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GIUBIASCO - "Tra le tante cose negative che porterà l'inceneritore di Giubiasco, forse questo è l'unico aspetto positivo": questo il commento di Marco Rudin, da noi interpellato, alla notizia odierna che l'Azienda cantonale dei rifiuti ha deciso di allestire uno studio di fattibilità per la realizzazione di una rete di teleriscaldamento che sfrutti il calore prodotto dall’impianto dei rifiuti in costruzione a Giubiasco. "Almeno - sottolinea - non andrà perso tutto il calore che esso produrrà e così il termine 'termovalorizzatore' avrà un senso".
Inizialmente, ci spiega il promotore dell'Associazione 'Okkio!' (la quale è stata costituita con lo scopo di vigilare attentamente che la costruzione e la messa in funzione dell'inceneritore avvengano nell’assoluto rispetto delle regole vigenti e degli impegni presi), l'idea di uno studio di questo genere era stata scartata in quanto sembrava che nessuno vi fosse interessato ma oggi, a quanto pare, le cose sono cambiate.
A parere di Marco Rudin, però, la decisione di effettuare uno studio di fattibilità è stata posticipata per poter iniziare i lavori per il metanodotto: "Se avessero deciso fin da subito che questa rete di teleriscaldamento si poteva fare, la cui realizzabilità d'altronde si sapeva, non ci sarebbe stato più il bisogno di portare il gas dappertutto". Rudin ci spiega infatti che, così come succede a Brescia (dove viene sfruttato il calore prodotto da un termovalorizzatore per riscaldare le case fino ad una distanza di 50 chilometri), anche da noi è possibile coprire tutto il Bellinzonese e forse anche più con il calore che verrà prodotto dall'impianto in costruzione a Giubiasco. "Ora - aggiunge Rudin - bisognerebbe quindi ripensare a tutta la questione del metano, in quanto non sarebbe più necessario".
La nostra conversazione con Marco Rudin si conclude con una sua sarcastica battuta: "Insomma, diciamo che ci perderà in salute a causa dell'inceneritore, almeno verrà ripagato in un qualche modo...".
S.M.
