. Staremo a vedere come andrà a finire".

"Noi, comunque - conclude Rusconi - ci stiamo prodigando sia a livello cantonale con l'UDC Ticino, sia a livello federale con i giovani dell'UDC per raccogliere le firme necessarie. Con il partito centrale stiamo facendo delle pressioni in tutti i modi possibili. Ma quando il sordo non ha nessuna voglia di sentire, diventa tutto più difficile". 

Bignasca resta fiducioso ed è sicuro che, alla fine, gli svizzeri voteranno sì: "Basta raccogliere le firme, il popolo al voto ci appoggerà."

p.d'a.

Foto d'apertura: Keystone
 

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