Stop ai "paracadute dorati" per i quadri della Confederazione e delle aziende parastatali

È quanto auspica un'iniziativa parlamentare dall'ex "senatore" Thomas Minder la cui approvazione nel plenum appare come una formalità
BERNA - Brutte notizie per i quadri della Confederazione e delle aziende parastatali: in futuro, in caso di partenza, nessun "paracadute dorato" o indennità che dir si voglia.
È quanto auspica un'iniziativa parlamentare dall'ex "senatore" Thomas Minder (Indipendente-UDC/SH), già adottata lo scorso giugno dal Consiglio degli Stati, e ora approvata anche dalla Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale per 20 voti a 2. Il passaggio nel plenum, vista la chiara votazione, dovrebbe quindi essere una formalità. In seguito la CIP-S dovrà presentare un progetto di modifica della legge sul personale federale.
Per la CIP-N, sottolinea un comunicato odierno dei Servizi del parlamento, le indennità di partenza per i quadri dell’Amministrazione federale e delle aziende parastatali hanno suscitato discussioni a più riprese: il malcontento presente nella popolazione è palpabile, come dimostrano diversi casi recenti (leggi: bonus di 340 mila franchi alla ormai ex direttrice di fedpol, Nicoletta della Valle).
Stando al testo dell'iniziativa, andrebbe adeguata la legge sul personale federale affinché i membri delle direzioni (rispettivamente dei vertici operativi) e dei consigli d’amministrazione (rispettivamente degli organi strategici sovraordinati) dell'Amministrazione federale e di aziende e istituti parastatali non percepiscano alcuna indennità di partenza.
Secondo Minder, benché da dieci anni sia vietato il versamento di indennità di partenza ai membri del Cda e della direzione di società le cui azioni quotate in borsa, oggi è tutt'ora permesso erogare questi "paracadute dorati" ai quadri superiori dell’Amministrazione federale e delle aziende parastatali.
A detta dell'ex "senatore", non sussiste alcun motivo che giustifichi l’ulteriore versamento di tali retribuzioni, tanto più che i salari ordinari sono già assai elevati. L’indennità di buonuscita è in questi casi di fatto già compresa nello stipendio ordinario.




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