Il magnate dell’immobiliare Trump senza esperienza è diventato presidente. Anche in Svizzera gli imprenditori entrano in politica con successo e conquistano i cittadini
LUGANO - La sorpresa dell’elezione di Trump è stata definita anti establishment: gli elettori hanno scelto l’imprenditore senza esperienza piuttosto che l’élite. Un fenomeno, quello degli outsider provenienti dal mondo economico, conosciuto anche in Svizzera. Christoph Blocher, ex proprietario della Ems-Chemie, la figlia Magdalena Martullo Blocher, Roger Köppel, editore della Weltwoche, sono gli esempi più significativi.
Le paure del popolo - Anche se divisi da un oceano, i due vincono nelle somiglianze: «Trump e Blocher hanno fatto loro le preoccupazioni ignorate dalla politica», spiega l’economista Reiner Eichenberger. Quali? La paura di essere lasciati indietro dalla globalizzazione, perdere il lavoro e non riuscire a sfamare la famiglia. Ma il popolo non teme solo le perdite materiali, aggiunge il politologo Michael Hermann, bensì anche il fatto che all’élite non interessi nulla dei loro problemi. Ed è proprio qui che «i politici del popolo» fanno breccia. Poco importa se milionari o miliardari. Da un lato, spiega Eichenberger, la ricchezza è segno di successo. Dall’altro, afferma Hermann: «Rispetto a un imprenditore, un insegnante è più vicino al lavoratore per lo stipendio, ma la distanza culturale è maggiore».
Nessun equilibrismo - Il divario, poi, si colma con la comunicazione. Un ricco che grida, brontola e si agita, accorcia le distanze. Non è percepito come membro della classe politica: «Christoph Blocher e Roger Köppel comunicano in modo convincente la loro preoccupazione per il popolo», spiega Eichenberger. Equilibrismo insomma? «Non è equilibrismo: so per esperienza personale come i media mainstream raccontino e pensino in modo unilaterale», ci risponde Köppel. E aggiunge di non essere interessato a eliminare l’élite, ma a cambiarla: «Serve un élite del fare, troppo spesso c’è solo un’élite dell’apparire»