ZURIGO - Il Touring Club svizzero (TCS) ha realizzato l'anno scorso un giro d'affari di 421 milioni di franchi e un utile di 2,4 milioni. L'organizzazione chiede alla Confederazione di rinunciare a un fondo d'urgenza per finanziare le infrastrutture dei trasporti, sostenendo per contro la necessità di un fondo infrastrutturale a lungo termine.
I servizi d'assistenza del TCS sono intervenuti nel 2004 in aiuto di 400'000 veicoli in panne. Il dato è fra i più alti mai registrati ed eguaglia quello del 2003, quando il TCS aveva tuttavia chiuso i conti per il secondo anno consecutivo in rosso (con un disavanzo di 8 milioni).
I libretti ETI continuano ad essere molto richiesti: nel 2004 il TCS ne ha venduti 750'000 per l'Europa e 159'000 estensioni al resto del mondo. Il maremoto che ha colpito il 26 dicembre 2004 il Sud-est asiatico ha evindenziato quanto possa sia importante l'assistenza data ai viaggiatori all'estero, sottolinea il TCS in una nota.
Il TCS si appresta a riorganizzare le sue strutture "per meglio integrare i vantaggi di un'organizzazione federalista ad una gestione aziendale moderna ed efficiente". A questo scopo i suoi delegati sono chiamati ad approvare, nel corso dell'assemblea che si svolge domani a Montreux (VD), i nuovi statuti che prevedono la creazione di un Consiglio delle sezioni - una sorta di consiglio d'amministrazione di 36 membri, con almeno un rappresentante per sezione - che "sarà chiamato a prendere le decisioni strategiche importanti".
Sul piano politico il TCS si oppone alla proposta del Consiglio federale di creare un fondo d'urgenza per il finanziamento dell'infrastruttura stradale e del traffico negli agglomerati urbani. L'organizzazione si batte per contro in favore di un fondo d'infrastruttura "unico e concepito a lungo termine". Attraverso tale fondo il TCS chiede tra l'altro di "portare a termine la rete autostradale entro il 2015 e non il 2020".