CABBIO - Un atto di bracconaggio con una tagliola si è registrato nelle scorse settimane a Cabbio, frazione di Uggine, nel Mendrisiotto. Nelle lame della tagliola però non ci è finito nè una volpe, nè un lupo, bensì un gattino. Ne dà notizia la Società Protezione Animali di Bellinzona (SPAB) che dopo aver recuperato il pericoloso attrezzo, il cui uso e la cui vendita sono proibite in Svizzera, ha deciso di sporgere una querela penale contro ignoti al Ministero pubblico per violazione della Legge federale sulla protezione degli animali e della Legge federale sulla caccia e la protezione dei mammifgeri e degli uccelli selvatici.
Il fatto risale esattamente allo scorso 2 ottobre. Le urla di dolore del micio sono state udite dalla proprietaria del gatto, che insieme ad un'amica ha tentato, con non poche difficoltà, di aprire la tagliola e liberare l'animale.
"Se un bambino vi avesse appoggiato un piede, avrebbe avuto la gamba spezzata di colpo", ha dichiarato il presidente della SPAB, Armando Besomi e ha aggiunto: "Si tratta di un calappio nuovo, fissato con una catena che non permette all'animale intrappolato di fuggire se solo una zampa è imprigionata. Le volpi a volte per potersi liberare rosicchiano l'arto rinchiuso con la forza della disperazione e fuggono con il moncherino".