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SVIZZERATutelare i giovani o le banche?

27.09.11 - 09:50
Oggi il Consiglio Nazionale si esprime su un'iniziativa che chiede di vietare le pubblicità per il piccolo credito
archivio Keystone
Tutelare i giovani o le banche?
Oggi il Consiglio Nazionale si esprime su un'iniziativa che chiede di vietare le pubblicità per il piccolo credito

BERNA - "Contanti subito", "Realizzate i vostri sogni", "Credito: ora o mai più", "Compra oggi, paga l'anno prossimo", "Contanti in sole 4 ore": le nostre strade sono tappezzate di allettanti messaggi pubblicitari che incitano al consumismo. Facile cedere alla tentazione e concedersi qualche lusso pur non avendone le possibilità. Facile soprattutto per i giovani, che hanno entrate finanziarie limitate, ma spesso desideri illimitati.

Metà dei giovani indebitati - Infatti, secondo uno studio di Intrum Justitia, il 49% dei ticinesi tra i 18 e i 25 anni ha dei debiti. La percentuale è ancora maggiore in Svizzera romanda (54%), mentre in Svizzera tedesca i giovani indebitati sono il 44%.

Numeri cospicui che hanno fatto puntare l’indice contro le pubblicità delle banche che concedono piccoli crediti, pubblicità rivolte proprio al pubblico giovane. Per esempio, l'ultima campagna della GE Money Bank mostra una ragazza raggiante con un catalogo di viaggi sottobraccio e un bel mazzetto di banconote nell'altra mano, oppure un altro giovane pazzo di gioia con una targa automobilistica e il consueto mazzetto di banconote.

Pubblicità ingannevoli? - La deputata socialista Josiane Aubert reputa ingannevoli queste pubblicità e propone quindi di vietarle. “Certe pubblicità propongono ai giovani di partire in vacanza e pagare solo in seguito” spiega Josiane Aubert. “Altre promettono 300 franchi di ricompensa a chi chiede un credito. Siamo di fronte a una situazione pericolosa contro la quale lo Stato deve intervenire.”
La sua proposta è in discussione oggi in Parlamento ma sembra che ancora una volta ad imporsi sarà la liberta di commercio.

Libertà di commercio che però in questo caso gioca sulla maggiore influenzabilità dei giovani che, anche a causa degli alti tassi d'interesse, rischiano seriamente di entrare in un vortice di debiti e controdebiti fatti per risanare i primi.

Aiuto sociale chiamato in causa - “I giovani entrano così nel meccanismo dell’indebitamento” prosegue la deputata vodese, “con il forte rischio di impoverirsi e di ritrovarsi presto a carico dell’aiuto sociale.” Quindi l’indebitamento giovanile diventa un problema della società nel suo insieme, “poiché sarà poi lo Stato a dover intervenire per aiutare le persone indebitate.”

Un divieto di pubblicità per il piccolo credito è già stato introdotto alcuni anni fa dalla città di Losanna. Ma il Tribunale cantonale ha giudicato che un Comune non ha il diritto di introdurre misure del genere, in contrasto con la legge federale, ed ha cancellato il divieto. Ragione per cui Josiane Aubert ha portato il tema in Parlamento. “Bisogna vietare queste pubblicità in tutta la Svizzera o, in via subordinata, lasciare la possibilità ai comuni di decidere se consentirle o meno.”

Necessaria "una sana concorrenza"? - La Commissione dell’economia non ha però accettato la sua proposta, sostenendo che i piccoli crediti non sono l’unica causa dell’indebitamento giovanile e che una misura del genere impedirebbe “una sana concorrenza” nell’ambito dei crediti. La commissione raccomanda quindi al Parlamento di respingere la proposta.

In compenso la Commissione dell’economia chiede al Consiglio federale di effettuare un’indagine per determinare l’ampiezza del fenomeno dell’indebitamento giovanile in Svizzera.
Quale via sceglieranno i consiglieri nazionali? Un divieto o uno studio salva-coscienza? La risposta giungerà in giornata.

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